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Il tariffario della maternità surrogata

Schermata-2015-12-05-alle-14.38.03apprendo da ilmanifesto che il mercato della maternità surrogata ha il seguente tariffario:

– sperma: il criterio è dato dalla nazionalità: russo € 200; danese o svedese € 800;

– ovuli: il criterio è dato dal fisico:  10/15.000 dollari per donatrice alta e bionda, ma se ha frequentato harvard “può chiedere un prezzo molto più alto di una donna non laureata”;

– utero in affitto: il criterio è dato dalla geografia: usa 150/200.000 dollari; ucraina: 30/50.000; russia: 30/65.000

mi chiedo:

– Tenuto conto di questo tariffario, coloro che professano il “diritto” di avere un figlio ritengono che ai sensi dell’art. 3, comma 2, della costituzione (“è compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sciale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”) se ne debba fare il servizio sanitario nazionale?

– il criterio della nazionalità e delle caratteristiche fisiche sono politicamente corretti?

– come si concilia la promozione di queste pratiche con le teorie malthusiane della sovrappopolazione professate da tutte le organizzazioni internazionali?

in questa desolazione, registro però con soddisfazione che, dopo le femministe, anche la grande stampa si è accorta che “il bambino non è un oggetto ma un soggetto di diritti”.

ai tanti che non hanno ancora preso posizione sul tema consiglio di guardare con attenzione la foto di questo post. dalla maggior parte dei giornali è stata pubblicata tagliando il volto della madre a sinistra: continuo a chiedermi se quel volto sia sofferente solo per il dolore fisico.

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