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Banca Popolare di Bari, ecco i conti del 2016

Utile a 5,2 mln di euro. Mutui per oltre 1,1 mld di euro a famiglie. Calo dei costi operativi (-15%). Sono alcuni dei numeri e delle tendenze che emergono dai risultati 2016 della Banca Popolare di Bari così come si rilevano dal progetto di bilancio 2016 approvato dal consiglio di amministrazione dell’istituto di credito pugliese presieduto da Marco Jacobini.

LA NOTA

“In un contesto macroeconomico ancora difficile e instabile – si legge nella nota della banca – le azioni programmatiche previste dal piano industriale 2016–2020 iniziano a produrre i primi positivi effetti, anche grazie all’integrazione di Banca Tercas e Banca Caripe, incorporate nella Capogruppo nel luglio 2016 nell’ambito del progetto “Banca Unica”.

L’UTILE

L’utile  netto di 5,2 milioni si contrappone alla perdita  di 296,7 milioni di euro del 2015, determinata dall’appostazione a bilancio di diverse e rilevanti componenti non ripetibili, straordinarie e di preparazione alle iniziative previste dal piano industriale 2016/2020.

I CONTI

L’esercizio si chiude con un risultato netto consolidato positivo di 5,2 milioni di euro (4,6 milioni il risultato individuale positivo della Banca Popolare di Bari), “peraltro dopo aver spesato a conto economico oneri per 23 milioni di euro legati agli interventi per la risoluzione delle crisi bancarie, fra i quali vanno citati gli esborsi straordinari per il contributo aggiuntivo al Fondo di Risoluzione per la vendita delle 4 good banks (6,6 milioni), la svalutazione della quota del Fondo Atlante (8,4 milioni) nonché la rettifica di valore connessa all’intervento del Fitd (Schema volontario) a favore della Cassa di Risparmio di Cesena (0,7 milioni)”, si legge nel comunicato.

I MARGINI

Il margine di interesse si attesta a 231,2 milioni di euro, in calo del 4,4% rispetto al 2015, da ricondurre allo scenario di tassi particolarmente sfavorevole. Le commissioni nette risultano pari a 155,2 milioni ed il margine di intermediazione a 404,8 milioni di euro.

I COSTI

I costi operativi si attestano a 341,3 milioni di euro, in forte calo (-15,0%) rispetto ai 401,3 milioni del 2015 (esercizio in cui erano stati sostenuti oneri  per il fondo esuberi pari a 50 milioni). In dettaglio, i costi del personale si riducono del 19,4%, le altre spese amministrative del 4,4%.

LE RETTIFICHE

Le rettifiche su crediti e altre attività finanziarie assommano a 95 milioni di euro, mentre  le coperture sui crediti deteriorati si mantengono su livelli elevati, pari al 45,1% come dato complessivo  ed al 62,5% per i soli crediti in sofferenza. Detti valori continuano a collocarsi nella fascia alta del sistema nazionale.

GACS E SOFFERENZE

Nel corso del 2016 il gruppo ha perfezionato un’operazione di cessione di crediti in sofferenza per un ammontare lordo di 470 milioni di euro, mediante la prima cartolarizzazione che ha beneficiato della garanzia dello Stato (Gacs). Un’ulteriore cessione, per un controvalore di almeno 300 milioni, è in cantiere per il 2017.

GLI IMPIEGHI

A fine 2016 gli impieghi di gruppo si sono attestati a 9,2 miliardi di euro, la raccolta diretta a 9,4 miliardi, mentre la raccolta totale è stata pari a 13,5 miliardi. Da segnalare, nell’ambito della raccolta indiretta, la crescita della componente “gestita”, dal 52% al 58%.

I MUTUI

Nel 2016 il gruppo ha erogato mutui per oltre 1,1 miliardi di euro, distribuiti in maniera uniforme sia nell’ambito delle famiglie che in quello delle imprese, prevalentemente nei territori in cui lo stesso gruppo è leader (Puglia, Abruzzo, Umbria, Basilicata e Campania).

CET1

Il valore del CET1 Ratio, coincidente con il Tier1 Ratio, è risultato pari al 9,92% ed il Total Capital Ratio si è attestato al 13,02%. Detti valori di gruppo si raffrontano con i requisiti minimi assegnati per il 2016 (SREP), pari rispettivamente al 7,0%, all’8,50% e al 10,50%.

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