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L’Onu condanna il regime di Maduro in Venezuela. Il report di Bachelet

È arrivato il tanto atteso report dell’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Michelle Bachelet, dopo la visita in Venezuela dal 19 al 21 giugno. Il documento, presentato a Ginevra, non lascia dubbi: le conseguenze del degrado del regime di Nicolás Maduro nel Paese sudamericano sono devastanti. Da persecuzioni per motivi politici a torture, tutto può succedere in Venezuela. L’ex presidente del Cile ha persino chiesto la soppressione delle Forze Speciale della Polizia (Faes) per “il trattamento inumano” verso i detenuti, con “scariche elettriche, asfissia e violenze sessuali per ottenere confessioni”.

INFERNO DI TORTURE

Bachelet ha denunciato il numero “scandalosamente alto” delle “presunte uccisioni extragiudiziali condotte dalle forze di sicurezza” del regime di Maduro: “Nel 2018 il governo ha registrato 5.287 uccisioni, presumibilmente per ‘resistenza all’autorità’”. Il rapporto indica che altre 1.569 persone sono rimaste uccise nei primi mesi del 2019.

L’Alto commissario, insieme al suo team di collaboratori, ha potuto verificare che dall’esecutivo socialista è partita una strategia focalizzata a “neutralizzare, reprimere e criminalizzare all’opposizione politica e a tutti quelli che criticano il governo”. Da gennaio a maggio, hanno registrato 66 morti durante le proteste dell’opposizione, di cui 52 in mano alle forze di sicurezza.

Il rapporto offre dettagli sugli arresti arbitrari e le torture subite dagli oppositori e i loro famigliari (nelle visite in carcere), così come un utilizzo eccessivo delle forze durante manifestazioni. L’ultimo caso, quello del capitano navale Rafael Acosta, morto sabato scorso dopo le torture subite nella sede della Direzione Generale di Contro intelligence militare.

UN PAESE IN CARESTIA

Il resoconto di Bachelet sostiene anche che 3,7 milioni di venezuelani vivono in stato di denutrizione, che con lo stipendio minino di 7 dollari si può comprare solo il 4,7% degli alimenti principali e che almeno 1557 persone hanno perso la vita negli ultimi quattro mesi per mancanza di medicine negli ospedali.

Una crisi economica e sociale che ha provocato “un esodo senza precedenti di migranti e rifugiati – spiega Bachelet nel documento – che abbandonano il Paese mentre il resto dei cittadini patiscono il peggioramento delle loro condizioni di vita […] Ci sono violazioni ai diritti dell’alimentazione e della salute, che il governo avrebbe dovuto rispettare come obblighi principali, che non possono essere derogati, nemmeno per motivi economici”. Tutto prima ancora delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione europea.

Bachelet sottolinea anche la corruzione, la malversazione di fondi e la mancanza di manutenzione durante il governo di Maduro.

LE PROPOSTE

“Il governo (di Maduro, ndr) si è impegnato con noi per risolvere alcune delle questioni più spinose, tra cui l’uso della tortura e l’accesso alla giustizia, e a facilitarci l’entrata illimitata ai centri di reclusioni – ha scritto Bachelet -. La situazione è complessa, ma questo rapporto contiene consigli chiari sulle misure che potrebbero eseguirsi per frenare di immediato le violazioni attuali, dare giustizia alle vittime e creare uno spazi per discussioni significativi”.

Bachelet elenca 13 misure urgenti. Tra queste, l’Alto Commissario sottolinea la liberazione dei prigionieri politici, lo scioglimento delle Forze Speciali della Polizia (Faes), la fine della persecuzione politica e il ripristino dell’indipendenza del sistema di giustizia, nonché l’imparzialità del Procuratore Generale.

Dalla parte del chavismo sono partite le accuse di imparzialità contro Bachelet, mentre resta l’incognita di cosa farà ora, con il dossier venezuelano dell’Onu, la comunità internazionale.

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