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Tempi più lunghi per chi è in crisi e stralcio agevolato. Il governo avanza sul fisco

Il Consiglio dei ministri approva un altro provvedimento attuativo della delega fiscale, tornando a plasmare una riscossione più a misura di contribuente. E ci sarà anche una commissione per smaltire il magazzino di cartelle da 1.200 miliardi

Ancora un colpo di restyling per il fisco italiano, dopo i nove decreti legislativi della delega fiscale, messi a terra dal governo. E, nuovamente, è la riscossione a finire al centro della riforma fiscale che il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, sta portando avanti. In particolare il mastodontico magazzino da 1.200 miliardi di cartelle, per gran parte inesigibili. Ebbene, come previsto dal provvedimento licenziato dal Consiglio dei ministri riunitosi nel pomeriggio, arriva tanto per cominciare una Commissione di esperti che dovrà trovare una soluzione per smaltire tutto o parte del magazzino di carichi fiscali gestito dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, arrivato a superare i 1.200 miliardi di euro.

In particolare si prevede che con un decreto del ministro dell’Economia costituita una commissione “composta da un presidente di sezione della Corte dei conti, anche a riposo, che la presiede, e da un rappresentante, rispettivamente, del Dipartimento delle finanze e del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del predetto ministero”, si legge nel documento entrato a Palazzo Chigi. La commissione con il supporto dell’Agenzia delle entrate, procederà “all’analisi del magazzino e, sentiti altresì gli enti previdenziali che hanno affidato carichi agli agenti della riscossione e acquisita l’intesa con la Conferenza unificata, relazionerà conseguentemente al ministro dell’Economia, proponendogli le possibili soluzioni, da attuare con successivi provvedimenti legislativi, per conseguire il discarico di tutto o parte del predetto magazzino”.

Altra questione, lo stralcio delle cartelle stesse dopo cinque anni. “Le quote affidate all’Agenzia delle entrate a decorrere dal 1° gennaio 2025 e non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento sono automaticamente discaricate”, si legge nel medesimo testo. Il quale precisa come la stessa amministrazione può “trasmettere in qualsiasi momento all’ente titolare del credito la comunicazione di discarico anticipato delle quote nei casi in cui abbia rilevato la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale del debitore oppure una volta che sia stata verificata l’assenza di beni del debitore che possono essere aggrediti per il pagamento del debito fiscale. Fino alla prescrizione del diritto di credito, il cui termine di decorrenza è computato dall’ultimo atto notificato anteriormente al discarico automatico, la riscossione coattiva delle somme discaricate può essere gestita direttamente dall’ente creditore, oppure affidata dall’ente creditore in concessione a soggetti privati”.

Un’ultima questione, ma non certo meno importante, l’allungamento dei tempi per chi non riesce a pagare le tasse. I contribuenti che dimostrano di essere in una situazione di “obiettiva difficoltà” possono ottenere di pagare i debiti con il fisco dilazionati fino a 120 rate mensili. In particolare la bozza di testo riporta che “su semplice richiesta del contribuente che dichiara di versare in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, l’Agenzia delle Entrate per le somme iscritte a ruolo di importo inferiore o pari a 120.000 euro, concede la ripartizione del pagamento delle somme in un numero di rate mensili comprese tra 84 (per le richieste presentate nel 2025 e 2026) e 108 (per le richieste presentate a decorrere dal primo gennaio 2029)”.

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