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Come la rigenerazione e il passaporto digitale sostituiranno il gas russo

Garantiranno un risparmio di 132 Mtep di energia primaria, pari a circa 150 miliardi di metri cubi di gas naturale, l’equivalente delle attuali importazioni del metano di Mosca nell’Ue. Il rapporto di Netcomm

L’idea è quella di sostituire il gas russo con altro gas importato dall’estero. Il che, per l’Unione europea, implica nuovi accordi economici, tempi lunghi e spese ingenti, dato che l’oro azzurro è sempre più prezioso. Per sopperire al metano proveniente da Mosca, però, l’Ue può rivolgersi altrove: in particolare alla rigenerazione e al passaporto digitale.

Secondo Netcomm, il consorzio del commercio digitale italiano, nel 2030 il mercato europeo della rigenerazione potrà valere sino a 100 miliardi di euro, creando circa 500mila nuovi posti di lavoro e consentendo di risparmiare 21 megaton di emissioni di anidride carbonica. Il nuovo quadro regolamentare proposto a livello europeo e il passaporto digitale dei prodotti, entro il 2030, stando alle previsioni della Commissione europea, garantiranno un risparmio di 132 Mtep (l’unità di misura che indica la tonnellata equivalente di petrolio) di energia primaria, pari a circa 150 miliardi di metri cubi di gas naturale, più o meno la stessa quantità delle attuali importazioni di gas russo nell’Ue.

In uno scenario in cui i data center, i dispositivi digitali e le infrastrutture digitali richiedono un quantitativo sempre più importante di energia e materiali, il settore Ict rappresenta dal 5 al 9% della domanda totale di elettricità, una percentuale che potrebbe crescere sino al 20% entro il 2030. Le tecnologie e il digitale, inoltre, sono fondamentali per ridurre l’impatto ambientale e ripensare modelli di business, processi e prodotti in un’ottica sempre più sostenibile.

Il presidente di Netcomm, Roberto Liscia, ha parlato del rapporto tra digitale e sostenibilità intervenendo all’evento “Italia e Francia unite per uno sviluppo sostenibile”, che si è tenuto lo scorso martedì al Museo nazionale della scienza e della tecnologia di Milano. “Si stima che sino all’80% dell’impatto ambientale di un prodotto venga determinato nella fase di progettazione”, ha detto. “È da questo momento che occorre garantire la sostenibilità e la circolarità dei prodotti, al fine di ridurre l’impatto ambientale nel suo complesso, a partire dall’approvvigionamento delle materie prime che oggi scarseggiano”.

La digitalizzazione, sostiene Netcomm, può supportare la rigenerazione, che prevede interventi alla fine del ciclo di vita di un prodotto (smontaggio, riparazione o sostituzione di parti, rimontaggio) per riportarlo sul mercato. La rigenerazione, che in Europa ha un giro d’affari di 30 miliardi di euro, comporta a sua volta la riduzione della domanda di nuovi prodotti, risparmiando così energia e materiali che altrimenti verrebbero utilizzati nella produzione.

Il passaporto digitale, o Dpp, costituirà l’inventario di tutti i componenti e le materie prime dei processi di produzione utilizzati per un bene. È lo strumento di raccolta dati sulla catena del valore di un prodotto e ha l’obiettivo di tracciare e supportare la transizione verso l’economia circolare, aiutando i consumatori nel fare le proprie scelte e consentendo alle autorità le eventuali verifiche necessarie.

“Anche i dati hanno un ruolo fondamentale, in particolare per contribuire alla manutenzione predittiva e alle riparazioni potenzialmente più efficienti”, ha aggiunto Liscia. “Il commercio digitale, non da ultimo, può fungere da ponte tra la digitalizzazione e la crescita di pratiche sostenibili nel settore del commercio al dettaglio, consentendo un consumo e un riutilizzo più ecologico, un uso più efficiente delle risorse e l’ottimizzazione della logistica attraverso le nuove tecnologie”.

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