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Sondaggi Usa, Trump supera Biden (ma non Putin). Il punto di Gramaglia

Nel giorno in cui un sondaggio nazionale, il Rasmussen settimanale, sempre a lui più favorevole degli altri, lo dà un punto avanti a Joe Biden, 47% a 46%, Donald Trump annuncia che un vaccino anti-coronavirus sarà disponibile “fra tre o quattro settimane”, prima dell’Election Day, e assicura che la ricerca e la sperimentazione “stanno procedendo in modo veloce e sicuro”, entrando in rotta di collisione con la comunità scientifica e smentendone pubblicamente alcuni alti rappresentanti, oltre che se stesso.

Parlando della pandemia al giornalista del Watergate Bob Woodward, che ne riferisce nel suo libro Rage, Trump afferma che “il problema del vaccino è che richiede 13-14 mesi una volta che ce l’hai, perché devi testarlo”. “Probabilmente abbiamo già il vaccino”, confidava Trump il 13 aprile. “Ma – diceva a Woodward – sai qual è il problema più grosso? Bisogna testarlo, in modo da essere sicuri che uccida il virus ma che non uccida le persone. Ti immagini? Vaccini cento milioni di persone e scopri che è un veleno”.

Secondo i dati della Johns Hopkins University, alla mezzanotte sulla East Coast, i contagi nell’Unione sfioravano i 6.630.000 e i decessi superano i 196.750.

In una conferenza stampa alla Casa Bianca, Trump ieri sera ha detto: “La distribuzione del vaccino potrà iniziare in ottobre, forse già a metà ottobre”,  prevedendo di distribuire “100 milioni di dosi entro la fine del 2020″. Sarà “la più grande distribuzione di vaccini nella storia americana”:  “Non appena la Food and Drug Administration – l’agenzia del farmaco Usa, ndr – approverà il vaccino, saremo in grado di partire con la distribuzione il giorno stesso, già da ottobre, forse già a metà ottobre”. Il piano per la distribuzione coinvolgerà anche l’esercito con le sue risorse logistiche.

In giornata, Robert Redfield, direttore dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), l’agenzia federale per la tutela della salute, aveva detto al Senato di non aspettarsi che un vaccino contro il coronavirus sia largamente disponibile per gli americani prima del secondo/terzo trimestre 2021. Redfield è fiducioso nello sviluppo di un vaccino in novembre o dicembre, ma inizialmente esso sarà disponibile con forniture molto limitate. Parole in contrasto con le assicurazioni di Trump.

Che infatti lo smentisce. “Penso abbia fatto un errore, forse ha capito male la domanda, era confuso. E’ un’informazione sbagliata”.  Redfield ha pure detto al Senato che l’uso della mascherine potrebbe essere più efficace di un vaccino, smentendo anche qui il presidente candidato. “Queste mascherine sono uno strumento di sanità pubblica importante, potente… Potrei andare oltre e dire che sono più sicure nel proteggermi dal Covid che se prendessi un vaccino”. Trump ha ribattuto: “Il vaccino è molto più efficace delle mascherine, forse ha capito male anche questa domanda”.

Il botta e risposta tra il magnate e Redfield, cui ha comunque confermato fiducia, è una conferma delle tensioni tra l’Amministrazione e i responsabili scientifici della sanità pubblica, che sarebbero sottoposti a pressioni per accelerare i tempi delle autorizzazioni di terapie e vaccino. S’è appena fatto da parte Michael Caputo, il portavoce del ministero della Sanità, un manager della campagna di Trump, che aveva accusato gli esperti del Cdc di “insurrezione” contro il presidente.

Un giornalista ha chiesto a Trump: “Biden dice che lei non crede alla scienza. Perché gli americani dovrebbero credere a lei quando contraddice il direttore del Cdc?”. Il magnate ha risposto netto: “Per il lavoro fenomenale che abbiamo fatto”, aggiungendo “Con l’Amministrazione Obama-Biden non avreste avuto un vaccino prima di due/tre anni”.

Il presidente ha poi ammesso, con qualche incertezza, la presenza del virus alla Casa Bianca: prima ha detto “un piccolo numero di contagi”, poi ha precisato “solo una persona, non vicina a me”. Non è però chiaro se si riferisse ai casi già noti o a un nuovo caso.

Se il sondaggio Rasmussen lo dà avanti, la media dei sondaggi di RealClearPolicy lo dà sempre dietro Biden di sei punti su scala nazionale e di 3,7 punti negli Stati incerti. Un rilevamento del Pew Research Center in 13 Paesi mostra che la popolarità di Trump e degli Usa a livello globale è scesa a nuovi minimi record dopo lo scoppio della pandemia: il magnate ha un indice di fiducia del 16%, meno dei presidenti cinese Xi Jinping (19%) e russo Vladimir Putin (23%) e del premier britannico Boris Johnson (48%). I due leader più affidabili sono il presidente francese Emmanuel Macron (64%) e l’immarcescibile cancelliera tedesca Angela Merkel (76%).

In 18 mesi, il consenso per Trump è precipitato in molti Paesi: in Giappone è sceso dal 36% al 25%, in Corea del Sud dal 46% al 17%, in Italia è al 16%. Il giudizio sulla gestione del coronavirus pesa: sull’insieme dei 13 Paesi, l’85% degli intervistati pensa che gli Usa l’abbiano mal gestita.

In almeno sette Paesi, tra cui alleati chiave, il tasso di approvazione degli Usa è sceso a livelli senza precedenti: in Germania al 26%, la percentuale più bassa dal 2003, l’anno dell’invasione dell’Iraq; in Belgio al 24%. L’Italia invece è al 45%, seconda solo alla Gran Bretagna.

Trump continua però a collezionare candidature al Nobel per la Pace. La terza di cui si ha notizia è del deputato brasiliano Eduardo Bolsonaro, figlio del presidente della Repubblica Jair Messias Bolsonaro e presidente della Commissione Esteri della Camera, che lo propone per i recenti accordi tra Israele e Paesi arabi.

Nelle ultime ore una tempesta politica sta investendo anche il ministro della Giustizia William Barr, pedissequo esecutore delle direttive presidenziali: ha suggerito ai procuratori federali di utilizzare una legge che reprime gli atti di sedizione per perseguire i dimostranti che commettono violenze, com’è successo nelle manifestazioni antirazziste degli ultimi cento giorni. Lo riferiscono media Usa, citando fonti presenti allo scambio telefonico tra Barr e i procuratori. Il ministro ha pure teorizzato il diritto di sostituire i magistrati che indagano sul presidente o che ne contrastano le politiche.

Fronte economia, la Fed prevede che il Pil Usa si contrarrà quest’anno del 3,7% – meno del 6,5% stimato a giugno – con un tasso di disoccupazione al 7,6% – meno del 9,3% stimato a giugno – e un’inflazione all’1,2%. Nel 2021, il Pil dovrebbe crescere del 3,6/4,7%, meno del 4,5/6,0% previsto a giugno. Il presidente della Fed Jerome Powell, con cui Trump ha un rapporto altalenante, ritiene che il distanziamento sociale e la mascherina aiutino l’economia, il cui andamento sarà funzioine della capacità di contenere il coronavirus.

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