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Stallo sui migranti in Ue. Tutti i nodi da sciogliere (e la proposta di Draghi)

La Turchia è stata designata come Paese sicuro per i richiedenti asilo provenienti da Siria, Afghanistan, Pakistan, Bangladesh e Somalia. Ma ci sono moltissimi dubbi sulla realtà in loco. Oggi vertice europeo in Lussemburgo, chi seguirà la proposta di Draghi?

Sul dossier immigrazione dopo la mossa di Mario Draghi e le risposte contraddittorie di Bruxelles, si rischia una svolta o nuovo caos? Circa l’evoluzione del patto migratorio, dopo anni di accordi non propriamente riusciti, gli stati membri potrebbero provare ad utilizzare mini patti per creare slancio e fiducia. In questo senso la presenza del presidente americano Joe Biden al vertice che si terrà tra pochissimi giorni potrà contribuire ad un rasserenamento delle tensioni, anche in ottica geopolitica. Ma alcuni elementi potrebbero influire negativamente sul dossier, di cui si discute oggi in occasione del Consiglio degli Affari interni Ue in Lussemburgo.

QUI TURCHIA

La Turchia è stata designata come Paese sicuro per i richiedenti asilo provenienti da Siria, Afghanistan, Pakistan, Bangladesh e Somalia. La decisione ministeriale congiunta riconosce che la Turchia soddisfa tutte le condizioni in quanto si è dimostrato che non ci sono rischi per razza, religione, nazionalità e convinzioni politiche dei richiedenti. In questo modo, sulla carta, si compie un altro passo per la piena attuazione della Dichiarazione congiunta Ue-Turchia, che obbliga il Paese confinante a non consentire il contrabbando di migranti in Grecia.

Appunto sulla carta, perché poi nella pratica le condizioni socio-sanitarie in Turchia restano proibitive. Negli ultimi 15 mesi la Turchia ha rifiutato di riammettere 1.453 rifugiati che le autorità greche volevano rimandare indietro, mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva dichiarato nel febbraio 2020 che avrebbe lasciato passare attraverso la Turchia i migranti che cercavano di raggiungere l’Unione europea.

IL NODO

Secondo fonti diplomatiche, alcuni ministri Ue porteranno in Lussemburgo la proposta che venga al più presto potenziato il database di Eurodac, ovvero la super banca dati per la registrazione delle impronte digitali e altri dati biometrici dei richiedenti asilo. Se così fosse, ci sarebbe il vantaggio di poter accelerare le decisioni sulle domande e quindi contrastare fisiologicamente i fenomeni di migrazione irregolare.

Il nodo però verte le esigenze dei Paesi di prima accoglienza, ovvero il cosiddetto blocco mediterraneo (Italia, Grecia, Portogallo, Spagna): puntano evidentemente ad ottenere una decisione uniforme che non scarichi su di loro l’intera gestione del dossier, ma possa evolversi sulla base di una proposta non frammentaria. Gli Stati membri Ue settentrionali, come noto, temono un aumento dei movimenti irregolari verso nord, passaggio su cui Mario Draghi sta mediando da tempo (ma l’Austria è fortemente contraria) con l’obiettivo mai celato di ridistribuire i migranti che arrivano in Italia. È proprio questo il tema, controverso, al centro del vertice di oggi in Lussemburgo alla presenza della ministra dell’interno Luciana Lamorgese. Un passaggio su cui però non c’è molto ottimismo al Viminale.

VARIABILI

Due le variabili dettate dalla cronaca, oltre alla nota contrapposizione ideologica in Ue tra settentrionali e meridionali. Da un lato in Grecia la polizia di frontiera sta sperimentando cannoni sonori per dissuadere le persone dall’avvicinarsi al confine. Dall’altro la Danimarca ha approvato una legge che consente ai richiedenti asilo di essere inviati fuori dall’Europa in attesa dell’esame delle loro domande.

Intanto la Grecia ha annunciato che le domande di asilo presentate in Turchia non saranno più accettate poiché Ankara è stata designata come Paese sicuro per i migranti. Secondo il ministro greco per l’immigrazione e l’asilo Notis Mitarachi la designazione della Turchia come paese terzo sicuro “è un passo importante nella lotta ai flussi migratori illegali e all’attività criminale delle reti di trafficanti”. “Abbiamo bisogno di una migliore cooperazione di polizia per proteggere i nostri cittadini”, ha aggiunto la commissaria europea per gli affari interni Elva Johansson.

La Turchia ha ripetutamente condannato la pratica illegale della Grecia di respingere i richiedenti asilo, affermando che viola i valori umanitari e il diritto internazionale. Ma di fatto la sterzata di Atene costringerà Erdogan ad una reazione: fino ad oggi la Turchia non mostrato disponibilità a riprendere i migranti che avevano raggiunto la Grecia dal suo territorio, nonostante l’accordo turco-Ue del 2016. Sul punto si è creato un ping pong geopolitico tra i due Paesi, considerati i dossier aperti (e le tensioni) alla voce gas e geopolitica.

twitter@FDepalo

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