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Le parole del papa nello Spazio. Il messaggio di speranza in orbita con Spei Satelles

Partita la missione Spei Satelles, con a bordo il satellite pronto a mandare in orbita le parole della Statio Orbis del 27 marzo del 2020 di Papa Francesco, quando il pontefice, raccolto in preghiera in una piazza San Pietro deserta nel pieno della pandemia, lanciò un messaggio di speranza in tutto il mondo

Il messaggio di speranza di papa Francesco è ora pronto a superare le barriere terrestri per raggiungere l’orbita e diventare così un messaggio rivolto all’intero pianeta. Merito della missione Spei Satelles – letteralmente “custode della speranza” (ma anche satellite della speranza, data la stessa origine etimologica) – che è partita con successo dalla base Usa di Vandenberg, in California, con a bordo il cubesat portatore del messaggio. Un progetto frutto della sinergia tra l’Agenzia spaziale italiana (Asi), il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), il Politecnico di Torino, l’Instituto para el diálogo global y la cultura del encuentro (Idgce), l’Istituto universitario salesiano di Venezia (Iusve) e l’Apostolato digitale dell’Arcidiocesi di Torino.

La missione che porta speranza in orbita

A coordinare la missione, su impulso del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, è l’Asi in collaborazione con il Politecnico di Torino, i cui ricercatori e studenti hanno realizzato il CubeSat 3U in soli 5 mesi. Il Cubesat, con all’interno il Nanobook realizzato dal Cnr in cui è contenuto il messaggio, verrà posizionato in orbita grazie al veicolo orbitale Ion dell’italiana D-Orbit, lanciato con un razzo Falcon9. È dunque il Nanobook a costudire le parole del Papa, una trasmittente e un chip di memoria che invitano, simbolicamente, a sperare e agire per condividere speranza. Nel dettaglio, una microscopica lastra di silicio riporta, in uno spazio infinitesimale, il testo del libro “Perché avete paura? Non avete ancora fede” che raccoglie le riflessioni e le immagini del Papa durante la pandemia e in particolare della Statio Orbis del 27 marzo 2020.

Tecnologia e spiritualità

Sono diversi i protagonisti della missione che hanno incontrato il papa in occasione della benedizione del satellite. Tra questi anche la responsabile dell’Unità micro e nanosatelliti dell’Asi, Silvia Natalucci, che ha evidenziato come la missione sia “un perfetto esempio di come un uso pacifico delle tecnologie possa contribuire alla creazione di una cultura condivisa di pace e speranza fra i popoli”. “L’iniziativa Spei Satelles rappresenta un connubio unico tra scienza, tecnologia, cultura e fede, dimostrando come l’interazione tra competenze, idee e pensieri differenti possa generare forte innovazione”, ha spiegato invece Andrea Notargiacomo, primo ricercatore dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr che ha realizzato il Nanobook. Spei satelles è dunque frutto del lavoro di squadra e guarda soprattutto alle nuove generazioni, come ha raccontato Don Luca Peyron che insieme al team dell’Apostolato Digitale ha coordinato gli aspetti culturali e pastorali della missione: “è stata ed è una meravigliosa avventura spaziale condivisa con i giovani e che guarda e coinvolge soprattutto loro”. Infine, a sintetizzare lo scopo della missione è stato Mons. Lucio A. Ruiz, che ha coordinato tutto il progetto per conto della Santa Sede: “Oggi questo progetto diventa realtà grazie alle tante istituzioni e persone che hanno scelto di unirsi e fare squadra. L’immensità dello spazio ci fa sognare sempre, e oggi abbiamo tutti bisogno di tornare a sognare assieme, con la speranza che torni nel mondo la così tanto implorata pace impegnandoci tutti”.

Inizia il viaggio nell’universo

“Tra qualche giorno inizieranno le operazioni in orbita e raccoglieremo i dati che ci consentiranno di validare il progetto, i modelli matematici e le analisi che abbiamo condotto nei nostri laboratori”. Così Sabrina Corpino, che ha guidato gli studenti del Politecnico che hanno realizzato il satellite, ha spiegato cosa ci si deve attendere dalle prossime fasi della missione. Il cubesat, una piccola scatola di tre chili ora in volo a più di 525 km di altitudine, custodisce al suo interno sistemi ad alta tecnologia benedetti dal Papa a fine marzo scorso. La voce del satellite sarà una trasmittente che in banda radio amatoriale, sulla frequenza di 437.5 MHz che trasmetterà al sorgere del sole nei diversi punti del globo il messaggio papale di conforto e di speranza.

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