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Mps, ecco tutti i subbugli prima del rientro in Borsa per il Monte dei Paschi

Che il ritorno in Borsa del Monte dei Paschi di Siena fosse una procedura complessa e insidiosa lo si era capito. E ancora venerdì è arrivata la conferma: il rientro alle negoziazioni di Piazza Affari, già programmato per l’inizio di ottobre e poi rinviato a lunedì 23 dello stesso mese, slitta ancora.

QUESTIONE PROSPETTO

Il problema principale, come già emerso e come perfettamente comprensibile data la complessità di tutta l’operazione, è il prospetto informativo che tecnicamente dovrà essere approvato dalla Consob e che di fatto consentirà il rientro in Borsa delle azioni Mps, dopo lo stop dello scorso dicembre per consentire l’attuazione della ricapitalizzazione precauzionale. Con quest’ultima operazione, che ha comportato tra le altre cose la conversione forzosa delle obbligazioni subordinate in azioni (burden sharing), il Tesoro è salito al controllo della banca senese e ora ha circa il 53% che potrebbe salire al 67% con il ristoro dei risparmiatori frodati (che comporterà l’esborso di altri 1,5 miliardi di soldi pubblici dopo i quasi 4 miliardi già pagati). L’ok della Consob era atteso per venerdì ma – come si legge su Il Sole 24 ore – “nel pomeriggio, fonti vicine all’authority presieduta da Giuseppe Vegas hanno fatto sapere che è ancora in corso la valutazione sull’ampio prospetto chiamato a mettere nero su bianco tutti i rischi che si nascondono dietro alle azioni della banca”. A questo punto, dovrebbe esserci da aspettare ancora tutta una settimana almeno. Ce la farà Mps a tornare in Borsa entro fine ottobre? A questo punto non è detto, dati i continui rinvii. Già in settimana, Repubblica aveva prospettato difficoltà specifiche riguardanti il passaggio con cui gli ex obbligazionisti subordinati ora diventati azionisti forzosamente col burden sharing (condivisione degli oneri) rinunciano al diritto di rivalersi (in pratica al diritto di promuovere cause legali).

NODO PREZZO

Oltre ai problemi legati alla redazione del prospetto che deve essere approvato dalla Consob, resta la questione della volatilità e delle turbolenze attese. Nel primo giorno di rientro in Borsa, è opinione generale che il prezzo di Mps subirà un tracollo non solo rispetto ai 15 euro e oltre dell’ultima quotazione di dicembre ma anche agli 8,65 euro a cui è avvenuta la conversione degli obbligazionisti subordinati e ai 6,49 euro a cui si è concretizzato l’aumento di capitale riservato al Tesoro. Il nuovo prezzo teorico di riferimento, scrive Il Sole 24 ore, sarà proprio 8,65 euro per azione (il valore cioè di conversione delle subordinate) ma “sconta multipli decisamente superiori alla media di settore”. Ecco perché gli analisti si attendono un prezzo ben più basso, in area 4-4,5 euro, cosa che implicherebbe perdite immediate per gli ex obbligazionisti subordinati oltre che una possibile perdita da oltre 2 miliardi per il ministero dell’Economia. Repubblica riferiva inoltre l’eventualità che molti fondi obbligazionari che hanno subito la conversione forzosa in azioni possano liberarsi seduta stante dei titoli, aggiungendo in questo modo ulteriore turbolenza. È evidente insomma che il rientro in Borsa di Mps sarà movimentato. È anche per questo che continua a slittare.

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