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Silvio Berlusconi raccontato da Umberto Pizzi. Parole e foto

Una fotostoria di Silvio Berlusconi con il racconto di Umberto Pizzi. Primi piani, foto di gruppo e rose rosse, cosa ha significato l’arrivo del cavaliere in politica? Lo raccontano una serie di immagini dall’archivio più irriverente della storia politica italiana

“Una foto di quando ho conosciuto Berlusconi la prima volta non c’è, perché ancora non lo fotografavo”. Insomma, un momento in cui Silvio Berlusconi, che si è spento a Milano lo scorso 12 giugno a 86 anni, non era il centro dell’attenzione (e degli obiettivi) esiste. Lo racconta Umberto Pizzi, iniziando a scavare nella memoria per trovare il primo incontro con il fondatore di Forza Italia, quando ancora la discesa in campo era lontana.

Meno di venti foto per raccontare Berlusconi non sono un’impresa facile. Eppure, a scorrerle assieme al loro autore, Pizzi, completano un quadro per forza incompleto. Così la foto che ritrae un giovane Berlusconi con Jimmy il Fenomeno a Roma è quasi un tributo, un ringraziamento a colui che indicò a Pizzi l’uomo che avrebbe poi cambiato la scena fotografica (e non solo) romana. Ma andiamo con ordine.

Silvio Berlusconi, Antonio Ricci, Jimmy il Fenomeno

Della prima parentesi romana di Silvio Berlusconi Pizzi ricorda tutto. Le poste a teatro per conquistare Veronica Lario, che si esibiva con lo spettacolo Il magnifico cornuto “addirittura in topless – spiega Pizzi -, e infatti poi lui quando la sposò fece sparire la foto che la ritraeva sul palco, nuda. Lui aveva la stessa abitudine di Craxi, cioè mandava in giro i suoi tirapiedi a cercare le foto che gli davano fastidio, e quella je dava fastidio”.

 

Veronica Lario, Silvio Berlusconi

“La prima volta che l’ho visto ero in macchina con Jimmy il Fenomeno, fuori pioveva, era circa mezzanotte. Jimmy me fa: ‘Umberto, c’è Silvio’, ‘Silvio chi?’ dico io, ‘Ma sei matto, è l’uomo più ricco del mondo!’, e scese dalla macchina a salutarlo. Berlusconi si mise la mano in tasca e gli diede dei soldi. Poi siccome si mise a piovere gli disse di entrare in macchina, che gli avrebbe presentato i suoi amici fotografi. Lui entrò e si mise a racconta’ le barzellette spinte, lui ce l’aveva come abitudine. Da quel momento ho iniziato a fotografarlo”.

Prima della discesa in campo non sono poche le foto firmate Pizzi: con Sophia Loren, con un giovane Gianni Letta. Con l’ingresso in politica e l’arrivo alla presidenza del Consiglio divenne ufficialmente una figura da fotografare, spiega Pizzi, perché “portava li sordi”.

Ma tra le rivoluzioni che l’arrivo di Berlusconi ha portato, c’è stata anche quella che ha spostato l’obiettivo dei fotografi dallo star system al mondo della politica. Lo star system, infatti, “si era assottigliato, perché i personaggi erano invecchiati, alcuni se ne erano già andati”, ricorda Pizzi. A certificare il cambiamento, una serata in particolare, dove i due mondi si incontrarono, sancendo il passaggio di testimone.

“C’era una festa al Gilda di una che prese l’Oscar perché faceva la costumista, si radunarono tutti registi, star, Alberto Sordi, Gassman, però era una foto molto noiosa, non era brillante. Dall’altra parte del locale c’era la festa di compleanno di una ragazza e di un leghista, l’epoca era quella del primo governo Berlusconi, e cominciarono ad arrivare i politici, quelli che dicevano ‘Roma ladrona’ e si facevano accompagnare dalle belle ragazze. Dopo aver tagliato la torta, portano via tutto e sul tavolo fanno sdraiare la festeggiata e cominciarono a versarle lo champagne in bocca. In quel momento ho capito: ‘D’ora in poi queste sono le star’, mi son detto, e difatti i politici sono diventati le star. In quel periodo lavoravo per l’Espresso, insieme a Maria Laura Rodotà che curava la rubrica ‘La fiera delle vanità’, mettevamo quattro foto ed era perfetto per iniziare a raccontare quei tempi. Roma è così, tu arrivi e ti credi di essere santificato, ma Roma ti risucchia nel suo piacere, nel suo divertimento, nella sua gioia di vivere”.

Prima della svolta godereccia, i politici erano altri. “Acchiappavi Berlinguer, Andreotti, Craxi, gli altri non esistevano. Anche ora molti politici non li conosce nessuno, però esiste un nuovo modo di pubblicare e tutti godono dei loro 15 minuti di fama”, sottolinea Pizzi, che con il proliferare delle foto sui social proprio non riesce a fare pace.

E la foto preferita scattata a Berlusconi non è per Pizzi una scelta difficile. “L’ho scattata nel 2004, e io cominciavo ad andare anche ad eventi ufficiali. In quel caso, era la Festa della Repubblica. Io mi mettevo dalla parte opposta delle autorità con il teleobiettivo e mi puntavo il personaggio. C’erano cento fotografi, questa foto l’ho fatta solo io”. Com’è possibile, gli chiedo. “Perché io tenevo la macchina pronta e osservavo sempre. Mi fregò una prima volta, e mi son detto ‘mo t’aspetto’ e boom! (ride)”. Ma a proposito di soldi, “non ho preso una lira”, aggiunge Pizzi, anche se l’hanno pubblicata ovunque, anche in Olanda.

Silvio Berlusconi, Festa della Repubblica (2004)

E sempre del 2004 è la foto che ritrae Berlusconi con Gianfranco Fini, ai 10 anni di Alleanza Nazionale. Berlusconi era prepotente, ricorda Pizzi, non faceva parlare Fini. “Lui era lui e gli altri non erano un ca… Anzi, quando alzavano un po’ la testa li segava: e infatti ha segato lui (Fini, ndr), Angelino Alfano. L’unico a cui teneva molto era Gianni Letta”, che non ha mai, però, messo in discussione il ruolo di primo piano di Berlusconi.

Che a Berlusconi piacesse dare spettacolo non è un mistero, che amasse stare al centro dell’attenzione tantomeno. “Nel 2006 si esibì alla festa per il 58 anni di Israele. C’era anche Romano Prodi, gli scattai una foto insieme, brindavano”. Prodi, l’unico contendente ad averlo sconfitto alle elezioni ben due volte.

Silvio Berlusconi e Romano prodi alla festa per i 58 anni dello Stato di Israele (2006, Roma)

E se c’è un segreto che Umberto Pizzi non ha mai svelato a nessuno è chi lo informava delle serate nel salotto di Maria Angiolillo. “Il salotto di Maria Angiolillo era una sorta di ufficio dove si combinavano affari – raccontava il Maestro – a seconda di quello che succedeva nel Paese cambiavano gli ospiti. Se c’era la nomina dei direttori dei tg Rai, o la nomina delle dirigenze, allora si incontravano imprenditori e politici del settore”.

“Quando gli ospiti scendevano la gradinata per raggiungere la villa, mi dicevano ‘mi raccomando sono amico tuo, comportati bene’ e io gli rispondevo ‘veramente comportati bene tu’”. E solo una volta fotografò Berlusconi mentre scendeva i gradini che portavano alla casa di Angiolillo, con una rosa rossa in mano.

Silvio Berlusconi prima di entrare nel salotto di Maria Angiolillo

 

Non possono mancare le presentazioni dei libri di Vespa: “Se li è fatti tutti, lui era logorroico e gli dovevano tagliare i fili del microfono. In una occasione arrivò Staffelli di Striscia la Notizia con un Tapiro. Glielo prese di mano, anche se mica era per lui, ma tanto era una sua creazione”.

 

E se Silvio non riuscì a farsi da parte neanche per i 10 anni della festa di Alleanza Nazionale, tantomeno lo fece nel 2010, quando andò in scena il famosissimo “Che fai, mi cacci?” di Gianfranco Fini, che sancì la rottura del Popolo della libertà. “Quello stesso giorno Berlusconi per la prima volta mi chiamò per nome”, ricorda Pizzi. “Siccome gli piaceva farsi fare le foto di gruppo con le commari, provò ad attirare la mia attenzione prima gridando: ‘Pizzi, pizzi’, e poi ‘Umberto, vieni a fare qualche foto’”.

 

Daniela Santanchè, Silvio Berlusconi, Melania Rizzoli, Michaela Biancofiore

E c’è stato un periodo in cui Giorgia Meloni era la ministra della Gioventù (nel quarto governo guidato da Berlusconi) e a quel periodo risale la festa che ritrae i due assieme sul palco di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. “Praticamente lei gli faceva da badante”, sottolinea Pizzi, “lei ancora non era in prima fila, quando fece la ministra della Gioventù non era la persona che conosciamo ora”.

Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Atreju (2010)

 

Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Atreju (2010)

Non può mancare, nel racconto fotografico del leader fondatore di Forza Italia un bagno di folla. Ce ne sono stati tanti nel corso della sua lunghissima carriera politica. “Lui era proprio un uomo solo al comando. La gente impazziva quando usciva in piazza, ma bisogna anche ricordare che arrivavano pullman accomodati in cui davano 30-40 euro cadauno…”.

Silvio Berlusconi, manifestazione “Tutti con Silvio”, 2013

Nel 2018, racconta Pizzi guardando le foto, “Berlusconi voleva fare le scarpe a Meloni, non a Salvini”. Conferenza stampa, Pizzi come sempre in prima fila in attesa del momento giusto per scattare avanti e con l’obiettivo meno gentile della storia della fotografia, incastrare gli umori della coalizione di centrodestra trainata in quell’anno dalla Lega. “Lei era sempre da parte, sempre un po’ incavolata”, continua Pizzi, “io che mi mettevo sempre piuttosto avanti e quando ho visto che cominciavano ad andarsene gli son piombato addosso”.

Silvio Berlusconi, Matteo Salvini (2018)

E nelle foto che raccontano più di un solo istante, c’è anche quella scattata con la vittoria alle ultime elezioni politiche del centrodestra trainato da Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. “Quando hanno dato l’incarico a Meloni si sentiva che era tagliato fuori”, commenta un po’ contrito Pizzi. “Prima aveva fatto la sceneggiata che contava tutto quello che diceva Salvini, quando hanno presentato lei invece l’ha capito che non c’era più niente da aggiungere”.

Silvio Berlusconi al Quirinale (2022)
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