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Il Pdl di Berlusconi si sfascia come crollò l’Urss

Il sistema politico e mediatico italiano, per quasi vent´anni, ha suonato una sola solfa, il dalli a Berlusconi. Fin che c´era l´uomo di Arcore che, tra l´altro, sembrava darsi da fare per guadagnarsi nel ruolo di capro espiatorio e quindi di totale responsabile di ogni stortura dell´Italia, l´opposizione ripeteva la stessa giaculatoria, raccogliendo audience, grosso modo, in metà Paese.
 
Di fatto quindi, Berlusconi, connotandosi, anche per sua responsabilità (o scelta?), come il punching ball nazionale, ha finito per impigrire l´opposizione che aveva scoperto che per prendere voti e mantenere il consenso politico era sufficiente sparare, a ruota libera, e per fortuna solo a parole, contro Berlusconi, senza mai cercare di opporgli politiche alternative, credibili e attuabili, visto che bastavano gli slogan truculenti, spesso, intendiamoci, ampiamente giustificati.
 
Quando Berlusconi, sbarcato dal governo improvvisamente e senza nemmeno il preavviso che si dà anche alle badanti, per iniziativa delle cupole finanziarie internazionali, si è eclissato, il mondo mediatico-culturale italiano è piombato nel vuoto. Privato dell´avversario, si è trovato orbato anche di argomenti. Non potendo più aggredire chi si era dato volontariamente alla latitanza (Berlusconi, appunto) l´opposizione ha rivolto la sua aggressività, a lungo coltivata ma adesso priva di un obiettivo, contro se stessa.
 
È ciò che sta avvenendo, ad esempio, nel Pd, dove non si è mai litigato tanto, come in queste settimane. Ma il fuoco amico è scoppiato anche all´interno del Pdl. Ieri, ad esempio, l´intero partito è stato rottamato, o poco ci manca, da Daniela Santanchè, una che, pur contando quasi nulla nel partito, lo ha terremotato, dicendo che, dato che “il Pdl non esiste più” e che “un mondo è finito” allora si “debbono dimettere tutti i coordinatori”.
 
Se bastano poche parole della Santanchè per mandare in fibrillazione l´intero Pdl, questo vuol dire che il Pdl, prima delle parole della Santanchè, era un partito pronto a implodere, né più né meno come successe all´ex Urss che, pur sembrando, fino all´ultimo, potentissima, sì afflosciò in un attimo, senza nemmeno un gemito, perché essa era, da tempo, un guscio vuoto, anche se nessuno lo diceva. Un partito padronale com´è stato, sino a poco tempo fa, il Pdl, dove non c´era dibattito e dove chiunque volesse esprimere un parere in pubblico, doveva, per forza, prima dichiarare la sua inossidabile fiducia nel capo e la sua piena condivisione delle sue idee, non poteva infatti rimanere senza il capo che, del Pdl, era molto più di una stampella. Ne era l´essenza.
 
 
Magnaschi: sul quando e su quali alleanze divampa la discussione fra Pdl, Lega, Formigoni e Maroni. http://video.italiaoggi.it/italiaoggi/90secondi/Lega-e-PDL-6409/
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