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Anche la finanza tedesca flirta con la Cina. Il caso Deutsche Bank

Dopo Jp Morgan, Goldman Sachs, BlackRock e Schroders, anche Deutsche Bank è pronta a stringere accordi con le banche cinesi per tuffarsi nel risparmio privato del Dragone. Un oceano da quasi 12.700 miliardi di dollari

Con denti aguzzi e artigli affilati, il Dragone è pronto ad azzannare un altro pezzo di finanza europea. Tedesca, per la precisione. Come raccontato in più occasioni da Formiche.net, non sono poche le grandi realtà finanziarie d’Occidente che in questi mesi sono state attratte dall’enorme massa di risparmio privato cinese. Nella Repubblica Popolare, infatti, le forme di previdenza e assistenza sociale, ma anche welfare, sono abbastanza blande, talvolta inesistenti. Di qui una naturale e innata propensione al risparmio dei cittadini cinesi, che usano il grosso delle loro risorse per pagare, per esempio, la scuola ai figli.

Naturale che questo enorme bacino, circa 90 mila miliardi di yuan (12.700 miliardi di dollari), abbia nel tempo attirato pezzi del calibro di Goldman Sachs, BlackRock, Jp Morgan. Che, attraverso le loro unità di gestione del risparmio, hanno siglato partnership con le grandi banche cinesi. Ora sembra essere arrivato il turno della Germania, ovvero della sua prima banca, la sesta in Europa per capitalizzazione, Deutsche Bank. Un istituto reduce da anni difficili, con perdite per decine di miliardi e bilanci gonfi di derivati. L’istituto di Francoforte sul Meno è stato più o meno risanato, e allora è tempo di guardarsi intorno, con un occhio a Oriente.

Ebbene, Deutsche Bank starebbe cercando di creare una joint-venture per la gestione di parte del risparmio cinese, attraverso un accordo strategico con la Postal Savings Bank of China. Le discussioni sarebbero ancora allo stato preliminare, ma ci sarebbe spazio di manovra sufficiente per la conclusione di un accordo. Qualora i piani si concretizzassero, l’istituto tedesco sarebbe la quinta società estera a formare una partnership di gestione patrimoniale con una banca cinese al fine di ottenere l’accesso ai ricchi investitori privati della Cina continentale.

D’altronde, è stata la stessa Cina a creare le condizioni affinché le grandi banche occidentali si paracadutassero sul risparmio cinese come api sul miele. Nel 2019 il Comitato cinese per lo sviluppo della stabilità finanziaria ha presentato diverse misure per incoraggiare la partecipazione di realtà estere sui mercati finanziari del Paese. Tra le altre cose è stata, per esempio, prevista la rimozione dei limiti alla proprietà straniera per le società di gestione di fondi e al controllo straniero delle società di gestione patrimoniale.

Anche la francese Amundi o la britannica Schroders hanno avuto dei flirt con la Cina e il suo risparmio. I casi più emblematici sono però quelli della scorsa primavera, quando BlackRock ha dichiarato di aver ricevuto l’approvazione per una partnership con la China Construction Bank, mentre JPMorgan Asset Management ha annunciato a marzo l’intenzione di investire 415 milioni di dollari nell’unità patrimoniale di China Merchants Bank.

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