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Bonifiche, sorveglianza e informazione. Ecco come si prepara l’Italia contro la Dengue

Una nuova circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore della prevenzione Francesco Vaia, invita le Regioni a predisporre tutte le misure previste dal Piano nazionale di prevenzione: sorveglianza, formazione del personale e informazioni ai cittadini. E in Brasile i casi hanno raggiunto i due milioni

Il comune di Busto Arsizio, cittadina in provincia di Varese, ha diramato ieri nel primo pomeriggio una nota su un caso di sospetta positività da Dengue. Seguita dalle operazioni di disinfestazione che dureranno fino a domani e con l’invito ai cittadini di adottare ogni misura precauzionale durante i vari trattamenti del territorio.

CHE TIPO DI MALATTIA È LA DENGUE

Ma cosa è la Dengue e cosa sta succedendo? Come si legge dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità, EpiCentro – L’epidemiologia per la sanità pubblica, la Dengue è una malattia di origine virale, causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed “è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri”.

La dengue è una malattia conosciuta da oltre due secoli, specifica l’Iss, e proviene dalle zone tropicali e subtropicali del mondo. “Nei Paesi dell’emisfero nord, in particolare in Europa – spiega l’Istituto – costituisce un pericolo in un’ottica di salute globale, dato che si manifesta soprattutto come malattia di importazione, il cui incremento è dovuto all’aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone”.

SINTOMI DEL VIRUS 

La dengue si manifesta con febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto alte. Accompagnata da “mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini”.

L’ALLARME GLOBALE DAL BRASILE

Proprio ieri il Brasile ha fatto registrare due milioni di casi della malattia nel 2024, un record storico, secondo un rapporto pubblicato dal ministero della Salute. Il Paese ha registrato 2.010.896 casi, compresi quelli confermati e quelli sotto indagine, con un coefficiente di incidenza di 990,3 casi per 100.000 abitanti. I decessi confermati sono 682 e altri 1042 sono in fase di indagine. Secondo le autorità, il Brasile non ha registrato un numero così elevato di casi in un solo anno da più di venti anni. Il clima del Paese, con piogge frequenti e caldo torrido in questo periodo dell’anno, hanno aiutato ad incrementare la situazione di emergenza.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Alla luce dei casi segnalati nel nostro Paese e della situazione del Brasile, è arrivata ieri una nuova circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore della prevenzione Francesco Vaia, che invita le Regioni a predisporre tutte le misure previste dal Piano Nazionale di Prevenzione.

“Si dovrà provvedere alla predisposizione, previa programmazione, di misure locali di monitoraggio e di contrasto dei vettori; individuare tutti i potenziali siti a rischio di introduzione di nuove specie di zanzare invasive; provvedere alle attività per una corretta comunicazione che aumentino la consapevolezza del rischio dengue in ambito pubblico. Previsti controlli anche nelle donazioni di sangue”. Quindi un’attenzione maggiore alla sorveglianza, alle bonifiche e alla formazione del personale e all’informazione diretta ai cittadini.

Allertati tutti gli operatori sanitari, tra cui pediatri di libera scelta e medici di medicina generale, per permettere la rapida identificazione dei casi, in vista della stagione più calda nel Paese e dei viaggi che aumenteranno.

Il ministero prevede anche che siano implementate tutte le azioni di bonifica ambientale previste, mirate a ridurre i siti di proliferazione e di riparo per le zanzare. Non solo formazione, comunicazione e informazione tempestive, ma anche una particolare attenzione ai controlli sulle donazioni di sangue (compreso il sangue cordonale) e di organi, tessuti e cellule comprese le cellule staminali del sangue periferico e midollare.



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