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Il guaio della Cina è la crescita, non tanto il debito. Fitch randella Pechino

La seconda economia globale crescerà quest’anno meno di quanto auspica il partito. Per questo l’agenzia di rating ha portato l’outlook a negativo. I mercati, comunque rimarranno calmi. Almeno per il momento

Forse era solo questione di tempo. E lo sapevano anche nel partito. Per la Cina arriva il primo downgrade dell’anno, di quelli che fanno rumore. E così l’agenzia di rating Fitch rivede al ribasso l’outlook della Cina, abbassandolo da stabile a negativo e affermando che il governo di Pechino rischia di accumulare debito nel tentativo di far uscire l’economia da un rallentamento che continua da molti mesi, a causa soprattutto della crisi dell’immobiliare.

Il giudizio è impietoso. “La revisione dell’outlook riflette i crescenti rischi per le finanze pubbliche cinesi, in quanto il Paese si trova ad affrontare prospettive economiche più incerte. È sempre più probabile che la politica fiscale svolga un ruolo importante nel sostenere la crescita nei prossimi anni, il che potrebbe mantenere il debito su una costante tendenza al rialzo”.

Pechino, però, ha subito risposto: “Ci rammarichiamo per il taglio delle prospettive di credito della Cina da parte di Fitch”, ha dichiarato il ministero delle Finanze in una nota rilasciata pochi minuti dopo l’annuncio dell’agenzia di rating. “I loro metodi non sono riusciti a riflettere in modo efficace e proattivo i nostri sforzi per promuovere la crescita economica”. Tornando a Fitch, l’agenzia di rating ha tuttavia confermato il rating ad A+, dando credito a Pechino del fatto che il Paese ha “un’economia ampia e diversificata”, sottolineando “le sue continue e forti prospettive di crescita del Pil rispetto ai suoi pari, il suo ruolo nel commercio globale di merci, le sue solide finanze esterne e lo status dello yuan come valuta di riserva”.

Ma il Pil latita. La stessa Fitch prevede infatti che la crescita economica della Cina rallenterà al 4,5% nel 2024, dal 5,2% dell’anno scorso, mentre il Fondo Monetario Internazionale prevede che il Pil cinese crescerà del 4,6% quest’anno, contro l’obiettivo del governo del 5%. E gli analisti, cosa dicono? La mazzata c’è tutta, eppure i mercati, che da mesi scontano il deflusso degli investitori, non andranno nel panico. “Non credo che questo avrà un grande impatto sul mercato”, ha dichiarato all’agenzia Bloomberg Michelle Lam, economista di Sociéte Genérale, per la quale il rischio per gli investitori derivante dall’aumento del debito cinese “è che rallenti la crescita, non che aumenti il rischio di default sovrano”.

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