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Ecco perché il capo delle spie danesi è finito in manette

Massimo riserbo sull’inchiesta. Ma gli indizi portano alle inchieste che hanno rivelato i rapporti dell’intelligence di Copenaghen con la Nsa americana per spiare Angela Merkel. Lars Findsen e altri quattro potrebbero essere le fonti della stampa

C’è anche Lars Findsen, dal 2015 direttore dell’agenzia d’intelligence esterna danese, tra le persone coinvolte in una vista inchiesta giudiziaria sui servizi segreti nazionali.

L’affaire ha conquistato le prime pagine dei giornali danesi e le aperture dei telegiornali, nonostante le informazioni note siano pochissime, data la delicatezza che ha portato a un caso condotto a porte chiuse. Basti pensare che un tribunale ha permesso la pubblicazione del coinvolgimento di Findsen, che si trova in carcere dall’8 dicembre, soltanto lunedì 10 gennaio. Cioè oltre un mese dopo che uno dei più importanti dirigenti dell’intelligence danese è stato arrestato insieme ad altri quattro membri dei servizi segreti del Paese nordeuropeo.

Gli stessi media, però, sembrano avere una certezza: le manette sono scattate in merito al grosso scandalo che tra 2020 e 2021 ha colpito i servizi segreti del Paese. Il loro stretto rapporto con l’agenzia di sicurezza nazionale statunitense Nsa avrebbe permesso a quest’ultima di utilizzare sistemi di intercettazione sui cavi di telecomunicazione sottomarini di proprietà del governo di Copenaghen per spiare l’allora cancelliera tedesca Angela Merkel e alcuni altri politici europei.

Una conferma sembra arrivare nei capi d’imputazione. Findsen è accusato di tradimento, di aver violato un articolo del codice penale diffondendo “informazioni altamente riservate”, reato per cui sono previsti fino a 12 anni di carcere. La televisione pubblica DR ha spiegato che i sospetti dell’agenzia di intelligence della polizia riguardano le rivelazioni di quello scandalo. Secondo gli inquirenti, in sostanza, Findsen, l’ultimo rimasto sotto custodia, e i colleghi sarebbero stati le fonti delle inchieste giornalistiche che hanno rivelato la collaborazione tra l’intelligence danese e la Nsa. Il Servizio danese di sicurezza e intelligence ha paventato all’agenzia Reuters rischi di “danni gravi o estremamente gravi” alla Danimarca, ai Paesi dell’Unione europea o alla Nato.

“Voglio che le accuse vengano portate avanti e mi dichiaro non colpevole. Questo è completamente folle”, ha detto Findsen ai giornalisti durante l’udienza di lunedì nella quale il giudice ha deciso di estendere la sua custodia fino al 4 febbraio.

Il caso viene mantenuto sotto strettissimo riserbo. Ma su cui puntare i riflettori, viste le sue implicazioni per l’immagine dell’intelligence danese, per la cooperazione europea e i progetti della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per un Centro comune di conoscenza situazionale, ma anche per il rapporto tra sicurezza nazionale, privacy, trasparenza e libertà di stampa.

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