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Usa e Arabia Saudita si esercitano contro i droni (dell’Iran)

Tutto pronto per Red Sands, l’esercitazione antidrone congiunta Usa-Arabia Saudita, in programma a metà mese. I vertici dello US Central Command contano sul fatto che la simulazione diventi il principale terreno di prova del Medio Oriente per la tecnologia occidentale emergente di contrasto ai droni e ai missili, cercando così di allontanare i partner e gli alleati della regione dall’acquisto di hardware militare avanzato da Pechino

Gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita sono al lavoro per avviare la loro prima esercitazione sperimentale anti-drone congiunta, prevista per metà marzo. In un clima che vede gli Stati Uniti in crescente tensione con l’Iran, le esercitazioni mirano a dar prova dell’efficacia della tecnologia occidentale di contrasto ai droni; anche in chiave anti-cinese, vista la competizione per assicurarsi un sempre maggiore vantaggio tecnologico anche nel settore della Difesa. “Non dobbiamo sorprenderci se i partner regionali continueranno ad acquistare materiale cinese”, ha dichiarato il mese scorso a Washington il capo delle forze aeree dello United States Central Command (Centcom), Alex Grynkewich.

Le prossime esercitazioni

Stando ai funzionari americani, esercitazioni successive a Red Sands vedranno anche la partecipazione e il dispiegamento di altre forze armate mediorientali partner statunitensi. Tali simulazioni rientrano nella serie di esercitazioni difensive pensate dal Centcom dopo un parziale ritiro dei sistemi di difesa aerea del Pentagono dal Medio Oriente. L’obiettivo è adattarsi e trovare nuove soluzioni di sicurezza davanti ai rapidi progressi di Teheran registrati negli ultimi anni nella guerra con i droni.

Il ruolo dei droni iraniani

A più di tre anni da quando i missili e droni iraniani guidati hanno colpito le strutture petrolifere della Saudi Aramco ad Abqaiq e Khurays, i funzionari della Difesa statunitense hanno riconosciuto che l’affidamento a dimostrazioni di forza convenzionali non è riuscito a dissuadere gli attacchi. La scelta è ricaduta sull’Arabia Saudita anche per le sue vaste zone di deserto aperto, lontano dai centri urbani, dove si possono sperimentare armi di difesa aerea anche a energia diretta.

Il nuovo simulatore

Secondo quanto spiegato dal quotidiano americano, l’energia diretta però non entrerà in gioco già a marzo, ma soltanto a partire dalle prossime esercitazioni. Gli ufficiali dell’esercito Usa presenteranno invece alle loro controparti saudite un nuovo simulatore computerizzato sviluppato lo scorso anno. Tale simulatore, chiamato Interim platform agnostic counter-Uas training tool (Impact), è stato progettato proprio per addestrare il personale a rispondere agli attacchi di droni ostili.

Austin in Medio Oriente

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, arriverà a fine settimana in Medio Oriente, con lo scopo di dare seguito agli sforzi dell’amministrazione Biden per convincere i militari arabi a condividere le informazioni e a cooperare per la creazione di una rete di difesa aerea a livello regionale, per proteggersi meglio da eventuali minacce iraniane. Le sanzioni da parte dell’Occidente non sono infatti ancora riuscite a ostacolare le catene di approvvigionamento dell’Iran, necessarie per continuare a espandere il suo arsenale di missili convenzionali e droni.

Foto Twitter/CentCom

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