Skip to main content

Vi racconto le imprese di Sir Francis Drake. Scrive Vecchiarino

Corsaro, navigatore, principe della regina Elisabetta I. Sir Francis Drake è stato il protagonista di imprese eroiche contro la corona spagnola, che sancirono il primato indiscusso del dominio britannico sui mari. Ancora, le sue gesta, echeggiano nella memoria degli inglesi

Se chiedete a un inglese chi è sir Francis Drake vi risponderà che prima di tutto è un eroe, dopo, vi dirà che è stato uno dei personaggi più importanti dell’Inghilterra del XVI secolo e infine che è stato anche il corsaro più famoso di tutti i tempi. Nato nel Devon tra il 1540 e il 1544 da una famiglia di agricoltori protestanti, Francis Drake a 18 anni si imbarcò come apprendista su una nave mercantile che percorreva la tratta commerciale tra Inghilterra e Francia. Alla soglia dei vent’anni, desideroso di un orizzonte più vasto del Canale della Manica, decise di prendere il mare con il cugino John Hawkins, grande esperto della navigazione oceanica e il primo inglese a commerciare schiavi nell’Atlantico.

Il periodo storico

Il periodo storico in cui visse Drake era però molto caotico. Nella seconda metà del Cinquecento, infatti, il cuore dell’Europa era sconquassato da guerre sanguinose: la riforma Protestante, iniziata nel 1517 da Martin Lutero, aveva aperto un’enorme frattura nel mondo cristiano che aveva diviso sui lati della barricata Stati, popoli e casati, con la Spagna, in particolare, che si erigeva sulle altre potenze in difesa dell’intransigenza cattolica.

Il Trattato di Tordesillas

Ma non solo guerre religiose, ma anche economiche. Gli spagnoli e i portoghesi, dopo aver scoperto l’America e aperto le rotte commerciali con le Indie, dominavano i mari e, nel 1494, con il Trattato di Tordesilla, si erano spartiti il mondo in due emisferi di influenza. Le altre nazioni europee avevano criticato questo quest’accordo, che de facto monopolizzava il nascente commercio mondiale, ma non ebbero le capacità militari per contrastare il loro dominio, per via dei conflitti che assorbivano tutte le risorse sul suolo Europeo.

La superpotenza spagnola

La Spagna, poi, era diventata la superpotenza del periodo: Filippo II d’Asburgo, sul trono dal 1556 al 1598, governava un impero che comprendeva i regni di Castiglia, Aragona, Napoli, Sicilia, Sardegna, i ducati di Milano, Borgogna e le Fiandre, oltre alle sconfinate terre in America. Nel 1580, poi, l’acquisizione della corona di Portogallo e di Algarve aveva conferito alla Spagna il dominio sull’altra parte del mondo estendendo il controllo dai deserti delle Ande alle foreste pluviali dell’Angola e del Mozambico, dalle foci del Rio delle Amazzoni agli arcipelaghi indonesiani.

Elisabetta Tudor

In questo scenario l’Inghilterra, ancora scossa dalla faida religiosa nel Paese, che aveva visto anche la regina protestante Elisabetta I lottare per il trono contro la cugina cattolica Maria Stuarda, intendeva invece ritagliarsi un posto al tavolo delle grandi potenze e sfidare il predominio spagnolo sui mari. La Spagna, però, aveva un esercito potentissimo e sarebbe stato impossibile per gli inglesi invadere la penisola iberica. Ma Elisabetta intuì la debolezza di Madrid e decise di spostare la guerra laddove la Spagna si sentiva più sicura: sul mare.

La royal Navy

Per portare la guerra sugli oceani del nuovo Mondo la regina aveva bisogno di una marina militare adeguatamente organizzata; la Royal Navy era stata rafforzata pochi decenni prima da Enrico VIII per contrastare le mire espansionistiche francesi. Ma mantenere questa forza navale, ammodernarla costantemente e aumentarla, costava, e il regno di Elisabetta non aveva le necessarie risorse economiche per questo progetto.

La guerriglia sui mari

Per poter affrontare la celeberrima Armada spagnola, Elisabetta decise quindi di optare per una tattica diversa, una sorta di guerriglia sui mari. Le navi della Royal Navy, sarebbero state affiancate da vascelli inglesi di privati, e avrebbero effettuato una serie di incursioni contro i porti e le navi spagnole che, cariche d’oro e d’argento, tornavano in Europa attraversando l’Atlantico.

I sea dogs

Emersero così un gruppo di impavidi e indomiti uomini di mare mossi dal desiderio di ricchezza, fame di avventura ma anche da un alto senso dell’onore e del servizio dello Stato. Questi uomini, che ben presto costituirono la punta di diamante della marina inglese, vennero chiamati i Sea Dogs, i corsari elisabettiani, ed erano: John Hawkins, Walter Raleigh Richard Grenville, Thomas Cavendish, Humphrey Gilbert, Martin Frobishe e Francis Drake.

I corsari

I corsari, a differenza dei pirati che erano a tutti gli effetti dei fuorilegge, erano dei privati cittadini che, muniti dal governo di uno Stato di un’apposita autorizzazione formale, detta “lettera di corsa”, in cambio della cessione allo stesso di parte dei guadagni conseguiti, erano autorizzati ad assalire e rapinare le navi mercantili delle nazioni nemiche. In poche parole, i corsari erano dei mercenari incaricati dallo Stato di sopperire alle mancanze degli apparati militari regolari.

La lettera di corsa di Drake

Anche Drake nel 1572 ottenne una lettera da corsa dalla regina Elisabetta I e partì subito per i Caraibi con l’intento di intercettare i convogli spagnoli. La maggior parte dell’oro estratto nelle miniere peruviane del Potosì veniva imbracato sui galeoni e trasportato a nord dell’istmo di Panama; da lì veniva poi portato prima via terra attraverso il Camino Real verso la costa atlantica fino a Nombre de Dios e, successivamente, imbarcato su altri galeoni verso Siviglia in Europa. La maggior parte dell’argento, invece, era mandato nelle Filippine dove poi veniva inviato verso l’India e infine in Europa. Le coste peruviane, quindi, erano il centro nevralgico del sistema di potere globale facente capo a Madrid in cui passavano tutte le ricchezze che alimentavano l’economia dell’impero spagnolo: interrompere o semplicemente disturbare quel flusso avrebbe messo in ginocchio Madrid.

L’assalto di Drake a Nombre De Dios

Con questo obiettivo Drake assaltò la città di Nombre de Dios ma fallì. Successivamente con l’aiuto di alcuni Cimarrón, ex schiavi scappati dagli spagnoli, Drake e la sua ciurma riuscirono ad intercettare un convoglio di metalli preziosi provenite del Perù presso il Camino Real, dove il corsaro riuscì a impadronirsi di oro, argento, pietre preziose pari al quinto delle entrate annuali della regina Elisabetta. Con quest’azione Drake divenne la principale minaccia ai più vitali interessi dell’impero spagnolo.

La circumnavigazione del Mondo

Nel 1577 la regina incaricò quindi Drake di colpire alle spalle l’impero spagnolo, nel Pacifico, dove non si sentivano minacciati; probabilmente la missione mirava anche a scoprire nuove rotte commerciali e nuovi territori, come la famigerata Terra Australis, un continente dell’emisfero australe la cui esistenza era stata ipotizzata sin dall’antichità ma non ancora provata.

L’inizio del viaggio 

Drake così salpò da Plymouth, in Inghilterra, nel dicembre 1577 a bordo del Pelican con quattro altre navi e più di 150 uomini dirigendosi verso sud da dove, all’altezza dell’Isola di Capo Verde, attraversò l’Atlantico per arrivare sulle coste del Brasile. Virò poi verso sud dirigendosi verso lo stretto di Magellano, perdendo nel frattempo due navi perché una tornò in Inghilterra e l’altra affondò.

Il canale Drake

Le restanti tre navi partirono dirette verso lo stretto di Magellano, all’estremità meridionale del continente, e alcune settimane dopo riuscirono ad entrare nell’oceano Pacifico; ma violente tempeste spinsero le navi verso sud e permisero così a Drake di scoprire il passaggio tra la Terra di Fuoco e l’Antartide che oggi è conosciuto come Canale di Drake.

Gli attacchi agli spagnoli

A causa delle condizioni meteorologiche la spedizione perse altre due navi e quindi Drake fu costretto a proseguire il suo viaggio con la sola nave ammiraglia, rinominata Golden Hind, la cerva dorata, in onore di sir Christopher Hatton, il cancelliere favorito dalla regina Elisabetta I nonché finanziatore del viaggio, che nel suo stemma araldico aveva appunto una cerva dorata. La Golden Hind iniziò la risalita verso nord lungo le coste pacifiche del Sud America iniziando la guerra antispagnola che era il vero obiettivo del viaggio; El Drac, il Drago, come fu ribattezzato Drake dagli spagnoli, attaccò numerosi porti spagnoli, come Lima e Valparaíso, e numerose navi iberiche, tra le quali la Nuestra Senora de la Concepciòn, carica di oro e argento.

La nuova Albione

Nella speranza di trovare il mitico passaggio a Nord Ovest, che lo avrebbe riportato nell’oceano Atlantico, Drake continuò il suo viaggio verso nord fino alla baia di San Francisco, dove toccò terra e fondò una colonia che chiamò Nuova Albione, dal nome latino dell’Inghilterra, reclamando il possesso dei territori per la Corona britannica. L’esatta ubicazione è ancora oggi oggetto di discussione tra gli storici che ritengono possa essere anche nell’Oregon o nello stato di Washington; in ogni caso si trattava della prima colonia inglese nel Nuovo Mondo.

La rotta delle Molucche

Fallita la ricerca del passaggio a Nord Ovest Drake decise di puntare verso ovest e attraversare il Pacifico per tornare a casa. Dopo qualche mese, raggiunse l’arcipelago indonesiano, l’isola di Java e le Molucche dove caricò spezie e prodotti esotici. Dopo aver passato il Capo di Buona Speranza rientrò nell’oceano Atlantico girando la prua verso l’Inghilterra.

Il rientro in patria da eroe

Il 26 settembre 1580, dopo tre anni dalla partenza e dopo aver percorso quasi 36 mila miglia, Drake rientrò in patria da eroe con la Golden Hind sovraccarica di un’immensa ricchezza fatta di tesori rubati agli spagnoli e spezie; era inoltre il primo inglese a circumnavigare il globo e secondo al mondo dopo Ferdinando Magellano.  Il 4 aprile 1581 Drake venne insignito del titolo di cavaliere dalla regina Elisabetta diventando così sir Francis Drake.

La guerra Anglo-Spagnola

Rientrato sulla terraferma Drake comprò come casa l’Abbazia di Buckland che rimarrà ai suoi discendenti fino al 1946, e divenne sindaco di Plymouth. Ma le vesti borghesi però durarono poco: nel 1585 Filippo II dichiarò guerra all’Inghilterra e la regina Elisabetta I, tramite il suo principale segretario, nonché capo di una fitta rete di spie, Francis Walsingham, ordinò a sir Francis Drake di guidare una spedizione per attaccare le colonie spagnole con un attacco preventivo. Al comando di una flotta di 21 navi Drake compì diversi raid nelle Americhe contro gli spagnoli saccheggiando Santo Domingo e Cartagena e catturando nel viaggio di ritorno il fortino spagnolo di St. Augustine nell’attuale Florida.

L’incursione a Cadice 

Nel frattempo, le spie di Walsingham erano venute a conoscenza di un piano spagnolo per invadere l’Inghilterra e così Drake ricevette l’ordine di affrontare e attaccare l’Armada spagnola. Con un’ardita incursione nella rada di Cadice con il suo galeone Elizabeth Bonaventur armato di 47 cannoni, il 29 aprile 1587 sir Francis guidò altri venti vascelli nell’attacco alla base nemica, distruggendo più di trenta navi e infliggendo gravi danni tali da far ritardare l’invasione spagnola.

La Grande y Felicisima Armada

Due anni dopo, 1587, gli spagnoli diedero il via alla “Grande Impresa”, cioè il nuovo piano per invadere l’Inghilterra; l’azione prevedeva l’invio di una grossa flotta di navi a Dunkerque dove avrebbe imbarcato l’esercito della coalizione che si era creata contro Elisabetta I e lo avrebbe trasportato in Inghilterra dove, una volta sbarcato sulle spiagge del Kent, avrebbe marciato su Londra.  Nel maggio del 1588 la Grande y Felicísima Armada, in seguito sarcasticamente definita “invincibile” dai suoi avversari, salpò da Lisbona il 28 maggio 1588 e il 29 luglio fece il suo ingresso nella Manica. Ma anche questa volta le spie di Walsingham avevano scoperto il piano e, quando l’Armada apparve al largo delle coste inglesi, trovò piccole e agili imbarcazioni inglesi capitanate da Francis Drake, nominato vice ammiraglio, che cominciarono ad attaccare la massiccia flotta spagnola.

Le navi incendiarie 

Gli inglesi impegnarono il nemico in ben cinque battaglie consecutive fra il 31 luglio e l’8 agosto tallonando l’enorme flotta di Filippo II. In una di queste la flotta fu attaccata da otto navi incendiarie inglesi, cariche di pece ardente e zolfo che gettarono nel caos il naviglio spagnolo con alcuni capitani iberici che tagliarono le ancore e si dispersero; i venti di tempesta spinsero poi i vascelli spagnoli verso il Mare del Nord iniziando così un lungo periplo delle isole britanniche che terminò con la ritirata verso la Spagna.

Le imprese coloniali e la morte 

La guerra anglo-spagnola non terminò con la disfatta dell’Invincibile Armada e Drake, dopo aver salvato il suo paese dall’invasione, continuò la guerra contro Madrid. Sir Francis intraprese una lunga ma disastrosa campagna contro le colonie spagnole in America insieme al cugino John Hawkins, subendo diverse sconfitte alle Canarie e in America, tra le quali una particolarmente pesante presso San Juan di Portorico. A metà gennaio 1596, all’età di 55 anni, Drake morì di dissenteria mentre era ancorato nella baia di Portobello e venne seppellito in mare. Lasciò parte della sua eredità alla povera gente della cittadina di Plymouth.

L’importanza di Drake 

La sconfitta dell’invincibile Armada segnò l’inizio del lento ma inesorabile declino della Spagna e l’ascesa dell’Inghilterra come potenza marittima mondiale e ciò fu possibile grazie alle imprese di sir Francis Drake e degli altri Sea Dogs. Le loro imprese incrinarono il dominio spagnolo dei mari, tracciarono le rotte mercantili dei commerci con le indie e diedero inizio alla colonizzazione inglese dell’America, posando così le fondamenta della più grande talassocrazia della storia.

Curiosità

Una leggenda popolare narra che battere sul tamburo di Francis Drake in occasione di un pericolo imminente per l’Inghilterra, lo farebbe tornare in vita per salvare la patria.

Approfondimenti 

Per chi volesse approfondire la storia di Francis Drake e della guerra anglo-spagnola consiglio la lettura del volume “, Francis Drake Il corsaro che sfidò un impero” di David Salomoni. Francis Drake compare anche nel romanzo La colonna di fuoco di Ken Follett, il terzo della Saga di Kingsbridge, insieme a Elisabetta I, Maria Stuarda e a Francis Walsingham, in un romanzo molto dettagliato e storicamente attinente ai fatti.

Exit mobile version