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Pakistan, la solidarietà insufficiente di fronte alla catastrofe climatica. Scrive Pallavicini

Il governo del Pakistan ha proclamato lo stato di calamità naturale per le persistenti e intense piogge monsoniche e le alluvioni che hanno devastato il Paese. La Coreis (Comunità Religiosa Islamica) rivolge un invito alle istituzioni del Governo italiano per sensibilizzare e sostenere una campagna di solidarietà ambientale per prevenire una catastrofe umanitaria. L’intervento di Yahya Pallavicini, imam Coreis di Milano

La settimana scorsa l’ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) ha pubblicato un nuovo bilancio sulla drammatica crisi ambientale in Pakistan: in questi due mesi sono morte 1200 persone, 4900 feriti, 7.500.000 ettari di terra inondate, 5000 km di strade e 243 ponti sono distrutti, 436.000 abitazioni distrutte e 736.000 abitazioni danneggiate, 470.000 rifugiati senza tetto accolti in strutture comuni, oltre 33 milioni di persone alla ricerca di aiuto, cure mediche e medicinali, tende (esaurite), viveri, acqua (esaurita), latte in polvere.

Il Governo del Pakistan ha proclamato lo stato di calamità naturale per le persistenti e intense piogge monsoniche e le alluvioni che hanno devastato 80 provincie e un terzo della superficie dell’intero Paese. Si tratta, secondo alcuni esperti, di uno dei primi drammatici segnali della crisi ambientale dovuta al surriscaldamento del pianeta, lo scioglimento dei ghiacciai (Karakorum e Hindu Kush), l’esondazione del fiume Indo, la siccità con temperature che superano costantemente i 40 gradi, l’aridità e la spaccatura del terreno, la imprevedibile irregolarità meteorologica rispetto ai calcoli e alle abitudini del passato.

Le Istituzioni e il popolo del Pakistan insieme alle Nazioni Unite e a migliaia di associazioni internazionali di aiuto umanitario si sono coordinati per organizzare i soccorsi nelle regioni colpite. Le proporzioni di questa crisi non possono essere gestite lasciando solo il popolo del Pakistan e i richiami della natura sulla tragica fine del pianeta devono sensibilizzare con maggiore urgenza e coerenza i governanti a cambiare e servire il vero bene dell’umanità o non la miopia di avidi interessi di potere.

In queste recenti settimane, i cittadini residenti in Italia originari del Pakistan hanno raccolto e donato una somma che supera il contributo che il Governo italiano ha stanziato come segno di solidarietà internazionale: €500.000 versati a sostegno della Croce e della Mezzaluna Rossa Internazionale (FICROSS).

Speriamo che il Governo italiano possa donare ancora molto di più per l’emergenza e per la ricostruzione del Pakistan che proprio questo mese ricorda il suo 75° anniversario dell’indipendenza. Lo hanno fatto la Francia e lo ha fatto il Qatar i cui diplomatici erano presenti al consolato del Pakistan a Milano per testimoniare la loro solidarietà insieme alla Coreis Italiana.

Oltre al segnale di un maggiore sostegno economico al Pakistan, l’Italia deve tornare a rappresentare una visione culturale, politica e spirituale dell’umanità e del mondo che non dipenda dalla aridità dei consumi o dalla psicosi sui costi o dalle promesse dei falsi profeti nei social media o dalle dialettiche contrapposte degli eroi delle superpotenze o dalla miseria di una campagna elettorale ma dalla urgente salvezza della natura dell’uomo e dell’universo.

Occorre ricordarsi di rappresentare una civiltà erede di un patrimonio intellettuale e di una sensibilità per ciò che è testimonianza del sacro e non per ciò che è profano, vacuo, transitorio, inutile. Salvare il pianeta e non solo dare soddisfazione ad un obolo di solidarietà regionale, significa convertire la propria economia sulla base di alti valori che non dipendono da ricatti del gas o rincorse al nucleare o ritorni al carbone pur di illudere il sistema produttivo a continuare a girare anche se al di fuori di una reale sostenibilità e competitività.

La tradizione della politica estera italiana è fondata sullo sviluppo delle intelligenze e non sugli equilibrismi delle esportazioni a vil prezzo o sulle compensazioni (sconti o premi) per le incoerenze nei giochi strategici internazionali. Aiutare il Pakistan significa aiutare il pianeta e l’Italia ad amministrare le risorse della terra come risorse della vita. C’è bisogno di collegare il cuore e la fede al coraggio e alla intelligenza di un cambiamento della mentalità e delle abitudini, senza rivoluzioni ideologiche e senza compromessi sull’interpretazione di una responsabilità della autentica dignità umana.

La Coreis (Comunità Religiosa Islamica) Italiana rivolge un invito alle istituzioni del Governo italiano, agli amici ebrei, cristiani, indù e buddhisti, ai fratelli e alle sorelle musulmani in Italia a sensibilizzare e sostenere una campagna di solidarietà ambientale nazionale e internazionale per prevenire una catastrofe umanitaria in Pakistan e favorire una ricostruzione in armonia con la natura e l’unità della creazione di Dio.

La rappresentanza diplomatica in Italia della Repubblica del Pakistan ci ha fornito le coordinate del Fondo per il Pronto Soccorso Alluvione 2022 del Primo Ministro della Repubblica del Pakistan (Prime Minister’s Flood Relief Fund 2022) per le gentili donazioni (qui il link).

(In foto: il console generale del Pakistan a Milano insieme a Yahya Pallavicini, imam Coreis di Milano)

 

 

 

 

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