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Cosa vuole il Fmi dalla Grecia

Un documento interno del FMI arrivato a Channel 4 e divulgato via web rivela che la Grecia non sarebbe in grado di onorare i pagamenti previsti a partire dal 5 giugno senza aiuti finanziari. Da altre fonti, d’altronde, è emerso che Atene aveva avvisato il FMI dell’impossibilità di onorare il pagamento del 12 maggio, prima che fosse suggerito l’escamotage dell’uso dei fondi di riserva presso lo stesso FMI.

IL DOCUMENTO DEL FMI

Inoltre, il documento rivela che, prima di acconsentire allo sblocco dei fondi di sua competenza, il FMI vuole che siano decise misure coerenti sulla copertura del fabbisogno finanziario e sulla sostenibilità del debito (anche se “non stanno forzando i partner europei a considerare una riduzione del debito”) e che non può acconsentire a una conclusione ‘raffazzonata’ (“quick-and-dirty”) del riesame. Al momento,“siamo ancora lontani dal raggiungere un accordo con le autorità [greche]”. La questione è molto importante, in quanto circa metà dei fondi residui del secondo programma dovrebbero essere erogati dal FMI.

CHE COSA SI ASPETTA IL FONDO

Per quanto concerne le misure di politica economica, lo staff del FMI rileva che le autorità greche stanno ancora annullando misure già in essere e che non intendono attuare altre misure previste dal programma; inoltre, “fino ad ora, non hanno comunicato che tipo di misure sarebbero intenzionate ad adottare in alternativa a quelle già abrogate o previste dal programma”. Rimane un serio contrasto anche in merito alla necessità di misure fiscali correttive: il governo greco ritiene di poter raggiungere gli obiettivi senza altri interventi, mentre lo staff del FMI reputa ineludibili nuovi interventi strutturali. Il FMI rileva inoltre “un drammatico deterioramento della cultura dei pagamenti nel paese”.

LE IPOTESI E GLI SCENARI

Di fronte alle incertezze del governo greco, si fa strada l’ipotesi di un ultimatum, qualora non fosse raggiunto un accordo tecnico entro la settimana, anche se il portavoce del gruppo parlamentare di Syriza ha dichiarato ieri che non accetterà proposte ultimative. Kathimerini riferiva sabato che il primo ministro è fiducioso di poter far approvare dal partito “ogni accordo” con i creditori, malgrado le resistenza dell’ala sinistra del partito, e che punta a un’intesa con il gruppo di Bruxelles entro la settimana. Nella peggiore delle ipotesi, l’accordo sarebbe sottoposto a referendum popolare, mentre in parlamento potrebbe essere sostenuto anche dai partiti di centro-sinistra.

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