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Deterrenza, non combattimento. L’Ucraina non riceverà gli F-16 prima della prossima estate

L’arrivo dei velivoli statunitensi slitta dalla fine del 2023 all’estate del 2024. Oltre alle difficoltà organizzative lamentate da Kyiv, dietro a questo ritardo si cela la precisa volontà di Washington di far arrivare gli F-16 in Ucraina solo dopo il termine del conflitto. Intanto, anche la Romania guarda agli Usa

Non solo i tanto richiesti velivoli multiruolo F-16 non arriveranno in tempo per la controffensiva attualmente in corso, ma con molta probabilità non riusciranno a volare nei cieli ucraini prima dell’estate a venire. La notizia è stata data da membri del governo e delle forze amate ucraine, secondo i quali la causa di questo posticipo è dovuta ai ritardi dei partner occidentali nell’allestire il programma di addestramento necessario ai piloti ucraini per pilotare i jet prodotti dalla Lockheed Martin. Le stesse fonti, secondo quanto riporta il Washington Post, affermano che soltanto il primo scaglione di sei piloti ucraini riuscirà a completare il percorso d’addestramento nei tempi specificati.

Un percorso lungo e suddiviso in due momenti distaccati: durante il primo step, la cui durata è prevista da settembre a dicembre, i piloti ucraini prescelti assieme allo staff di terra che sarà loro assegnato dovranno seguire uno specifico corso di lingua che si svolgerà in Gran Bretagna, al fine di imparare la corretta terminologia legata alle macchine statunitensi. Nella seconda fase, che dovrebbe durare da gennaio a giugno, si svolgerà il vero e proprio addestramento all’utilizzo dei velivoli multiruolo. Un secondo scaglione di sei piloti dovrebbe iniziare lo stesso processo di training a distanza di sei mesi, divenendo quindi effettivamente operativo tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025.

Decisamente in ritardo rispetto a quanto inizialmente preventivato da Kyiv, che sperava di impiegare gli F-16 nello sforzo offensivo che sta conducendo in questo momento. Simili apparecchi avrebbero in effetti un impatto molto significativo sul campo di battaglia. I potenti radar di cui dispongono permetterebbero una più efficace acquisizione ed abbattimento tanto di aerei e missili nemici quanto di droni ed elicotteri: questi ultimi in particolare stanno sfruttando l’incapacità ucraina di ottenere la superiorità aerea per tartassare le forze nemiche lungo il fronte, minandone fortemente le capacità operative. Inoltre, gli F-16 sarebbero in grado di colpire efficacemente le navi militari russe nel Mar Nero grazie all’impiego dei missili anti-nave Harpoon che la Gran Bretagna a già inviato all’Ucraina, ma che però non possono essere impiegati dai velivoli di epoca sovietica presenti negli hangar ucraini. Un discorso simile vale anche per i missili anti-radar, già forniti dagli Stati Uniti l’anno scorso, ma che l’aviazione ucraina sta impiegando con un’efficacia molto ridotta rispetto a quella potenziale per via della scarsa strumentazione di cui dispongono gli aerei ucraini.

Ma mentre il principale interesse di Kyiv va ovviamente al breve periodo, a Washington si guarda già oltre. Nell’ottica dell’amministrazione americana i velivoli di quarta generazione saranno necessari a Kyiv nella fase post-conflittuale, quando l’ucraina dovrà disporre di un arsenale sufficientemente sviluppato da svolgere un ruolo deterrente nei confronti di nuove operazioni militari di Mosca nei confronti dell’Ucraina, ma anche dei suoi partner occidentali.

“Siamo pienamente consapevoli della dura lotta che l’Ucraina sta affrontando per difendere il proprio Paese, ed è per questo che continuiamo a fornire attivamente assistenza per la sicurezza, fondamentale per la situazione sul campo di battaglia.  (Ma) gli F-16 riguardano il nostro impegno a lungo termine in Ucraina e sono una capacità che non sarà rilevante per l’attuale controffensiva” ha dichiarato l’addetto stampa del Pentagono Patrick Ryder.

Ma l’Ucraina non è l’unico paese dell’Europa orientale che intende rafforzare il proprio strumento aereo con mezzi statunitensi. Il parlamento di Bucarest sta infatti deliberando in questi giorni riguardo ad un contratto di circa 6,5 miliardi per l’acquisto dei velivoli di quinta generazione F-35. Un’aviazione romena dotata di simili apparecchi rafforzerebbe fortemente le capacità difensive dell’Alleanza Atlantica lungo il fianco orientale. Tuttavia, qualora il processo d’acquisto venisse perfezionato, questi aerei non arriverebbero in Romania prima dell’inizio del nuovo decennio.

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