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Alla scoperta dei Musei Vaticani, che riaprono in sicurezza. Con il direttore Barbara Jatta

Dal Museo Etnologico Anima Mundi all’appartamento di papa Borgia affrescato da Pinturicchio, fino alle opere inedite dell’arte contemporanea, un “viaggio” insieme al direttore Barbara Jatta nel polo museale delle collezioni pontificie, che ha riaperto dopo quasi novanta giorni di chiusura

“Sette chilometri di percorso in sicurezza con grande attenzione alle persone, con termoscanner fin dal primo giugno, con tanti cortili, tanti giardini e spazi molto ampi. È il momento migliore per venire a vedere i Musei Vaticani”. È questo l’entusiasmo del direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta che Formiche.net ha raggiunto in questi giorni di nuova apertura, dopo ben 88 di chiusura (non capitava dalla Seconda guerra mondiale).

La riapertura, documentata attraverso il profilo Instagram, è stata davvero suggestiva. Riecheggiava la magnificenza del luogo e si intravedeva anche il direttore con un mazzolino di mimosa, un “gesto spontaneo” e naturale, ci racconta, per accogliere il primo visitatore di questo lunedì appena trascorso.

Le visite, con prenotazione obbligatoria, rispetteranno le norme anti-Covid, proprio per permettere un maggior controllo sull’afflusso, e con la possibilità di ammirare anche di sabato la Cappella Sistina, le Stanze di Raffaello e le collezioni dei papi. Un messaggio di bellezza, ma anche di speranza.

Direttore, come sono andati questi giorni?

Bene, sicuramente con dei numeri che nulla hanno a che vedere con quelli pre-Covid. Sabato, appena saputo con certezza che il Lazio sarebbe stato di nuovo zona gialla, abbiamo deciso di riaprire. Avevamo interrotto le prenotazioni, e pur non essendo obbligati a dover seguire quello che fanno i musei dello Stato italiano, abbiamo ottimi rapporti con le istituzioni italiane e quindi non abbiamo voluto fare qualcosa di diverso.

Siete aperti però il sabato.

Sì, questa è l’unica cosa che facciamo di differente, ma già da prima, una scelta ampiamente condivisa con il direttore generale dei Musei e con la sovrintendente di Roma. Siamo sempre stati aperti il sabato e non la domenica, se non l’ultima del mese a ingresso libero.

Dal punto di vista del visitatore, l’apertura del sabato è molto inclusiva.

In questa fase dove il lockdown è meno stringente, le persone vanno a lavorare nei giorni feriali. Chi ha il tempo libero sono gli universitari, i pensionati e in questo modo ci rivolgiamo anche al lavoratore ordinario. Ma per noi interni è una gioia girare il museo e vedere che si è ripopolato, soprattutto di molti giovani, questo mi fa molto piacere.

Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei

Un momento di crescita, conoscenza e cultura per i ragazzi, per le famiglie, per tutti.  

Per noi la mission fondamentale è la condivisione, che decliniamo in base alle sensibilità diverse. Il Museo può dare molto ad ognuno. Ci sono collezioni che definisco universali perché di provenienze diverse. Noi eravamo abituati a un pubblico eterogeneo. E papa Francesco ci tiene che ognuno si senta un po’ a casa.

Molti sono i percorsi che il visitatore può seguire.

Abbiamo ad esempio il Museo etnologico Anima Mundi, inaugurato lo scorso anno in un nuovo allestimento e su cui ancora continuiamo a lavorare. È il Museo più ricco di opere, 80mila provenienti dai 4 continenti al di fuori dell’Europa: Africa, Oceania, Americhe e Asia. Lo scorso anno con un percorso meraviglioso abbiamo inaugurato l’Oceania e allo stesso tempo una mostra sull’Amazzonia, con una particolare attenzione al Sinodo di papa Francesco e ai problemi del polmone del mondo. La inaugurò proprio il pontefice. Adesso stiamo lavorando su Americhe e Asia, anche se il coronavirus ci ha rallentato.

E poi c’è la ricchezza della collezione di sempre.

Oltre le collezioni universali, dall’arte egizia a quella etrusca e pre-romana, e quella di opere greco-romane, c’è una concentrazione di opere incredibili che passano dal contemporaneo alla Cappella Sistina, di cui ci si può stupire ogni giorno. Da Raffaello, Bernini a Caravaggio.

Sette chilometri di percorso in piena sicurezza, con grande attenzione alle persone, con termoscanner fin dal primo giugno. Abbiamo tanti cortili, tanti giardini e spazi molto ampi, meno visitatori ma molte accortezze. È il momento migliore per venire a vedere i Musei Vaticani.

Un appello rivolto anche ai romani e ai laziali vista la difficoltà a viaggiare.

Ai romani dico riappropriatevi dei vostri Musei e delle vostre radici perché queste opere parlano anche di questo territorio meraviglioso che è Roma e il Lazio e che i papi hanno saputo tramandare nel tempo.

Molte sono le novità che il pubblico può trovare quindi.

È possibile ad esempio vedere il nuovo laboratorio di restauro “a vista” del team polimaterico, dove si sta lavorando su opere della Papua Nuova Guinea e dell’America del Sud.

Rinnovata anche la parte dei Musei che ospita l’arte contemporanea, ovvero l’appartamento di papa Borgia affrescato da Pinturicchio.

Sì, dove togliendo un tendaggio abbiamo trovato una decorazione. Vi assicuro che vi potete immergere nell’atmosfera del Quattrocento e capire come viveva allora papa Borgia.

Nelle stanze accanto invece si può ammirare tutto il percorso dell’arte contemporanea. Con  L’Allieva di Mario Sironi (1924) che per la prima volta viene esposta e le opere di Sidival Fila, un frate francescano brasiliano.

Il Museo è sicuramente in continua evoluzione. Abbiamo approfittato della chiusura per attività complicate da portare avanti con le aperture continue e col pubblico.

Il periodo di chiusura è quindi coinciso con un momento di crescita digitale anche per voi, che era iniziato già da tempo ad esempio con i tour virtuali dei Musei Vaticani. Ci sono altre novità?

Abbiamo, da lunedì, una nuova versione di tutto il catalogo delle opere online. Un fiore all’occhiello perché ritengo fondamentale la catalogazione delle opere, vista la mia esperienza con la Biblioteca. Quando sono arrivata alla direzione cinque anni fa non c’era, mentre esisteva un catalogo-inventario a uso interno che abbiamo ripreso e rilavorato e che ora è disposizione di tutti attraverso il sito.

Avete aumentato la presenza sui social.

Abbiamo da tempo capito che dovevamo andare verso quella direzione. Soprattutto siamo molto presenti su Instagram con un post di un’opera al giorno e i face to face con diversi responsabili di reparti. Si possono scoprire novità e momenti dietro le quinte che difficilmente si possono vedere.

Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei

E per i bambini quali sono le attività promosse e quale il capolavoro che assolutamente devono vedere secondo lei?

Per la materna e i bimbi delle elementari consiglio l’arte egizia e i laboratori didattici che promuoviamo dopo aver visitato queste opere, dove possono esercitarsi. Non c’è dubbio che comunque consiglio di portarli a vedere la meravigliosa Cappella Sistina. E infine, però, per i bambini, meglio vedere poche cose che rimangono e non esagerare e voler vedere tutto in un’unica visita. Con l’augurio di ritornare.

(Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei – riproduzione strettamente riservata)



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