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L’incombente catastrofe economica mondiale secondo il Fmi

L´economia mondiale si trova ancora in una fase di ripresa ma le forze della crescita sono sempre più deboli con rischi di un peggioramento più gravi rispetto ad aprile e al settembre 2011. E´ quanto scrive l´Fmi nel ´World Economic Outlook´, il rapporto congiunturale presentato a Tokyo per i lavori annuali del Fondo Monetario e della Banca Mondiale.
 
Fattori negativi
Le stime di crescita per l´economia mondiale sono state ridotte a +3,3% quest´anno (-0,2% rispetto all´aggiornamento di luglio) e a +3,6% nel 2013 (-0,3%). La crescita è in rallentamento anche nelle principali economie emergenti e nei Paesi in via di sviluppo, molto dinamici prima della crisi, e la nuova stima è di un +5,3% quest´anno (-0,3%) e +5,6% nel 2013 (-0,2%). Per i Paesi avanzati la nuova stima di crescita è di un +1,3% quest´anno (-0,1%) e +1,5% nel 2013 (-0,3%). Le forze che contrastano la crescita del mondo industrializzato, scrive l´Fmi, “sono conosciute: il processo di risanamento dei bilanci pubblici e un sistema finanziario ancora debole”, mentre il principale fattore di sostegno rimane la politica monetaria accomodante.
 
Tempi rapidi
Il focus principale resta l´Eurozona, per la quale le stime sono di una recessione dello 0,4% quest´anno (-0,1%) e di una mini-ripresa a +0,2% nel 2013 (-0,5%): “Per evitare un rallentamento ancora più marcato – dice Olivier Blanchard, capo-economista dell´Fmi – i politici devono fare la cosa giusta: l´Eurozona ha definito di recente un´architettura logica ed efficace, ma la chiave sarà la determinazione nel renderla una cosa concreta. Lo devono fare”.
 
Pressione psicologica
A dominare il panorama mondiale, sottolineano ancora gli esperti del Fondo, “è un´incertezza elevata e più diffusa” che non trova spiegazione in meccaniche forze di mercato. I timori sulla capacità dell´Eurozona a resistere ai venti della crisi e sulla mancanza a tutt´oggi di un piano di bilancio che eviti il rischio del ´fiscal cliff´ negli Stati Uniti “continuano a preoccupare gli investitori”. I Paesi emergenti e in via di sviluppo, continua Blanchard, “sono messi sotto pressione dal calo della domanda dal mondo industrializzato e dalle incertezze sui mercati finanziari”.
 
Stime poco belle
Il rallentamento è sfociato in una netta revisione al ribasso delle stime di crescita per Cina (-0,2% per 2012 e 2013 a rispettivamente 7,8% e 8,2%), Brasile (-1% a 1,5% quest´anno, -0,7% a 4% nel 2013) e India (-1,3% a 4,9% quest´anno, -0,6% a 6% nel 2013). Se tutte le promesse saranno rispettate, la crescita nei Paesi industrializzati “potrebbe attestarsi in media allo 0,75% nella seconda metà del 2012, con un lieve miglioramento nella prima metà del 2013”. Le prospettive di breve termine dell´Eurozona, sottolinea il Fondo, “sono peggiorate rispetto al rapporto ufficiale diffuso nell´aprile di quest´anno”.
 
Problema Usa
Negli Stati Uniti, continua Blanchard, “si avvicina il rischio del fiscal cliff ” che, dice, “sarebbe una catastrofe”. Piani di bilancio devono essere approntati da Washington “non solo per quest´anno ma anche per i seguenti”. Le stime di crescita per gli Stati Uniti sono state portate al 2,2% quest´anno (+0,1% rispetto all´aggiornamento di luglio) e al 2,1% nel 2013 (-0,1%). A tutt´oggi, spiegano gli esperti del Fondo, c´è una possibilità su sei che la crescita mondiale, se non saranno risolti i problemi principali e attenuata l´incertezza generale, “scenda sotto il 2% annuo” e questo equivale “a una recessione in tutto il mondo avanzato e a crescita stabilmente sotto la media per i mercati emergenti”.
 
Merkel capofila
Le stime di crescita per la Germania sono state confermate a +0,9% (invariato) quest´anno e l´anno prossimo (-0,5%), quelle della Francia sono stimate allo 0,1% quest´anno (-0,2%) e allo 0,4% nel 2013 (-0,5%), mentre per la Spagna viene confermata una recessione dell´1,5% quest´anno (-0,1%) e dell´1,3% nel 2013 (-0,7%). L´Italia quest´anno sarà la peggiore con -2,3% (-0,4%) per poi passare a -0,7% nel 2013 (-0,4%). Guardando a tutta l´area euro è la terza recessione più forte dopo il -6% previsto per la Grecia e il -3% del Portogallo. Problema nel problema: nei Paesi in recessione la crescita “è troppo bassa per portare a miglioramenti sui mercati del lavoro”.
 
Disoccupazione da paura
Nell´Eurozona il dato sui senza lavoro è previsto in netto aumento all´11,2% della popolazione attiva quest´anno, un punto in più rispetto al 10,2% del 2011, con un ulteriore peggioramento all´11,5% nel 2013. La Germania dovrebbe mantenersi stabile dopo il netto miglioramento di quest´anno (5,2% contro 6% nel 2011, e 5,3% nel 2013), mentre peggiora la Francia (10,1% quest´anno contro 9,6% nel 2011, e 10,5% nel 2013).
 
Italia al 10,6%
Sempre molto negativi i Paesi periferici dell´Eurozona con la disoccupazione in Italia al 10,6% quest´anno, oltre due punti in più rispetto al 2011 (8,4%) e in ulteriore peggioramento all´11,1% nel 2013, la Spagna al 24,9% (21,7% nel 2011) e al 25,1% nel 2013, la Grecia al 23,8% (17,3% nel 2011) e 25,4% nel 2013. Prima della classe resta l´Austria con il 4,3% (4,2% nel 2011) e il 4,5% nel 2013. Negli Stati Uniti, il numero dei senza lavoro è previsto in diminuzione all´8,2% della popolazione attiva quest´anno (9% nel 2011) e all´8,1% nel 2013.
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