Skip to main content

Il vaccino AstraZeneca è sicuro? Rispondono Novelli e Bassetti

Di Giuseppe Novelli e Matteo Bassetti
vaccino astrazeneca

I dati disponibili finora hanno mostrato che gli eventi tromboembolici osservati nelle persone vaccinate non sono superiori a quelli osservati nella popolazione generale. È giusto essere attenti e scrupolosi nell’osservare eventi avversi, ma è soprattutto corretto valutare, analizzare e poi decidere. Il vero pericolo sono le notizie non documentate e soprattutto non accurate. L’analisi di Giuseppe Novelli, professore ordinario Genetica Medica, Università di Roma Tor Vergata, e Matteo Bassetti, professore ordinario Malattie Infettive, Università di Genova

Il vaccino contro il coronavirus sviluppato da AstraZeneca e dall’Università di Oxford è stato ora sospeso in diversi Paesi in Europa e in Asia, a seguito delle segnalazioni di eventi trombotici osservati in alcuni soggetti vaccinati. Altre nazioni, tuttavia, hanno continuato a vaccinare le persone con questo vaccino senza interrompere le campagne di inoculazione. Questo causa confusione e problematiche non di poco conto in una situazione pandemica ancora preoccupante.

È bene quindi far chiarezza:

1. Gli esseri umani non sono uguali, anzi sono molto più diversi tra loro di quello che avremmo mai potuto pensare;
2. Gli eventi avversi da farmaco (ADE) sono molto comuni e comprendono: errori di somministrazione, reazioni avverse al farmaco stesso, reazioni allergiche e sovradosaggio;
3. Sono mediamente responsabili di circa 2 milioni di ricoveri ospedalieri ogni anno;

I vaccini, come tutti i farmaci, possono causare reazioni avverse in alcune persone. Una volta autorizzati all’uso clinico, i vaccini vengono monitorati in continuazione dalle Agenzie Regolative di ogni nazione che registrano, analizzano e rilevano eventi avversi o sintomi nuovi, insoliti o rari del vaccino che possono essere osservati soltanto quando milioni individui ricevono il vaccino. L’AIFA al 26 febbraio 2021 ha registrato e valutato 30.015 segnalazioni su un totale di 4.118.277 dosi di vaccino somministrati in Italia, con un tasso di segnalazione di 729 ogni 100.000 dosi, coerente con i risultati degli studi clinici e indicativo della speciale attenzione dedicata a questa vaccinazione. Molte di queste segnalazioni riguardano sintomi come febbre, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea (circa il 93% delle segnalazioni). Gli eventi segnalati sono insorti prevalentemente lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo (87% dei casi).

Le segnalazioni indicate come gravi, per le quali sono in corso studi di valutazione specifica e approfondita per stabilire una eventuale causalità con le vaccinazioni, corrispondono al 6,1% del totale, cioè un tasso di 44 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino e dalla dose somministrata. Nel caso specifico del vaccino AstraZeneca, è bene ricordare che su circa 5 milioni di persone in Europa che hanno ricevuto dosi di questo vaccino, sono stati segnalati 30 casi di associati “eventi tromboembolici”, ovvero formazione di coaguli di sangue nei vasi sanguigni e al blocco del flusso sanguigno. Ogni anno si registrano in Italia all’incirca 35 casi su 100.000 di embolia polmonare (l’evento più grave del tromboembolismo).

L’Ema ha immediatamente riconosciuto che alcuni stati membri avevano sospeso l’uso del vaccino Oxford-AstraZeneca, ma ha suggerito di continuare la somministrazione del vaccino e attivato subito le procedure di indagine sui casi sospetti attraverso il suo Comitato di Sicurezza. Questa è la procedura standard, necessaria, opportuna nell’interesse delle persone e non delle aziende farmaceutiche. È importante subito chiarire che un ampio numero di segnalazioni non implica una maggiore pericolosità del vaccino, ma è indice dell’elevata capacità del sistema di farmacovigilanza nel monitorare la sicurezza.

I dati disponibili finora hanno mostrato che gli eventi tromboembolici osservati nelle persone vaccinate non è superiore a quello osservato nella popolazione generale. Anche l’azienda AstraZeneca giovedì sera ha affermato che la sicurezza del suo vaccino è stata ampiamente studiata in studi sull’uomo e dati sottoposti a revisione critica hanno confermato che il vaccino è generalmente ben tollerato. Una situazione analoga era stata in passato anche per il vaccino antinfluenzale in soggetti di età ≥50 anni. Ma un’analisi accurata “post hoc”, ha escluso ogni nesso di causalità.

Quindi è giusto essere attenti e scrupolosi nell’osservare eventi avversi, ma è soprattutto corretto valutare, analizzare e poi decidere. Il vero pericolo sono le notizie non documentate e soprattutto non accurate che rischiano, anzi lo hanno già fatto, di mascherare quanto di straordinario la scienza e la ricerca hanno fatto per scoprire e produrre vaccini eccezionali che non solo impediscono di ammalarsi, ma come dimostrato dati recentissimi, bloccano la trasmissione virale.

Vaccinarsi è una libera scelta, ma sarebbe anche giusto che chi rifiuta di vaccinarsi cedesse il proprio vaccino a chi invece sceglie di farlo. Ricordiamoci però che, ad oggi, vaccinarsi è l’unico modo che abbiamo per far scomparire questo terribile virus.

Exit mobile version