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Truppe Usa fuori da Niger e Ciad? Ecco cosa dice il Pentagono

Non è stata ancora presa una decisione definitiva sul ritiro, ha spiegato l’ammiraglio Grady, numero due delle forze armate statunitensi. Ma se così sarà, serviranno nuove soluzioni per le missioni antiterrorismo nel Sahel

Non è stata ancora presa una decisione definitiva sul ritiro delle truppe americane da Niger e Ciad. A spiegarlo all’Associated Press è stato l’ammiraglio Christopher Grady, numero due delle forze armate statunitensi (è il vicepresidente del Joint Chiefs of Staff).

Il mese scorso la giunta al potere in Niger ha posto fine all’accordo che permetteva alle truppe statunitensi di operare nel Paese dell’Africa occidentale, cruciale per il contrasto al terrorismo. Il dipartimento di Stato ha dichiarato ieri sera che funzionari statunitensi e nigerini si sarebbero incontrati oggi nella capitale Niamey “per avviare discussioni su un ritiro ordinato e responsabile delle forze statunitensi”. L’incontro avviene perché i due Paesi “non sono riusciti a raggiungere un’intesa” per continuare la cooperazione “in un modo che risponda alle esigenze e alle preoccupazioni di entrambe le parti”, ha dichiarato il portavoce Matthew Miller. I funzionari statunitensi hanno dichiarato sabato che le forze armate inizieranno i piani di ritiro delle truppe dal Niger, ma hanno affermato anche che sono in corso discussioni su un nuovo accordo militare.

Negli ultimi giorni anche il governo del vicino Ciad ha messo in discussione l’accordo con gli Stati Uniti, ha dichiarato l’ammiraglio Grady. Gli accordi consentono agli Stati Uniti di condurre operazioni antiterrorismo critiche all’interno dei confini dei due Paesi e hanno sostenuto l’addestramento dei partner militari in entrambe le nazioni.

Le retromarce di Niger e Ciad hanno suscitato il timore che l’influenza degli Stati Uniti in Africa stia diminuendo a vantaggio di Russia e Cina. All’inizio di questo mese, per esempio, sono arrivati in Niger addestratori militari russi per rafforzare le difese aeree del Paese e addestrare le milizie della giunta al potere. E ancora: Niger e Cina hanno siglato un importante accordo sul petrolio.

“Stiamo tutti cercando di affermarci come partner di riferimento”, ha detto l’ammiraglio Grady. “Sta a noi stabilire il motivo per cui riteniamo importante la nostra partnership con loro. Noi vogliamo certamente essere presenti. Vogliamo aiutarli, vogliamo potenziarli, vogliamo fare cose da, con e attraverso di loro”. Secondo il numero due del Pentagono, se entrambi i Paesi africani decideranno che gli Stati Uniti non possono rimanere lì, l’esercito americano dovrà cercare alternative per gestire le missioni antiterrorismo nel Sahel. “Se ci verrà chiesto di andarcene, e dopo i negoziati le cose andranno così, dovremo ricalcolare e trovare un nuovo modo per farlo”.

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