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Perché il Venezuela è al centro del tour latinoamericano di Pompeo

trump pompeo

Il Venezuela sarà uno dei temi principali dell’agenda del segretario di Stato americano, Mike Pompeo, durante il tour due giorni in Messico e Panama. Con un comunicato ufficiale, infatti, il Dipartimento di Stato ha confermato che Pompeo “viaggerà a Città del Panama e Città del Messico il 18 e il 19 ottobre”.

Il segretario di Stato americano incontrerà il presidente del Panama, Juan Carlos Varela, e il vicepresidente e ministro degli Affari esteri, Isabel de Saint Malo de Alvarado, con l’obiettivo di discutere sulla “collaborazione attuale” tra Washington e Panama sulle priorità regionali, tra cui la situazione del Venezuela e del Nicaragua. Pompeo ha in programma incontri per affrontare il tema del terrorismo, il traffico di droghe e l’immigrazione illegale.

Domani invece il segretario di Stato americano incontrerà il presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, il ministro degli Affari esteri messicano, Luis Videgaray, e il segretario dei Rapporti esteri del prossimo governo, Marcelo Ebrard. Da quanto si legge nel comunicato, la visita di Pompeo in Messico servirà “per riaffermare l’impegno degli Stati Uniti a cooperare tanto con l’amministrazione uscente” quanto con quella che si insedierà il prossimo 1° dicembre. L’obiettivo comune è quello di “garantire una regione più sicura, prospera e democratica”.

Il nuovo presidente messicano, Andrés López Obrador, ha detto che il suo governo cercherà di rispettare il principio di “non intervento” negli affari interni d altri Paesi. Tuttavia, il caso del Venezuela sembra avere ripercussioni oltre i propri confini. Un funzionario del Dipartimento di Stato americano ha dichiarato al quotidiano venezuelano El Nacional che “è in programma una lunga conversazione con il Messico sul Venezuela per trattare la gravità e gli effetti della crisi. Le conversazioni continueranno con il nuovo governo messicano”.

Un’altro tema che, poi, dovrebbe contraddistinguere la missione di Pompeo è quello della sicurezza della regione. A inizio mese, infatti, il presidente messicano aveva riferito di una telefonata intercorsa tra lui e il presidente americano Donald Trump. Ci sarebbe, dunque, a possibilità di esaminare nuovi accordi per la regione del centro e del nord America, con la prospettiva dell’avviamento di un programma destinato al contenimento delle migrazioni.

Lopez Obrador si è espresso in termini di possibilità di “mettersi d’accordo su di investimenti congiunti tra Messico, Stati Uniti e Canada”, per lo sviluppo delle popolazioni “dell’America centrale e del Messico, per affrontare, in questo modo, con crescita e occupazione, il fenomeno migratorio”.

“Un secondo passo”, in sostanza, tra Messico e Stati Uniti, che dovrebbe attivare un finanziamento di circa 30 miliardi di dollari, portando ad un “approccio totalmente nuovo” sulla questione delle migrazioni.

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