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La scomparsa di Maria Romana De Gasperi nel ricordo di Girelli

Le parole di Giorgio Girelli, coordinatore Centro Studi Sociali Alcide De Gasperi, che ricordano Maria Romana De Gasperi

Il Centro Studi sociali “Alcide De Gasperi” partecipa con commossa solidarietà al cordoglio per la scomparsa di Maria Romana De Gasperi. Donna fiera ed intellettualmente acuta era, come le cronache evidenziano, la primogenita del grande Alcide al cui impegno politico ha preso parte da protagonista fin dal ripristino delle premesse per la vita democratica in Italia durante il secondo conflitto mondiale.

È noto tra l’altro come durante l’occupazione tedesca della capitale fu staffetta partigiana aiutando il padre a mantenere i contatti con gli antifascisti. Fu poi assistente personale dello statista trentino nel periodo in cui questi fu a capo del governo.

“Ho avuto la fortuna di vivere la mia giovinezza davanti ad un uomo onesto, che con il suo esempio mi ha insegnato il coraggio di tenere fede alle mie idee”, affermava Maria Romana parlando del padre. Del cui operato ci ha lasciato autorevoli testimonianze in apprezzati libri e scritti vari. Da ultimo, nel 2016, ha pure fondato l’“Edizione Nazionale degli epistolari di Alcide De Gasperi”. E fino a pochi mesi fa ha curato una rubrica su Avvenire nella quale venivano ospitate le sue elevate riflessioni. Né va dimenticato il suo impegno sociale: tra l’altro fu crocerossina volontaria negli ospedali della capitale dagli anni ’80 al 2004.

A Pesaro fu ospite nell’aprile del 2003 del Centro Studi Sociali “Alcide De Gasperi” per la presentazione del volume “Cara Francesca”. Quest’opera raccoglie le lettere del Presidente del Consiglio della rinascita italiana indirizzate da fidanzato e da marito dal 1921 al 1928 appunto alla moglie Francesca. Invitai all’incontro Arnaldo Forlani, Emanuele Macaluso e Angelo Bernassola. Ne risultò una tavola rotonda frequentatissima, dall’interesse straordinario. Ebbi modo poi di farla intervenire anche alla assemblea dei soci del Rotary Club “Pesaro Rossini” ove tenne una conversazione su “Alcide De Gasperi, un politico”. Tenevo che venissero recepiti i criteri di comportamento privato e pubblico del suo illustre genitore con l’intento di dimostrare, a fronte della montante “antipolitica”, che anche la politica può essere un’arte nobile ed onesta. E la signora De Gasperi, parlando di suo padre, fu assai convincente nel delineare l’affresco dell’”uomo che aveva amato la politica come la cosa migliore per educare un popolo ai temi della libertà, della giustizia e dell’impegno per il bene comune”.

Successivamente, e fino che la salute glielo permise, potei incontrala con una certa sistematicità alla Messa domenicale celebrata a Roma nella comune chiesa parrocchiale di Santa Chiara, in piazza Giuochi Delfici, consueta sede di preghiera di Aldo Moro. Mi ammise anche alla consultazione delle carte dello statista dove ricercavo prove sulla “verità” delle operazioni elettorali del 1953, quando i voti nulli risultarono il doppio del 1948. Sforzo ingente e di successo degli scrutatori comunisti per non far scattare il premio di maggioranza introdotto dalla legge. Altro che “truffa”!



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