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Le verità sull’origine del Covid-19 a cui la scienza deve rispondere

Conoscere con sicurezza scientifica l’origine del virus ci aiuterebbe a prevenire e a ridurre i rischi legati a future pandemie. È stato fatto troppo poco e male da governi, Oms, virologi e media. Le due principali ipotesi, trasmissione naturale o trasmissione per errore umano, restano entrambe valide, anche se la seconda sta progressivamente collezionando prove e raccogliendo consensi. L’analisi comparativa di Pietro Paganini

Dopo 14 lunghi mesi di pandemia ancora non sappiamo l’origine del virus Covid-19. Siamo riusciti a studiarlo, a comprenderne le dinamiche per ridurne la diffusione, a produrre terapie per curarci e vaccini per immunizzarci (somministrati a più di un miliardo di cittadini). Non siamo stati ancora capaci di rintracciarne l’origine. Come si è diffuso il virus? È passato da un pipistrello all’uomo per caso? O è sfuggito, per un incidente, da un laboratorio? Al momento entrambe le ipotesi restano valide.

Conoscere con sicurezza scientifica l’origine del virus ci aiuterebbe a prevenire e a ridurre i rischi legati a future pandemie. La verità sui meccanismi è utile per produrre conoscenza.

La prima ipotesi (naturale) sostiene che il virus sia stato trasmesso all’uomo direttamente dal morso di un pipistrello (solito ospitare il coronavirus) o indirettamente attraverso un’altra specie animale colpita dal pipistrello. Si tratterebbe di un incidente casuale – che per il governo cinese è avvenuto presso il mercato della città di Wuhan.

La seconda ipotesi sostiene che il virus sia stato trasmesso all’uomo per un incidente avvenuto nel laboratorio di virologia più importante della Cina, che per coincidenza si torva proprio nella città di Wuhan.

In entrambi i casi si tratta di incidenti. Purtroppo le due ipotesi sono state raccontate diversamente. Per molti scienziati e virologi, Oms, media, e governo cinese, il primo incidente è stato naturale, cioè imputabile al fato e quindi inevitabile, mentre il secondo sarebbe da attribuire all’uomo, quindi volontario, cioè evitabile. Di conseguenza la prima ipotesi è vera perché più facile da accettare nella cultura occidentale, mentre la seconda è una sciocca teoria cospiratoria.

I fatti e il ragionamento logico dimostrano che entrambe sono incidenti. Anzi, con il passare del tempo la prima ipotesi trova sempre meno conferme e soprattutto, fatica a rispondere alle molte obiezioni che si stanno progressivamente sollevando. Mentre l’ipotesi definita scioccamente cospirazionista sta progressivamente raccogliendo evidenze a favore. Tuttavia, nessuna è certa.

La ragione per cui non si siano trovate conferme a favore di una e dell’altra ipotesi è molto semplice.

– Il governo cinese ha fatto poco per produrre evidenze. Il governo cinese è per tradizione e cultura (politica) per nulla trasparente. Ha nascosto i fatti e ha usato la Pandemia come propaganda interna e geopolitica. Il mercato di Wuhan è una barzelletta (paziente zero morso da un pipistrello a fine 2019): i casi di infezione infatti, risalgono all’autunno del 2019, e forse addirittura prima.

– L’Oms non ha voluto e potuto trovare evidenze, non ricevendo collaborazione. Il rapporto finale appena pubblicato considera l’ipotesi del laboratorio inverosimile, ma non la esclude. Così come non produce evidenze sul morso del pipistrello. Tuttavia, gli tessi scienziati dell’Oms hanno denunciato l’impossibilità a investigare il laboratorio di Wuhan.

– I virologi si sono trovati in un gigantesco conflitto di interessi e di potere, tipico di molte comunità scientifiche. I virologi sono stati i primi a sconfessare la possibilità che il virus sia fuggito dal laboratorio. Tra i più convinti (tanto da firmare una lettera su Nature) un paio di nomi di fama internazionale. Temono la reazione feroce dell’opinione pubblica e le conseguenze sulla comunità scientifica. Oggi sappiamo che a finanziare le ricerche di Wuhan sul Coronavirus erano proprio, i firmatari della lettera, con fondi pubblici americani. I casi della vita… Virologi meno affermati temono forse per la propria carriera e per futuri finanziamenti. Comprensibile. Vediamo oggi che, buona notizia, con il passare del tempo e l’emergere di nuove evidenze, un numero sempre maggiore di questi virologi, sta cambiando idea, sposando la seconda ipotesi. Chissà cosa pensano ancora i virologi super star della TV italiana che fino a ieri ostracizzavano la possibilità dell’errore umano.

– I media hanno cavalcato l’emotività, scegliendo l’ipotesi più evocativa e politicamente più distante dal Presidente Trump. Nessun media mainstream si sarebbe mai affiancato a Trump inimicandosi l’establishment dei virologi, l’Oms, e la Sinistra che insegue verità certe e semplici. La storiella del mercato infatti, conferma che non c’è errore umano, ma è la natura. Semmai, passa il messaggio ambientalista marxista per cui le foreste spariscono per far spazio alle megalopoli e la natura si vendica.

– Gli Stati Uniti sono stati evanescenti con le loro accuse. Lo stesso Trump, che non ha mai perso occasione per attaccare Pechino, è stato molto blando sul caso. La denuncia dei diplomatici Usa che il laboratorio di Wuhan fosse poco sicuro è scomparsa velocemente dai media.

Oggi sappiamo che il governo americano ha finanziato progetti di ricerca sul coronavirus – tramite i virologi di cui sopra – presso il laboratorio di Wuhan. L’interesse Usa è duplice: (i) geopolitico e di intelligence: stare dentro al laboratorio cinese; (ii) fare in Cina ciò che è meglio non fare dentro casa propria.

L’ipotesi del mercato è evidentemente una favola della propaganda cinese. Mentre l’ipotesi, come per la SARS o la MER, che il primo contagio sia stato casuale, diretto o indiretto con il pipistrello, è valida e da considerare seriamente a prescindere che sia stata umiliata da scelte di interesse (virologi, media, establishment Oms, governo cinese). Tuttavia restano domande cui è difficile rispondere: i pipistrelli che portano il coronavirus e forse, il Covid-19, si trovano in caverne a oltre 1500km da Wuhan un raggio troppo ampio anche per un pipistrello maratoneta. Risulta anche difficile che il virus sia arrivato a Wuhan senza infettare alcuno lungo il tragitto.

L’ipotesi del laboratorio acquista quindi, credibilità.

– Il virus si diffonde a Wuhan
– dove c’è il più importante laboratorio di virologia della Cina
– dove si studia il coronavirus
– dove si fanno esperimenti finanziati anche dal governo Usa sul coronavirus
– dove le condizioni di sicurezza sono scarse, incompatibili con il tipo di ricerca sviluppata
almeno 4 ricercatori avrebbero avuto i sintomi della malattia già nel 2019 (anche se naturalmente non ci sono evidenze).

Il virus potrebbe quindi essere uscito, per errore dal laboratorio. Non deve essere necessariamente ingegnerizzato per sfuggire. Il passaggio naturale potrebbe essere accaduto proprio lì, portato in sicurezza da una delle famose grotte dei pipistrelli (si spiega il viaggio senza infezioni).

Ma resta valida anche l’ipotesi che il virus sia stato ingegnerizzato in laboratorio e sia sfuggito per sbaglio. È stato dimostrato, anche se è molto difficile, che il virus possa essere stato prodotto in laboratorio, proprio nel contesto di quei progetti finanziati dagli Usa.

I governi europei dovrebbero impegnarsi a risolvere il caso. Non si tratta di addossare la colpa o di condannare nessuno. Se fosse dimostrata l’ipotesi dell’infezione casuale dovremmo perseguire certe pratiche di prevenzione oltre che avere pronta una risposta sanitaria adeguata. Se fosse confermata l’ipotesi del laboratorio, con buona pace dei virologi, dovremmo discutere, come per la genetica, dei confini della ricerca, della convenienza ed efficacia della ricerca spinta, e della sicurezza necessaria.

Senza questo sforzo politico e scientifico a noi cittadini verrà a mancare uno strumento critico, fiducia nelle istituzioni, e fiducia nella scienza (compresi i virologi star Tv).

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