“I mercanti nel palazzo. Fare impresa è anche fare politica”, edito da Il Mulino, è il nuovo libro di Giacomo Lev Mannheimer. Una guida per manager, imprenditori e professionisti che vogliono navigare con successo il complesso mondo dei rapporti tra potere economico e potere politico. Ne pubblichiamo un estratto
I public affairs sono un mestiere complesso, che richiede grande capacità di individuare le giuste priorità, di cambiare prospettiva, di adattarsi a cambiamenti molto frequenti e rapidi. Il rischio di trovarsi esposti a rischi inaspettati è spesso più alto dell’opportunità di poter contare su una persona coi contatti giusti, semplicemente perché quei contatti potrebbero essere forse giusti oggi, ma con ogni probabilità non basteranno domani. Per funzionare al meglio, i public affairs richiedono allineamento in molti livelli dell’azienda, e non concentrazione del talento in uno o pochissimi suoi componenti.
- Pensiero analitico. Strategia significa prima di tutto prioritizzazione. I modelli analitici aiutano a distinguere i segnali dal rumore, e per questo saper applicare modelli analitici a una realtà caotica come quella dell’extramercato è una dote fondamentale (cfr. capp. secondo e terzo).
- Storytelling. I public affairs sono, in buona parte, comunicazione. Saper costruire una narrativa e adattarla agli interlocutori senza perdere coerenza è una stida tanto complessa quanto importante (cfr. cap. quarto).
- Adattabilità. Lo si dice di moltissimi mestieri, talvolta a sproposito, ma i public affairs di oggi sono davvero un ottimo esempio: richiedono flessibilità intellettuale, capacità di apprendimento e ottimismo nell’incessante trasformazione del proprio lavoro e delle proprie tattiche e priorità. La vita è caotica, ma i public affairs lo sono particolarmente (cfr. capp. quinto e sesto).
C’è un modo infallibile per testare queste qualità in una persona. Prendi un briefing complicato, oscuro e fumoso scritto da un legale, interno o esterno all’azienda, destinato al suo top management. Assicurati che non tenga minimamente conto della prospettiva di poter cambiare l’extramercato a vantaggio dell’azienda, ma che invece dipinga esclusivamente lo status quo, cioè le regole che ostacolano le soluzioni cui i destinatari del briefing vorrebbero invece pervenire. Invialo al candidato o al consulente tre giorni prima del tuo colloquio con lui, chiedendogli di preparare una breve presentazione di sette minuti sul caso in questione per il CEO, enfatizzando il ruolo dei public affairs nella sua gestione. Resterai sorpreso da quanti candidati si riveleranno incapaci di presentare un caso complesso in così poco tempo, e soprattutto di farlo senza limitarsi a ripetere nuovamente le argomentazioni legali. Le persone in grado di farlo, vedendo opportunità dove i legali hanno visto ostacoli, corrispondono ai profili giusti cui affidare la propria strategia.