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La scienza è fallibile e ha bisogno di regole. La lezione del Coronavirus

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Oggi è necessario aumentare le procedure di valutazione che i ricercatori devono applicare per irrobustire la tutela della libertà umana dall’azione stessa della scienza. Queste procedure dovrebbero essere annesse allo stesso metodo scientifico proprio per promuovere la conoscenza senza minacciare la vita dell’uomo. Il commento di Pietro Paganini

La scienza non è infallibile e ha bisogno di regole. Per alcuni scienziati è uno strumento per affermare una verità definitiva a cui non può sfuggire nulla. La Scienza invece, in quanto metodo, è fallibile, per cui necessità di regole che tutelino le nostre libertà dalla portata di eventuali rischi. Quanto succedeva nel laboratorio di Wuhan dovrebbe farci riflettere.

La Commissione europea ha chiesto di investigare sull’origine del virus SarsCoV-2. Finalmente. Anche in Europa cresce la consapevolezza che conoscere l’origine del virus è fondamentale per evitare future pandemie oltre che come atto di trasparenza verso i cittadini.

A prescindere dal fatto che il virus sia uscito o meno dal laboratorio di Wuhan, siamo ormai sicuri che li:

si faceva ricerca molto avanzata, gain of function, per mutare i virus, come il Corona, e renderli più aggressivi e trasmissibili (cosa che avrebbe funzionato molto bene con la Covid-19 se fosse vera l’ipotesi della fuga);

le misure di sicurezza non erano sufficienti, soprattutto per quel tipo di ricerca (il laboratorio è in territorio cinese ma con finanziamenti internazionali, provenienti anche dal Governo Usa e francese.

Vi è quindi da domandarsi se vi sia un problema relativo ai fini e alle regole della scienza. Il potenziamento delle funzioni di un virus, infatti, può mutare la natura ben fuori dal controllo umano.

Con il potenziamento delle funzioni (acquisizione di funzione) di un virus si studiano tante cose tra cui l’evoluzione che quell’organismo può assumere, diventando patogeno, e quale rischi potrebbe rappresentare per l’uomo. Da qui, oltre alla maggiore conoscenza dei virus e della natura, impareremmo a proteggerci e quindi a migliorare le nostre condizioni di sopravvivenza.
Non si tratterebbe di un’evoluzione naturale ma indotta dall’uomo artificialmente. Non è perciò necessario, che altrimenti possa mai manifestarsi in natura.

Se i benefici di questo tipo di ricerca sono tanti, sono altissimi, come forse abbiamo sperimentato, anche i rischi. In altre parole dovremmo chiederci se ne vale la pena.

Il potenziamento delle funzioni di un virus può sfuggire al controllo umano. Porta infatti con se, una serie di conseguenze molto importanti, tra cui alcune che non siamo capaci di prevedere e poi di gestire.

È in vista di questi casi che è necessario aumentare le procedure di valutazione che i ricercatori devono applicare per irrobustire la tutela della libertà umana dall’azione stessa della scienza. Queste procedure dovrebbero essere annesse allo stesso metodo scientifico proprio per promuovere la conoscenza senza minacciare la vita dell’uomo.

La necessità di avere delle regole procedurali del resto, riflette la consapevolezza legata al metodo scientifico stesso, che la scienza sia e non possa altro che essere limitata, come tutte le attività dell’agire umano. Ogni scoperta non è mai una verità, ma un passaggio ulteriore per aumentare la comprensione della vita da parte dell’uomo, migliorarla, con la consapevolezza che restano comunque, degli elementi incomprensibili che ancora sfuggono alla conoscenza. È il carattere della diversità di ciò che ci circonda, che proprio perché sempre differente e mutevole, non è mai definitivamente in pieno definibile.

Purtroppo invece, alcuni scienziati, hanno interpretato la scienza come uno strumento per affermare una verità definitiva promuovendo l’idea che tutto è soggetto al controllo dell’uomo.

Quanto è successo a Wuhan, che il virus sia arrivato a noi uomini naturalmente o da un laboratorio, dimostra invece che, c’è sempre qualche cosa di diverso e incontrollabile. Sarebbe opportuno che virologi e scienziati, riflettano di volta in volta, sui confini della scienza. Non esclusivamente una questione di convenienza (costi/benefici immediati) per l’uomo, ma riguarda l’essenza stessa dell’uomo e il suo ruolo nella natura.

Anche la ricerca di fatto, deve essere sostenibile.

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