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Il divin pittore Raffaello celebrato dall’Accademia

L’Accademia Raffaello ha reso onore al “divin pittore” sia ad Urbino sia a Roma dove ha avuto luogo la deposizione di una corona di alloro sulla sua tomba al Pantheon sormontata dalla Madonna del Sasso scolpita dall’allievo di Raffaello, Lorenzetto. L’intervento di Giorgio Girelli, accademico

Come ogni anno l’Accademia Raffaello ha reso onore al “divin pittore” sia ad Urbino che a Roma dove ha avuto luogo la deposizione di una corona di alloro sulla sua tomba al Pantheon sormontata dalla Madonna del Sasso scolpita dall’allievo di Raffaello, Lorenzetto. In essa è presente il seguente epitaffio di Pietro Bembo: “Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette mentre era vivo di esser vinta; ma ora che è morto teme di morire”.

La vicenda di questo celebre sepolcro è stata ricostruita da Anna Lisa Genovese (La Tomba del divino Raffaello, Roma 2015).

I resti mortali del pittore restarono scompaginati dalle esondazioni del Tevere e ritrovati il 14 settembre 1833 a seguito dello scavo curato dallo scultore Giuseppe De Fabris nel luogo dell’originaria tomba raffaellesca collocata nella cappella della Madonna del Sasso. Furono ricomposti in una cassa di legno di pino, inserita a sua volta, il 18 ottobre, in un deposito di piombo sistemato in un sarcofago di marmo bianco del I secolo d.C. proveniente dai depositi dei Musei Vaticani e donato da Gregorio XVI che, dopo l’avvio del progetto di ricognizione del sepolcro di Raffaello, aveva molto incoraggiato il lavoro di De Fabris.

In occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte del grande artista del Rinascimento venne realizzata, nel 2020, la riproduzione della tomba di Raffaello destinata alla mostra allestita a Roma nelle Scuderie del Quirinale. Finite le celebrazioni, la riproduzione, opera dalla spagnola “Factum Arte”, è stata donata alla Città di Urbino dove, nel maggio del 2021, è stata inaugurata la sua collocazione nella chiesa annessa all’ex Convento dei Carmelitani Scalzi dedicata alla “Santissima Annunziata” a poche decine di metri dal monumento eretto al pittore. L’allestimento è stato curato da Vittorio Sgarbi, pro-sindaco di Urbino.

Come noto, la precocità del grande pittore fu eccezionale. A Città di Castello, nel dicembre del 1500, firmò il suo primo contratto con Andrea Baronci per la esecuzione della “Incoronazione di San Nicola da Tolentino”, tavola –  come precisa Stefano Bucci –  di quasi quattro metri di altezza. Era allora appena diciassettenne e già veniva chiamato magister Rafel.

Gli accademici Andrea Ligi e Giorgio Girelli davanti alla tomba di Raffaello

L’incontro celebrativo a Roma è stato preparato dagli accademici Giuliano Cesaretti, che ha ben interpretato i sentimenti dei convenuti con elevate parole su Raffaello, ed Andrea Gherardo Ligi, il cui ascendente conte urbinate Pompeo Gherardi dette vita nel 1869 alla prestigiosa Accademia. L’Istituzione nel 1873 riuscì ad acquistare la casa natale di Raffaello, anche grazie ad una consistente donazione del nobile inglese Morris Moore e ad insediarvi la propria sede.

Oggi, a Urbino, essa è ubicata in Palazzo Viviani. Altre personalità inglesi hanno dedicato particolare attenzione a Raffaello. La regina Vittoria era stata – rammenta Vittorio Emiliani –  una benefattrice dei restauri di Casa Raffaello, una abitazione a due piani che il padre, Giovanni Santi, aveva fatto edificare sulla ripida strada per il Monte ove oggi campeggia il monumento a Raffaello.

Nel maggio 1990 Carlo d’Inghilterra visitò Urbino sollecitando, anche per questo aspetto, la curiosità degli urbinati per alcuni suoi acquarelli sullo straordinario paesaggio della città ducale. All’interno di quella abitazione Carlo uscì con questa battuta: “Non so proprio cosa penserà Raffaello di quello che succede oggi in casa sua…”. E gli astanti applaudirono. Ed ancor di più, su questa linea scherzosa, su Carlo “paesaggista” andrebbe indagato il pensiero di Piero della Francesca i cui paesaggi del territorio urbinate, dipinti nel Quattrocento, compaiono sullo sfondo di opere quali Il dittico dei Duchi di UrbinoSan Gerolamo e un devoto, la Natività, la Resurrezione o il Battesimo di Cristo.



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