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Colloqui in Bielorussia. Ma Zelensky è scettico e gioca col tempo

Ritorno al 2014: agli accordi di Minsk di allora si arrivò dopo incontri e negoziati ospitati all’interno della villa di Lukashenko, situata nella zona di Gomel. Ma la situazione sul campo…

I colloqui a Gomel, in Bielorussia, tra le delegazioni di Russia e Ucraina inizieranno domani mattina (lunedì 28 febbraio, ndr). Lo ha confermato vice ministro dell’Interno ucraino Evgeny Yenin citato dalla CNN.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di aver ricevuto una telefonata dall’omologo bielorusso Aleksander Lukashenko nel corso del quale i due hanno “concordato che la delegazione ucraina si incontrerà con la delegazione russa senza precondizioni sul confine ucraino-bielorusso, vicino al fiume Pripyat”, ha comunicato l’ufficio del leader di Kiev. “Lukashenko si è assunto la responsabilità di garantire che tutti gli aerei, elicotteri e missili di stanza sul territorio bielorusso rimarranno a terra durante il viaggio, l’incontro e il ritorno della delegazione ucraina”, si legge ancora.

È un ritorno al 2014: agli accordi di Minsk di allora si arrivò, infatti, dopo incontri e negoziati ospitati all’interno della villa di Lukashenko, situata nella zona di Gomel.

Ma da Kiev trapela scetticismo. “Lo dirò con franchezza: non credo molto all’esito di questo incontro, ma proviamoci”, ha però dichiarato Zelensky. A preoccupare è l’ordine del presidente russo Vladimir Putin di mettere in stato d’allerta le forze di deterrenza: secondo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba è un tentativo di fare pressione durante i colloqui concordati. Ma l’Ucrain “non cederà un centimetro del suo territorio. Andiamo lì per ascoltare cosa vuole dire la Russia, andiamo senza accordi preliminari sui risultati dei negoziati”, ha detto il ministro in un discorso trasmesso in televisione. “Continueremo a sconfiggerli nei territori che hanno preso sotto il loro controllo e se il risultato dei colloqui non sarà la pace, allora voglio chiarire che non cederemo un solo centimetro del nostro territorio”.

Zelensky resiste. Invece, più passa il tempo più il fronte interno – opposizione in piazza, prezzi in salita, rublo in picchiata, approvvigionamento dall’estero difficile – può rappresentare una debolezza per Putin. A ciò si aggiunga la difficoltà sul campo per i militari russi: le intelligence occidentali parlano di mancanza di carburante e cibo, e pure di code logistiche colpite dagli ucraini. Il tempo è decisivo.

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