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Nuova grana per Airbus. Il dipartimento di Giustizia Usa apre un’indagine per corruzione

Piove un’altra grana su Airbus, il colosso franco-tedesco dell’aviazione. La notizia dell’indagine su possibili tangenti avviata dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti fa segnare in mattinata quasi il -9% alla Borsa di Parigi. Le indiscrezioni del quotidiano Le Monde sono state confermate dallo stesso costruttore, che ha ripetuto le assicurazioni già usate in passato, dicendosi disponibile “a cooperare a stretto contatto con le autorità”. Lo stesso giornale di Parigi prevede la possibilità di multe milionarie per l’azienda, sulla scia dei diversi procedimenti ancora in corso.

I DOSSIER APERTI

Circa un anno fa era stato il numero uno del gruppo, il tedesco Tom Enders (in foto), ad annunciare “tempi turbolenti”, chiedendo ai dipendenti di prepararsi. Il ceo aveva avvisato delle “possibili pesanti conseguenze, incluse consistenti sanzioni”, potenzialmente derivanti dalle molteplici accuse che, già da mesi, piovevano da mezza Europa sull’azienda. Sul lato commercial, proseguono le indagini del Serious fraud office (Sfo) britannico e del Parquet national financier (Pnf) francese, relative ad accuse di tangenti e corruzione connesse a presunte irregolarità nei rapporti con intermediari e terze parti per il cui pagamento potrebbero essere stati usati fondi neri ad hoc.

LA QUESTIONE EUROFIGHTER

Lo scorso febbraio, sul lato militare (che tocca Airbus Defense and Space) si è chiusa l’indagine della procura di Monaco di Baviera sull’ipotesi di corruzione nella vendita da 2 miliardi di euro di 18 Eurofighter (poi ridotti a 15) all’Austria, nel 2003. Pur sollevando l’azienda dall’accusa di corruzione, la procura ha comminato una sanzione da 250mila euro, insieme alla restituzione (disgorgement) di ben 81 milioni. Sulle stessa commessa era stata tra l’altro aperta l’inchiesta sponda austriaca, su cui in passato è addirittura intervenuto il ministro della Difesa di Vienna, Hans Peter Doskozil, palesando i sospetti di frode.

I CAMBI AL VERTICE

Le vari indagini hanno messo in agitazione il management del colosso frando-tedesco, alle prese in questi mesi con numerosi cambi al vertice. Nonostante alcuni di questi siano da attribuire a pensionamenti previsti, diversi esperti notano una stretta correlazione con le vicende giudiziarie. Il ceo Tom Enders ha annunciato da tempo la rinuncia a presentarsi per un secondo mandato dopo il prossimo aprile, quando si terrà l’assemblea degli azionisti. Al suo posto è già stato selezionato Guillaume Faury, presidente di Airbus Commercial Aircraft da febbraio, quando, dopo diversi anni alla guida di Airbus Helicopters, prese il posto di Fabrice Brégier, potente coo del Gruppo (considerato il contraltare francese di Enders) ritiratosi per “seguire altri interessi”. È stata più difficile la sostituzione di “Mr. Airbus” John Leahy, il chief commercial officer di Airbus Commercial Aircraft ritiratosi lo scorso gennaio dopo 33 anni di servizio e oltre 16mila aerei venduti. A novembre dello scorso anno, il board aveva scelto Eric Shulz per la sua successione, ma quest’ultimo ha poi deciso di lasciare l’incarico “per motivi personali”. Al suo posto, a settembre, è così arrivato Christian Scherer, che ha lasciato a sua volta la guida di Atr (la joint venture che Airbus ha con Leonardo) all’italiano Stefano Bortoli. A fine novembre, è poi arrivata la nomina di Michael Schöllhorn, a coo di Airbus Commercial Aircraft. Dal 1 febbraio 2019, succederà a Tom Williams, destinato alla pensione.

IL LATO MILITARE

Novità hanno riguardato anche Airbus Defence and Space. Dal 1 gennaio 2019, Alberto Gutiérrez, prenderà il posto di un altro spagnolo Fernando Alonso, in qualità di head of military aircraft. Toccherà a lui gestire dossier delicati, dalle campagne sull’Eurofighter ai lavori per l’aereo da combattimento del futuro (Fcas), che ad ora vede coinvolte Francia e Germania (con l’interesse della Spagna). Eppure, gli ultimi dati resi noti dall’autorevole Sipri mostrano una situazione non facile per il lato militare del Gruppo. Le vendite di armamenti (che pesano il 15% sulle attività di Airbus) sarebbero calate del 13% lo scorso anno, scendendo fino a 11,3 miliardi di dollari. Ciò, spiega l’istituto di Stoccolma, “può essere attribuito alla vendita della divisione tedesca di elettronica militare e ai ritardi nelle consegne dell’areo da trasporto militare A400M”.

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