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Missile Usa a Kabul. Evitato un altro attentato all’aeroporto

Gli Stati Uniti hanno condotto un attacco all’aeroporto di Kabul probabilmente per sventare un altro attentato nella capitale dell’Afghanistan. Tutti gli aggiornamenti

Il Pentagono ha confermato con un comunicato che gli Stati Uniti hanno condotto un raid aereo per sventare una minaccia terroristica nei pressi dell’aeroporto di Kabul, la capitale dell’Afghanistan.

Il dipartimento della Difesa statunitense ha detto che il bombardamento (eseguito con un drone secondo la formula “over-the-horizon”, dunque non decollato da basi afghane, ma dal Golfo) ha colpito un veicolo bomba, e ha prodotto un’esplosione secondaria. Questo significa che il target identificato portava con sé una grande quantità di esplosivo. Gli Usa hanno evidentemente avuto informazioni di intelligence (raccolte anche grazie ai Talebani?) che hanno permesso l’azione in anticipo così da sventare l’attentato.

Testimoni oculari sulla scena affermano ai media locali che l’esplosione secondaria ha prodotto danni a una casa nella zona residenziale di Khwaja Bughra, vicino allo scalo. Ci sarebbero delle vittime. Le riprese televisive della scena mostrano del fumo nero che si alza nel cielo sopra agli edifici.

Tutto avviene a tre giorni di distanza dall’attentato suicida rivendicato dallo Stato islamico del Khorasan (ISKP) aveva ucciso dozzine di persone tra cui 13 soldati americani.

Alcune forze occidentali, come quelle degli Stati Uniti, sono nella fase finale del ritiro da Kabul, da ultimare entro il 31 agosto. Altre come le italiane e le inglesi hanno completato le loro operazioni di evacuazione dei connazionali e delle famiglie degli afghani che hanno collaborato con le rispettive missioni e che temono le rappresaglie dei Talebani ora che sono tornati al potere.

Lo scalo è ancora un luogo sensibilissimo. Il ponte aereo — una delle più grandi operazioni di evacuazione di sempre — segna la fine di una missione occidentale di 20 anni in Afghanistan iniziata quando le forze guidate dagli Stati Uniti hanno estromesso un governo talebano che aveva fornito rifugio sicuro ai qaedisti autori degli attacchi del 9/11.

Contemporaneamente le evacuazioni sono diventate un soft target per i terroristi dell’Is (ISKP). I baghdadisti afghani hanno sfruttato l’assembramento di migliaia di persone davanti ai cancelli dell’aeroporto di Kabul per andare a colpo sicuro, massimizzando l’effetto dell’attentato, così da poterlo rivendere attraverso la propaganda jihadista come un grande successo.

L’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul sabato aveva lanciato il secondo avvertimento in altrettanti giorni esortando gli americani a lasciare “immediatamente” i cancelli dell’aeroporto di Kabul. Messaggio arrivato mentre, sempre sabato, il presidente Joe Biden definiva un altro attentato nelle prossime 24-36 ore “altamente probabile”.

Oggi, in un messaggio inviato ai giornalisti, il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, ha bruciato nei tempi le comunicazioni ufficiali di Washington, anticipando alcuni dettagli dell’attacco aereo americano e in modo da far capire che l’operazione è avvenuta sotto qualche genere di coordinamento o collaborazione.

ISKP è nemico tanto delle forze e degli attori stranieri (Usa, Ue, Cina, Russia, Golfo) quanto dei Talebani, ma allo stesso tempo è utile al nuovo gruppo di potere di Kabul per intestarsi un ruolo da interlocutore sul tema sicurezza — contro un nemico comune. Anticipando il Pentagono con una comunicazione ufficiale su quanto accaduto oggi, Zabihullah Mujahid intende rivendicare questo ruolo — da cui passa il riconoscimento internazionale dei nuovi governanti di Kabul.

Nella notte tra venerdì e sabato, un drone americano ha centrato un terrorista dello Stato islamico nella provincia di Nangarhar. Il Pentagono ha dichiarato che era coinvolto nell’attacco di giorni fa. Per colpirlo pare sia stato usato un Hellfire modificato R9X, ossia una bomba senza testata esplosiva che un momento prima dell’impatto apre una corona di lame. Usata già più volte in Siria e Yemen, la chiamano “bomba-ninja”, serve per minimizzare i danni collaterali prodotti dalle esplosioni ed è dotata di una precisione elevatissima.

(Articolo in aggiornamento)

 

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