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Come sarà il G7 italiano. Il programma dell’amb. Ferrari

Roma è impegnata a “non compromettere l’eredità della presidenza” di Tokyo, spiega lo sherpa G7/G20 di Palazzo Chigi ospite dello Iai. Il legame con il Sud globale “caratterizzerà” le riunioni del prossimo anno: clima, energia e migrazioni temi cruciali

Il G7 è diventato “la torre di controllo delle democrazie liberali, in particolare in temi di guerra” come quelli attuali, una torre di controllo per coordinarsi sulla direzione e sugli obiettivi. A sostenerlo è l’ambasciatore Luca Ferrari, sherpa G7/G20 a Palazzo Chigi, poco più di una settimana dopo il suo rientro da Hiroshima per i lavori del G7 al fianco di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, e del consigliere diplomatico Francesco Talò. Il diplomatico italiano ha partecipato oggi all’evento “The Role of the G7 in Promoting North-South Cooperation”, organizzato dall’Istituto Affari Internazionale con la partnership di Fondazione Compagnia di San Paolo, in conversazione con l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, presidente del centro studi.

DAL G7 GIAPPONESE…

Il summit di Hiroshima è stato “un successo nel ribadire ciò che il G7 è diventato” negli ultimi anni, ha spiegato l’ambasciatore Ferrari sottolineando come l’invasione russa dell’Ucraina abbia cambiato temi e percezioni alimentando l’evoluzione di questo forum multilaterale. La partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky è “dimostrazione del successo” della fermezza del G7 al fianco di Kyiv. Quello giapponese è stato un “G7 asia-centrico”, ha evidenziato il diplomatico. Tempismo perfetto. Anche perché c’è un “nuovo attore in città”, la Cina, di cui i leader hanno discusso molto. Ma senza antagonismo, precisa il diplomatico. Piuttosto, si è parlato di sicurezza economica: “Siamo aperti a relazioni economiche e politiche” ma “per guadagnare autonomia serve riprendere il controllo delle catene di approvvigionamento”.

… A QUELLO ITALIANO

A Hiroshima si è parlato molto del Sud globale, ha raccontato l’ambasciatore Ferrari: “Dobbiamo tendere la mano a questi Paesi, aiutarli a crescere in modo migliore”, ha spiegato. È un “dovere da parte dei Paesi più ricchi”. Proprio il legame con il Sud globale “caratterizzerà” la presidenza italiana, una “presidenza mediterranea”, ha spiegato il diplomatico citando clima, energia e migrazioni come temi cruciali. Nei passaggi di presidenza c’è una “continuità molto leale”, ha continuato sottolineando gli aspetti del vertice di Elmau, in Germania, nel 2022, ripresi nel comunicato finale di Hiroshima. L’impegno italiano per il summit del 2024, che si terrà in Puglia, è quello di “non compromettere l’eredità della presidenza giapponese”. Si parlerà, dunque, anche di Ucraina (“Sperando di essere in una fase di ricostruzione”), di sicurezza economica, di sicurezza alimentare, di nucleare e di questioni di genere. In più, l’Italia porterà il tema delle migrazioni, ha spiegato l’ambasciatore Ferrari citando l’approccio “non-predatorio” auspicato verso il Sud globale dalla presidente Meloni, che a ottobre dovrebbe presenterà il suo Piano Mattei per l’Africa.

(Nella foto: il bilaterale di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, e Fumio Kishida, primo ministro giapponese, a margine del G7 di Hiroshima, in Giappone – l’ambasciatore Luca Ferrari è il secondo alla sinistra della presidente del Consiglio)

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