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Nuove regole su Npl e dividendi. L’appello di Colombini (Banca Ifis)

Il ceo dell’istituto specializzato nella gestione dei crediti deteriorati e nei servizi alle imprese ascoltato in audizione presso la commissione di inchiesta sul sistema bancario. L’Europa riscriva il calendar provisioning e permetta il pagamento delle cedole agli azionisti. Intanto da Bankitalia via libera al progetto Gemini…

La gestione dei crediti deteriorati sarà la grande partita bancaria dei prossimi anni. La pandemia planetaria avrà come prima conseguenza quella di aumentare in modo esponenziale il tasso dei prestiti difficili da rimborsare alle banche. Tra i leader del mercato dei crediti deteriorati c’è Banca Ifis, il cui ceo, Luciano Colombini, è stato ascoltato oggi dalla commissione di inchiesta sul sistema bancario, presieduta da Carla Ruocco. Tanti i temi affrontati dal manager alla guida di Banca Ifis.

NUOVE REGOLE EUROPEE

Primo tema, l’Europa e le regole, stringenti, in materia di accantonamenti per la gestione degli Npl. Per Colombini, occorre intervenire in Europa per chiarire come l’Italia sia penalizzata per le sue caratteristiche dalla prossima entrata in vigore delle novità legislative in materia di definizione di default e per il calendar provisionig (la tabella di marcia sugli accantonamenti). “Se fosse possibile che l’Italia rappresentasse a livello europeo la propria specificità per questi ambiti credo che daremo una mano sicuramente alle banche ma certamente a tutto il Paese di cui le banche rappresentano il sistema nervoso dal punto di vista economico e finanziario”, ha osservato.

La nuova definizione di default, ha argomentato il top manager “rende contenzioso un credito a prescindere dalla valutazione del debitore”. Sul tema ci sono oggi degli automatismi “che fanno riferimento a situazioni che a livello europeo sono difficili da riportare alla nostra situazione italiana, considerando i tempi medi di recupero dei crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni, i tempi medi di procedure nei Tribunali e i tempi delle procedure concorsuali”.

STOP AL BLOCCO DEI DIVIDENDI

Altra questione, il blocco dei dividendi agli azionisti imposto dalla Vigilanza Ue. Un danno soprattutto per le banche quotate, è il parere di Colombini, perché “è fondamentale remunerare il capitale altrimenti il mercato ti penalizza e non ti seguirà mai più quando avrai bisogno di ulteriori capitali per crescere e crescere, per una banca, significa finanziare l’economia”.

Secondo l’esperto banchiere “questi piccoli aumenti di capitale coattivi, che nascono dall’obbligo di non distribuire i dividendi, sono alla lunga forieri, invece, di mancati grandi aumenti di capitale che le banche potrebbero fare sul mercato, fra l’altro questa è una norma europea che ci penalizza nei confronti delle banche Usa”. Non è tutto: “in Europa alcune banche tedesche malgrado la raccomandazione della Bce e dell’Eba hanno distribuito i dividendi mentre noi banche italiane siamo state più disciplinate e ligie e nessuno si è azzardato a distribuirli”.

PARTE IL PROGETTO GEMINI

In numero uno di Banca Ifis ha poi spostato l’attenzione sui progetti messi in piedi dall’istituto. A cominciare dal progetto Gemini, per la riorganizzazione del polo per il recupero crediti in due società. La Banca d’Italia darà “nelle prossime settimane” il via libera a Banca Ifis entro breve. Riorganizzazione che prevede la nascita di Ifis npl investing da un lato per l’acquisto dei crediti deteriorati e, dall’altro, Ifis npl servicing per il recupero dei crediti. “Un progetto di razionalizzazione del polo volto alla costituzione di una filiera verticale per creare una più netta separazione e indipendenza tra le attività di acquisto e recupero crediti”.

BENE AMCO MA…

Un ultimo pensiero Colombini lo ha speso per Amco, la società del Tesoro attiva nel recupero crediti. E qui qualche appunto non è mancato. “Bene Amco nel suo ruolo di salvataggio bancario, meno bene sul campo degli npl dove c’è un mercato ormai sviluppato che riesce a fare prezzi equi, non influenzati da monopoli o oligopoli. Amco è un ibrido tra un intervento del legislatore e un prezzo che si forma sul mercato se dal punto di vista del salvataggio delle banche sono favorevole al fatto che ci sia un soggetto pubblico, invece nel campo degli npl il rischio è che non si rispettino le condizioni di mercato”.

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