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Crimini di guerra, l’accusa Usa alle truppe di Putin

Il segretario Blinken attacca e cita fonti pubbliche e d’intelligence, anche per le offensive su Mariupol. Materiale per Nato, G7 e Ue

Un’“attenta revisione” delle informazioni disponibili da fonti pubbliche e di intelligence ha portato gli Stati Uniti a concludere che le truppe russe hanno commesso crimini di guerra in Ucraina. Lo ha detto Antony Blinken, segretario di Stato americano, mercoledì, prima della partenza assieme al presidente Joe Biden e a Lloyd Austin, capo del Pentagono, verso Bruxelles per i summit Nato e G7 e per il Consiglio europeo.

Ci sono state “numerose segnalazioni credibili di attacchi indiscriminati e attacchi che hanno deliberatamente preso di mira i civili, così come altre atrocità” da parte delle forze russe in Ucraina, ha detto Blinken parlando anche degli attacchi a Mariupol. La Russia continua a negare di aver preso di mira i civili. “Siamo impegnati a perseguire la responsabilità utilizzando ogni strumento disponibile, compresi i procedimenti penali”, ha detto il capo della diplomazia statunitense.

Il presidente Biden la scorsa settimana aveva definito il leader russo Vladimir Putin “un criminale di guerra” per aver attaccato l’Ucraina, cosa che il ministero degli Esteri russo ha definito una dichiarazione “indegna di uno statista di così alto rango”.

Beth Van Schaack, diplomatico del dipartimento di Stato che si occupa di giustizia penale internazionale, ha detto dichiarato che la distruzione di un teatro a Mariupol avvenuta la scorsa settimana “sembra un attacco diretto contro un (obiettivo) civile”. “Era segnato molto chiaramente con la parola ‘bambini’. Non è un obiettivo militare”, ha detto in un briefing al dipartimento di Stato. La Russia ha negato di aver bombardato il teatro. Ma Van Schaack ha detto che prove di signal intelligence e resoconti russi che potrebbero essere utilizzati dai tribunali per dimostrare che i civili sono stati intenzionalmente presi di mira.

Secondo gli addetti ai lavori un processo a Putin o ad altri leader russi dovrebbe superare importanti ostacoli e potrebbe richiedere anni.

Nel breve termine, però, anche davanti a un nuovo contesto globale con una possibile deriva verso una sfida tra modelli (democrazie contro autocrazie), la mossa di Washington sembra pensata anche per serrare i ranghi dell’Occidente. Obiettivo che è alla base dei summit Nato e G7 e della partecipazione di Biden al Consiglio europeo.

Biden è in Europa “per assicurarsi che restiamo uniti, per cementare la nostra determinazione collettiva, per inviare un potente messaggio che siamo preparati e impegnati in questo per tutto il tempo necessario”, ha detto Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale. “Ci aspettano giorni difficili in Ucraina”, ha avvertito guardando anche all’aumento della violenza da parte delle forze russe. “Questa guerra non finirà facilmente o rapidamente”, ha concluso. Per questo, serve un Occidente compatto, a partire dai valori comuni.

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