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Mentre Kyiv aspetta gli F-16, i russi rilanciano la campagna aerea

I primi caccia multiruolo di fabbricazione statunitense, assieme ai piloti capaci di manovrare, dovrebbero diventare operativi verso la metà dell’estate. Ma non ci sono date precise. Mentre l’aviazione russa aumenta la frequenza delle sortite

La base aerea di Fetesti, nella Muntenia romena, è nota per ospitare piloti dei Paesi membri dell’Alleanza Atlantica impegnati in programmi di addestramento al volo con sistemi da caccia. In questa stessa località i piloti di Bucarest, abituati a volare su velivoli del Patto di Varsavia, hanno imparato a pilotare aerei di manifattura occidentale. E al personale Nato presto si affiancherà quello di uno altro Stato esterno alla all’Alleanza: Fetesti è infatti uno dei siti prescelti per l’addestramento dei piloti di Kyiv all’uso dei velivoli F-16 che una coalizione di Stati Occidentali ha deciso di donare all’Ucraina. I piloti ucraini selezionati per il programma F-16, dopo una prima fase in Gran Bretagna durante la quale hanno perfezionato le loro conoscenze della lingua inglese e apprendere la complessa terminologia del sofisticato velivolo multiruolo progettato dalla General Dynamics e oggi prodotto dalla Lockheed Martin, sono momentaneamente impegnati nel percorso d’addestramento a Skrydstrup, in Danimarca, mentre l’infrastruttura di Fetesti veniva adibita ad ospitare il programma di training.

L’obiettivo è di vedere gli F-16 operativi sui cieli ucraini durante l’estate del 2024. Un obiettivo che con molta probabilità sarà raggiunto, anche se con numeri contenuti: al momento soltanto dodici piloti ucraini dovrebbero riuscire a terminare il percorso d’addestramento multifasico entro i prossimi mesi; la prossima classe di otto piloti ucraini dovrebbe arrivare in Danimarca alla fine dell’estate, ma non è chiaro quando qualcuno di loro inizierà l’addestramento a Fetesti. Per quel che riguarda gli apparecchi, dei quarantacinque velivoli che la coalizione occidentale ha promesso di mandare a Kyiv soltanto sei, inviati da Copenaghen, saranno effettivamente disponibili per il mese di luglio. A questi sei altri tredici velivoli, sempre inviati dalla Danimarca, dovrebbero arrivare negli aeroporti ucraini tra la fine del 2024 e il 2025. I Paesi Bassi, che ne hanno promessi 24, li terranno fino a quando l’Ucraina non sarà pronta a riceverli, secondo quanto riferito dal portavoce del Ministero della Difesa di Amsterdam Jurriaan Esser. Accanto ai piloti, anche il personale tecnico di Kyiv (circa 50 individui) è al momento impegnato in Danimarca ad addestrarsi per manutenere e riparare i jet, e per gestire i sistemi d’arma. Il velivolo multiruolo F-16 è così complesso che in genere ci vogliono da otto a quattordici persone per la sua manutenzione

Il primo marzo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è espresso sulla questione degli F-16: “Quest’anno ci saranno nuovi caccia nei nostri cieli e dobbiamo fare in modo che quest’anno sia efficace per difenderci dalle bombe guidate russe, dagli aerei russi e dai loro missili”. La tempistica dell’appello di Zelensky non è affatto casuale. Durante le ultime settimane l’aviazione di Mosca, la cui azione era stata fino ad ora caratterizzata da una certa “timidezza” dovuta all’incapacità di ottenere la superiorità aerea sui cieli ucraina, ha assunto una postura più aggressiva, utilizzando sempre più spesso aerei da guerra in prossimità della linea del fronte per sganciare potenti bombe guidate sulle posizioni ucraine e spianare la strada alla fanteria in avanzata. Questa tattica avrebbe permesso alle forze armate russe di riuscire ad occupare la città di Avdiivka, su cui concentravano da mesi i propri sforzi offensivi. Aumentando però anche il tasso di perdite. L’esercito ucraino ha dichiarato alla fine di febbraio di aver abbattuto quindi aerei di Mosca nell’arco di due settimane, compresi sette caccia Su-34, due Su-35 e un “Awacs russo” Beriev A-50 Shmel.

Ma accanto all’ottimismo del leader, ci sono anche voci più realiste. “Non credo che gli F-16, da soli, possano cambiare le carte in tavola, a causa delle caratteristiche tecniche e del numero di squadre di F-16 in arrivo. Ma penso che insieme ad altre munizioni e ai missili a lungo raggio lo saranno”, ha dichiarato Yevgeniya Gaber, ex diplomatica e consigliera di politica estera ucraina, ora docente presso il George C. Marshall Center, un’accademia di sicurezza nazionale sostenuta dai governi tedesco e americano.

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