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Come saranno le telecomunicazioni del futuro? Il ricordo di Franco Morganti

Chi c’era e cosa si è detto durante la conferenza dedicata a Franco Morganti, innovatore e al tempo stesso grande testimone del suo tempo. Un confronto vivace tra istituzioni italiane ed europee, vertici delle principali telco, autorità regolatorie e accademici. Il racconto di Augusto Preta, presidente IIC Italian Chapter

“Ci sono persone che sono per noi come fari nella nebbia, sono più alte, vedono il mondo da una prospettiva diversa, illuminano ciò che sta dietro e sta davanti a noi, facendoci vedere cose che da soli non riusciremo a comprendere”.

Così, con le toccanti parole pronunciate dal figlio Nicola Morganti e con l’intervento in video da Sidney di Chris Chapman, presidente dell’International Institute of Communications, ha avuto inizio l’evento organizzato dal capitolo italiano dell’IIC (www.iicitalia.org ) in memoria di Franco Morganti (qui trovate il programma).

Il ricordo di Franco Morganti

Ai più giovani va ricordato come Franco Morganti, milanese, liberale, ingegnere di telecomunicazioni ed esperto di informazione e tecnologie, sia stato per decenni una delle personalità più influenti nel mondo delle telecomunicazioni italiane.

Franco Morganti è stato un innovatore e al tempo stesso un grande testimone del suo tempo. Dopo la laurea in ingegneria al Politecnico di Milano, dove insegnerà successivamente, verso la fine degli anni ‘50 era stato alla Olivetti, quella di Adriano, ed era rimasto influenzato da quella esperienza al punto da conservarla gelosamente e con orgoglio come riferimento per tutta la vita.

“Alla Olivetti aveva capito l’importanza della bellezza non solo sul piano personale ma anche per fare impresa, aveva capito che la cultura e l’arte non servono solo a passare il tempo, ma anche a vincere, ad andare oltre, aveva capito che per occuparsi di impresa, di strategia, di qualsiasi fatto anche tecnico, la relazione con la società è fondamentale” (Gianni di Quattro “Un amico che ci ha lasciato, Franco Morganti” Olivettiani.org, 21 settembre 2020).

Queste convinzioni le trasmetterà in tutte le attività che lo vedranno successivamente coinvolto in un ruolo da protagonista, dalla SGS (ora ST Microelectronics), fino al 1974, quando intraprende l’attività di consulenza strategica nel settore sia pubblico che privato, fondando aziende come Metrel, Reseau, Technibank e Databank Consulting.

Nel 1981 la sua prima esperienza al governo, chiamato a presiedere un gruppo di lavoro alla Presidenza del Consiglio dei ministri sul riassetto delle telecomunicazioni italiane.

A fine anni ’80 entra nel Comitato Strategico di Stet e inizia a collaborare con riviste storiche del settore come Beltel negli anni in cui cui il mondo delle telecomunicazioni era caratterizzato dai fenomeni di liberalizzazione e della fine del monopolio Telecom Italia, della deregolamentazione, mentre nascevano nuovi assetti istituzionali segnati dalla grande trasformazione, anche tecnologica, dell’informatica e delle telecomunicazioni. A ciò si aggiunge un’attività di scrittore e di giornalista, commentatore del Corriere della Sera.

Dal 1998 al 2000 è consulente della costituenda Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e nel 1999 diventa consigliere d’amministrazione dell’Enel prima, e a convincerlo è la grande e antica amicizia con Franco Tatò, e poi dal 2003 di Wind Telecomunicazioni.

Negli stessi anni viene nominato vicepresidente dell’International Institute of Communications con sede a Londra, una delle più importanti organizzazioni mondiali in tema di convergenza media e telecomunicazioni, dopo aver fondato nel 1997 il Capitolo Italiano dello stesso Istituto ed esserne stato presidente per oltre 10 anni.

A questa parte sono legate le testimonianze, sentite e commosse, di coloro che avevano conosciuto e apprezzato Franco Morganti in ciascuno di questi ambiti: Enzo Cheli, Umberto de Julio, Maurizio Dècina e il sottoscritto.

Il futuro delle Telecomunicazioni

A seguire, introdotta dal keynote speech di Roberto Viola, direttore generale DG Connect della Commissione Europea, si è tenuta la conferenza: Le Telecomunicazioni nella Trasformazione Digitale: le Sfide del Mercato e della Regolamentazione.

Viola ha sottolineato come gli eventi dell’ultimo triennio abbiano trasformato radicalmente il mondo come lo conoscevamo in precedenza, facendo dell’Europa, in un momento di grande crisi e di profonde incertezze per tutti i cittadini del Vecchio continente, un punto di riferimento e una forza trainante nel processo di trasformazione digitale.

In questo contesto anche le tematiche tradizionali della neutralità nella rete. si devono aggiornare al mutato contesto e fare i conti con dei processi che rischiano di mettere a rischio il futuro dell’intero settore delle telecomunicazioni.

E proprio su questo aspetto si sono concentrati gli interventi dei rappresentanti delle aziende, condividendo tutti la necessità di una riflessione sulla sostenibilità economica del settore, che passa anche dal rollout della rete e soprattutto dalla capacità di muoversi velocemente per favorire il consolidamento, la revisione dei limiti elettromagnetici, la revisione del rapporto fra telco e colossi del web.

Come ha sottolineato Pietro Labriola, ad di Tim, il settore delle Tlc ha necessità di essere guardato con attenzione da parte del legislatore e dei regolatori, in Italia come in Europa. Anche perché il settore non ha troppo tempo davanti e sé, se non si interviene subito, e per Tim la strada è ormai obbligata: la separazione della rete dai servizi, indipendentemente dal debito. Secondo Labriola, “il modello di operatore integrato verticalmente è obsoleto poiché non si adatta alle sfide attuali del mercato”.

D’altra parte, se è vero che dal futuro della rete ultra-broadband in Italia si parla tanto in questo momento, è altrettanto vero che la digitalizzazione dell’Italia non passa solo da lì.

“Il grande tema – ha detto l’ad di Open Fiber Mario Rossetti – è quello dell’adozione della rete: stiamo facendo investimenti, costruendo la rete, ma oggi in Italia ci sono solo 3,5 milioni di clienti che navigano su rete Ftth, di cui due terzi su rete Open Fiber.” Pochi rispetto allo sforzo di infrastrutturazione e per questo, dice Rossetti, “se tutto il Paese deve essere coperto in fibra ottica entro il 2030, ci deve essere anche un programma per lo switch off del rame”.

A ogni modo ora parlare di rete vuol dire anche parlare di “fair share” con gli Ott, con telco e Ott che devono giocare con le stesse regole. Ora invece con gli Ott “non si gioca ad armi pari”, ha sottolineato il presidente di Vodafone Italia Pietro Guindani, che in chiave di sostenibilità del settore ha evidenziato la necessità della “riduzione del numero di operatori per ridurre l’eccesso di capacità produttiva”.

L’importante però, secondo Benedetto Levi, ad di Iliad Italia, quando si parla di consolidamento, è di non cadere nell’errore di considerare alternativi la competizione e gli investimenti in innovazione. Come avrebbe certamente sottoscritto Morganti, è la competizione che fa crescere gli investimenti e favorisce l’innovazione.

Il conclusione, il ministro Adolfo Urso, nel suo messaggio inviato ai partecipanti, “nell’unirsi alla commemorazione del grande Franco Morganti”, ha ricordato come per il mondo delle telecomunicazioni egli abbia rappresentato “l’intelligente innovazione in grado di dare una svolta a un intero settore, grazie alla sua competenza e al suo spirito lungimirante”.

Oggi le infrastrutture devono essere in grado di supportare i nuovi paradigmi delle telecomunicazioni, ormai non solamente mero vettore trasmissivo, ma indissolubilmente legate a servizi specializzati che richiedono una capacità di banda sempre più elevata, tempi di latenza ridotti e molta potenza per connettere un numero sempre più elevato di dispositivi e device.

Molte sono le sfide del Mercato e della regolamentazione e in questo contesto il governo vuole giocare un ruolo da protagonista, essendo questo il momento propizio per mettere a sistema tanti elementi che nel tempo sono stati trascurati, garantendo un impianto adeguato e sicuro, così da contribuire alla realizzazione di una rete di telecomunicazione a copertura nazionale, in grado di raggiungere gli obiettivi che il Paese si è prefissato in un sistema ad alta competitività nazionale: l’accesso ai servizi digitali ricorda il ministro, è un elemento di inclusività imprescindibile, e in quanto tale, un diritto fondamentale per tutti.

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