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Parte il Transatlantic Investment Committee. Con il discorso di Di Maio

Di Luigi Di Maio

Oggi si è tenuta al Centro Studi Americani la sessione inaugurale della piattaforma di collaborazione. Pubblichiamo il discorso di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri: “Intendiamo rafforzare questo articolato partenariato bilaterale, nel solco anche dell’azione che l’Italia sta portando avanti, in questa congiuntura di ripresa post-pandemica, per promuovere il rilancio economico del Paese”

Gentile Presidente,

Ringrazio l’Associazione Amerigo, la Camera di Commercio Americana in Italia [AmCham], il Centro Studi Americani, Federmanager e voi tutti per aver organizzato questa sessione inaugurale del Transatlantic Investment Committee. Sono certo che il Comitato costituirà un’importante piattaforma di confronto e collaborazione sulle opportunità di investimento, sempre più ampie e strategiche, tra Italia e Stati Uniti.

Questo è un anno particolarmente significativo per l’amicizia tra Italia e Stati Uniti. In occasione delle celebrazioni del 160mo anniversario dello stabilimento dei rapporti diplomatici bilaterali, cui ho partecipato lo scorso aprile a Washington, abbiamo avuto modo di ricordare la profondità e la rilevanza del rapporto tra i nostri Paesi. Un rapporto che affonda le radici nel passato, ma che è fortemente orientato al futuro e che ha mostrato la sua robustezza anche in questa fase di crisi globale.

A fronte dello shock esogeno causato dalla pandemia, l’Unione Europea ha saputo dare una risposta ambiziosa e solidale, all’altezza della sfida e in grado di preservare coesione e convergenza. A distanza di più di un anno dallo scoppio della crisi, la strada intrapresa sta dando buoni frutti con la ripartenza della crescita e della fiducia di operatori economici e cittadini. Questo grazie ad una politica economica e monetaria di forte sostegno ed al varo di strumenti innovativi, come Next Generation EU, il più ambizioso programma di sostegno alla congiuntura e alle transizioni verde e digitale che l’Europa abbia mai adottato.

La stessa ambizione deve prevalere anche in ambito transatlantico. Oggi l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno bisogno più che mai l’una dell’altro per assicurare che i rispettivi percorsi di uscita dalla crisi siano coordinati e convergenti e si rafforzino a vicenda.

Il Consiglio commercio e tecnologia è stato un risultato chiave del vertice Unione Europea-Stati Uniti. Questo rappresenta un motore per intensificare la cooperazione commerciale transatlantica e gli investimenti e promuovere una leadership tecnologica e industriale basata su valori condivisi.

Alla riunione ministeriale inaugurale di Pittsburgh, l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno conseguito risultati concreti – nei settori di screening degli investimenti, controlli delle esportazioni, intelligenza artificiale, catene di approvvigionamento dei semiconduttori e sfide del commercio globale – e hanno individuato ulteriori compiti per i dieci gruppi di lavoro del Consiglio. Lavoreremo insieme, anche con l’ottica di evitare inutili barriere commerciali, per un approccio coerente agli standard delle tecnologie emergenti, alla resilienza delle catene di approvvigionamento, per affrontare le pratiche distorsive del mercato, impiegare la tecnologia nella lotta contro il cambiamento climatico e promuovere i diritti dei lavoratori.

Le intese raggiunte sulla controversia Airbus-Boeing e sull’eliminazione dei dazi sulle Digital Tax nazionali testimoniano la rinnovata forza del legame transatlantico e gettano le basi per appianare le rimanenti divergenze in ambito commerciale, in particolare nel settore siderurgico.

Questi sviluppi dischiudono opportunità significative anche sul piano bilaterale. Permettetemi di ricordare qui anche la decisione statunitense – che ho accolto molto positivamente -, annunciatami dal segretario di Stato Blinken di eliminare le limitazioni agli spostamenti per i viaggiatori italiani che hanno completato il ciclo vaccinale: un provvedimento che consentirà di rilanciare gli scambi tra i nostri paesi in tutti i settori, a cominciare dalle rispettive comunità di business e per cui ringrazio l’ambasciatrice Zappia e l’incarico d’affari Smitham.

Per l’Italia, gli Stati Uniti sono il primo partner commerciale fuori dall’Unione Europea. A seguito della crisi economica, prima del 2008 e poi nel 2012-2014, l’interscambio tra Italia e Stati Uniti ha intrapreso una costante e rapida crescita, passando da 42 miliardi del 2014 a 62 miliardi del 2019.

Nei primi otto mesi di quest’anno, del 2021, sullo sfondo di una generale ripresa degli scambi internazionali, l’interscambio tra Italia e Stati Uniti ha conosciuto una crescita del 14,8% rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre l’export italiano verso gli Stati Uniti è aumentato del 18,3%. Sono dati incoraggianti che confermano la tendenza a una robusta ripresa delle vendite verso i principali mercati di destinazione dell’export italiano.

La solidità delle relazioni tra Italia e Stati Uniti è testimoniata anche dal valore degli Investimenti Diretti Esteri (IDE) reciproci. Nel 2020, lo stock di IDE netti italiani negli USA era di circa 43 miliardi di euro.

Il crescente flusso di Investimenti Diretti Esteri statunitensi verso il nostro Paese è indice dell’interesse e della fiducia che gli investitori americani stanno riponendo nel Sistema Italia e nel valore del Made in Italy. Gli investimenti americani in Italia si caratterizzano, inoltre, per l’alto valore aggiunto, soprattutto in termini occupazionali e di innovazione. Nel 2020, gli Stati Uniti sono stati tra i primi 10 investitori in Italia e rientrano tra i Paesi prioritari per le politiche di attrazione degli investimenti esteri in Italia.

In raccordo con le Amministrazioni competenti, a cominciare dal Ministero per lo Sviluppo Economico, il Ministero degli Affari Esteri è impegnato, nel quadro del Comitato per l’Attrazione degli Investimenti Esteri, a rendere l’Italia un hub strategico per gli investimenti virtuosi e di qualità e per l’afflusso di capitali stranieri destinati ad attività economiche ad alto valore aggiunto.

La graduale ripresa dell’economia, favorita dal prossimo avvio operativo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nel quadro del Next Generation EU, e le riforme strutturali previste per migliorare il clima di affari, renderanno il nostro paese ancora più attrattivo per i potenziali investitori.

Assicuriamo il massimo impegno delle Istituzioni, inclusa la Rete diplomatico-consolare e quella di ICE Agenzia, per promuovere le attività presenti e future degli investitori americani. Un impegno confermato anche dalla recente visita del Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, a Washington e Boston, che ha consentito di esplorare prospettive e opportunità di business e investimento in settori ad alta innovazione. Vorrei ricordare, a titolo di esempio della nostra capacità di fare sistema, la gestione della proposta di investimento della multinazionale Intel, per la realizzazione di una mega fabbrica di semiconduttori in Europa, rispetto alla quale il sistema dell’attrazione investimenti esteri ha saputo rispondere efficacemente e con rapidità alle richieste dell’investitore.

Considerata la rilevanza del mercato americano, sono attivi due Desk per l’attrazione degli investimenti di ICE-Agenzia, uno a New York e uno a San Francisco. Entro l’anno sarà realizzato il rafforzamento di questa rete con nuove figure a Houston, Chicago e Boston.

Ricordo, inoltre, la prossima apertura a San Francisco del Centro di Innovazione Italiano, un avamposto del nostro Paese nella Silicon Valley, che riunirà, in un unico spazio, l’Istituto Italiano di Cultura, l’Agenzia ICE, con il proprio Desk per l’Attrazione degli Investimenti Esteri, e il Centro d’Innovazione.

Con questi ed altri strumenti ci prefiggiamo di sviluppare ulteriormente la già l’eccellente cooperazione bilaterale in tutti i settori e, in particolare, in quelli dell’innovazione – Intelligenza artificiale, Robotica, Scienze della vita, Fisica, Astrofisica e Spazio- che hanno carattere strategico per le relazioni sia economiche che scientifiche tra i nostri Paesi.

Mi soffermo, tra questi, sullo Spazio per evidenziare la stretta collaborazione fra la nostra Agenzia spaziale, l’ASI e la NASA, testimoniata, tra l’altro, dalla partecipazione italiana all’iniziativa Artemis, programma spaziale che riporterà l’umanità sulla Luna e che in futuro potrebbe aprire la strada alla missione esplorativa verso Marte.

Intendiamo rafforzare questo articolato partenariato bilaterale, nel solco anche dell’azione che l’Italia sta portando avanti, in questa congiuntura di ripresa post-pandemica, per promuovere il rilancio economico del Paese.

Grazie al lavoro della Farnesina, con il Patto per l’Export, abbiamo già segnato un record per il Made in Italy. Tra settembre 2020 e agosto 2021 abbiamo raggiunto 494 miliardi, superando i dati del 2019, anno record dell’export italiano. Nel confronto con i partner europei, secondo Eurostat, l’aumento delle esportazioni dell’Italia nei primi otto mesi del 2021 rispetto al 2020, pari a +22,3%, è stato superiore a quello di Germania (+16,1%), Francia (+17,7%) e Spagna (+21,5). Il nostro prossimo obiettivo è superare i 500 miliardi di valore dell’export.

Il Patto per l’Export punta su transizione digitale, capitale umano e crescita tecnologica delle nostre aziende. Vorrei citare alcuni di questi strumenti velocemente:

  • Export.gov.it, per la prima volta abbiamo messi insieme in un solo portale, gestito tra poco anche da un’intelligenza artificiale, gli incentivi per l’export di MAECI, ICE, SIMEST, SACE e Regioni;
  • “Smart Export – L’accademia digitale per l’internazionalizzazione”, imprenditori e dirigenti d’azienda, soprattutto delle piccole, si stanno formando gratuitamente presso le università italiane per internazionalizzare i propri prodotti;
  • abbiamo rifinanziato il “Temporary Export Manager”, che ci consente di abbassare i costi delle aziende che assumono manager per internazionalizzare i propri prodotti e per re-ingegnerizzare i processi;
  • e il “Bonus export digitale”, che gli consente di digitalizzarsi con fondi della Farnesina e quindi affrontare la sfida dell’ecommerce nell’internazionalizzazione.

A queste iniziative, si aggiungono le risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): gestiremo 1,2 miliardi di euro attraverso il Fondo 394/81 di Simest per erogare finanza agevolate in funzione dell’internazionalizzazione dei loro prodotti.

E aggiungo, che proprio in queste ore, nella legge di bilancio fino al 2026 saranno stanziati 1,5 miliardi a prestito e 150 milioni a fondo perduto all’anno per erogare questi servizi di finanza agevolata ogni anno alle aziende italiane. Abbiamo voluto che diventassero strutturali così che tutte le aziende italiane possano programmare i loro interventi di internazionalizzazione e farseli finanziare da SIMEST oltre che da SACE.

L’impegno della Farnesina sui temi dell’innovazione si rivolge inoltre a una realtà estremamente dinamica e in crescita: quella delle start-up. Ricordo due eventi in questo ambito:

  • la G20 Innovation League, che abbiamo tenuto a Sorrento due settimane fa nell’ambito del G20 Trade di Sorrento, che ci ha consentito di riunire le startup dei Paesi del G20 e i fondi di venture capital e permettergli sulle grandi sfide globali di vedersi finanziati nuovi progetti sulla salute, sull’ambiente;
  • il Global Startup Program (GSUP), che portiamo avanti con ICE: 150 che usufruiscono di programmi di accompagnamento personalizzati negli incubatoi di Paesi come Argentina, Cina Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Giappone, India, Israele, Regno Unito, oltre che Stati Uniti.

In conclusione, gli strumenti che abbiamo realizzato sono in continua evoluzione e ovviamente puntiamo a migliorarli costantemente con il continuo suggerimento e consiglio degli stakeholder. 

Ricordo che in questo anno cruciale, e in questo fine settimana in particolare, esercitiamo al massimo livello la presidenza del G20 e la settimana prossima la co-presidenza della COP26. Stia portando avanti con determinazione e responsabilità una cooperazione rafforzata con gli Stati Uniti e con i tutti i nostri partner per favorire un approccio coeso e coerente della comunità internazionale alle priorità globali più pressanti. Un impegno che si è tradotto, da ultimo, in occasione della Ministeriale G20 Commercio di Sorrento, nel sostegno a un sistema commerciale multilaterale fondato sulle regole, sui principi di non discriminazione e trasparenza, con l’Organizzazione Mondiale del Commercio al suo centro, in grado di trainare la ripresa globale in modo sostenibile e inclusivo.

L’attività del Transatlantic Investment Committee potrà inserirsi in questa cornice di fruttuosi rapporti contribuendo a espanderli e rafforzarli. E con questo auspicio, auguro a tutti voi presenti e ai membri del TIC, buon lavoro.

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