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Con la minaccia dallo Spazio, la Difesa italiana si riorganizza

Di Luca Monaco

Di fronte a uno scenario spaziale sempre più congestionato e competitivo, reso ancora più instabile dall’evoluzione delle armi anti-satellite, la Difesa ha riorganizzato i propri assetti per assicurare a tutti i livelli – strategico, operativo e tattico –la protezione e la sicurezza delle infrastrutture extra-atmosferiche nazionali, europee e alleate. L’articolo per Airpress di Luca Monaco, generale di Brigata, comandante del Comando operazioni spaziali (Cos)

È ormai noto quanto la società moderna e i singoli cittadini, in ogni angolo del mondo, dipendano dagli assetti spaziali per le attività quotidiane: dai trasporti alla sincronizzazione delle transazioni bancarie, fino alla localizzazione e navigazione satellitare e così via. Nondimeno i sistemi spaziali sono dei fattori abilitanti (per alcuni aspetti conditio sine qua non) per pianificare e condurre attività militari e governative: comunicazioni satellitari riservate, monitoraggio di aree a scopo Intelligence, osservazione e monitoraggio ambientale e meteorologico, eccetera.

L’attuale scenario globale, caratterizzato da un ambiente spaziale sempre più congestionato, competitivo e, di recente, anche sempre più conflittuale, pone incertezza sulla sicurezza degli assetti satellitari, risorse strategiche per i Paesi più avanzati, indispensabili ad assicurare la sicurezza e la Difesa nazionale e internazionale. Infatti, la spinta sostenuta dall’evoluzione tecnologica degli armamenti, anche non convenzionali, negli ultimi decenni ha finito inevitabilmente per alimentare la proliferazione delle potenziali minacce dirette anche verso gli assetti spaziali. Le armi anti-satellite di tipo cinetico (Asat) rappresentano oggi un pericolo reale per la stabilità e la cooperazione nello sviluppo delle attività condotte nello spazio extra-atmosferico.

La consapevolezza relativa alla possibilità di un concreto utilizzo di tali peculiari sistemi d’arma è corroborata dalla dichiarazione resa a margine del summit Nato del 14 giugno 2021 nella quale l’Alleanza, riconoscendo l’importanza di un accesso sicuro ai servizi, ai prodotti e alle capacità spaziali, rendeva noto che qualora le condizioni di attuale stabilità e sicurezza collettiva caratterizzanti le attività nello spazio fossero state perturbate da attacchi verso, dallo o nello spazio, i Paesi membri avrebbero potuto fare ricorso alla difesa collettiva di cui all’articolo 5 del Trattato. L’Italia, anche per far fronte alle nuove potenziali minacce verso i propri assetti spaziali, ha riorganizzato la propria area tecnico-operativa nello specifico settore al fine di declinare a tutti i livelli (strategico, operativo e tattico) l’obiettivo ultimo di assicurare la protezione e la difesa dei sistemi satellitari militari nazionali e contribuire alla protezione e difesa di quelli civili nazionali, europei e degli alleati, cercando di contemperare un approccio multidominio.

È stato pertanto istituito a giugno 2020, il Comando delle operazioni spaziali (Cos), responsabile delle operazioni spaziali e detentore dell’Operational control (Opcon) sugli assetti spaziali e per la sorveglianza dello spazio della Difesa, per garantire la pianificazione operativa delle attività relative al dominio spaziale, integrata nella pianificazione operativa delle missioni della Difesa sotto il coordinamento del Comando operativo di vertice interforze (Covi). Il Cos opera valorizzando e gestendo i servizi e i prodotti erogati dal dipendente Centro interforze gestione controllo Sicral (Cigc Sicral) e dal Centro space situational awareness (C-Ssa), a guida dell’Aeronautica militare e a connotazione interforze, con il quale sussiste un collegamento tecnico. Il Cos gestisce, inoltre, i satelliti di osservazione della Terra e detiene un collegamento tecnico con il Centro interforze di telerilevamento satellitare (Cits).

In particolare, il C-Ssa fornisce la Space situational awareness (Ssa), arricchendo i servizi della Space surveillance and tracking (Sst) di collision avoidance, fragmentation e re-entry con una componente informativa e le previsioni di space weather. Il Cos, sulla base della Ssa, ha l’obiettivo di conseguire la capacità di apprezzamento della situazione del dominio spaziale, denominata Space domain awareness (Sda), secondo un concetto federativo e cooperativo, sfruttando sinergie tra le Forze armate in ambito nazionale, internazionale e commerciale. Per la costruzione della Ssa il C-Ssa e il Cos si avvalgono di una rete federata, civile e militare, di sensori radar e ottici capace di monitorare gli oggetti spaziali di interesse nazionale al fine di garantire la sicurezza delle attività spaziali, identificando i rischi e le minacce nello spazio, dallo spazio e verso lo spazio e attuando opportune misure di mitigazione.

Per potenziare la Ssa, la Difesa sta avviando un programma di ammodernamento di alcuni dei sensori già operativi e lo sviluppo di nuovi sensori. L’approccio alla Ssa si declina altresì rafforzando la cooperazione internazionale attraverso accordi bilaterali e multilaterali, per lo scambio di dati e informazioni anche classificate. Di fronte al verosimile sviluppo di armi anti-satellite da parte di un numero sempre maggiore di Paesi, i programmi spaziali futuri, oltre che essere più resilienti e in grado di monitorare e caratterizzare efficacemente l’ambiente spaziale, devono essere supportati da una solida azione di coordinamento a livello politico-diplomatico.

Tale approccio, inoltre, deve anche contemplare il rinnovamento del quadro giuridico internazionale dello spazio, finalizzato a sviluppare comportamenti responsabili nell’uso di tale risorsa, qualora non fosse possibile implementare accordi giuridici vincolanti, che riducano il rischio di un ricorso concreto e incontrollato all’utilizzo degli Asat.

(Foto Us Space Force)

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