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Più Verdi, in Assia prove generali di GroKo2?

Chi vince e chi perde dalla nuova strategia che, di fatto, apre la prima fase del post merkelismo in Germania? Davvero i Verdi possono aspirare a sostituire la Sdp in crisi elettorale e programmatica in vista della nuova cancelleria targata, in prospettiva, Annegret Kramp-Karrembauer?L’esempio dell’Assia e la relativa riuscita politica potrà offrire in questo senso più di un indizio.

QUI ASSIA

In Assia prove generali di GroKo2? Cdu e Verdi hanno negoziato fino alle prime ore del mattino e dopo undici ore di trattative serratissime ecco che si è giunti ad un accordo: la coalizione nero-verde non solo in Assia continuerà, come da previsioni post voto, ma ecco che si candida a schema di governo.

“Abbiamo finito” sono state le prime parole del primo ministro Volker Bouffier (Cdu), che assieme a Tarek Al-Wazir (Verdi) ha animato un tavolo di discussione davvero intenso. Tra 24 ore verrà presentato il documento comune programmatico che sancisce l’accordo, ma già si può dire che i Verdi dovrebbero aver strappato deleghe di primaria rilevanza. La coalizione di governo nero-verde è al potere in Assia dall’inizio del 2014, ma questa volta il sapore è diverso perché investe altri scenari.

“Siamo diversi ma ci completiamo a vicenda” ha commentato Al-Wazir, anche perché il puzzle elettorale in Assia non aveva altra via di uscita che questo quadro. La sicurezza interna è stato il tema principale caldeggiato dalla Cdu, mentre i Verdi hanno messo in cima al futuro programma di governo regionale la politica ambientale, in un momento in cui proprio il diesel gate investe numerosi settori dell’economia tedesca.

QUI CSU

Ma mentre i Verdi vivono una fase politica caratterizzata da una sorta di luna di miele con il proprio elettorato e anche con quello sottratto a Cdu e Spd, è in casa Csu che si registrano altri scossoni. In Germania tiene banco l’attacco sferrato da Karl-Theodor zu Guttenberg al primo ministro bavarese e futuro leader della Csu, Markus Söder. L’ex ministro della Difesa ha messo apertamente in discussione le qualità del successore di Seerhofer, aprendo di fatto un fronte significativo in un partito che si sta ancora leccando le ferite dopo i cali di consenso nelle regionali di un mese fa che, in sostanza, hanno avviato la scomposizione politica tedesca con il passo indietro di Merkel dalla Cdu e con il nuovo corso nella Csu.

Söder è accusato di essere presuntuoso e poco lungimirate, perché secondo zu Guttenberg non è sufficiente lavorare “sulla questione della migrazione con una retorica maldestra”, bensì occorre “incarnare le dimensioni nazionali e internazionali dell’argomento”. Soprattutto, il nuovo leader del partito deve essere “presente a Berlino, dove le decisioni saranno prese”.

Quindi non solo volti e nomi nuovi, ma soprattutto scelte mirate: questo il prossimo banco di prova per Cdu e Csu, ma anche per i Verdi che stanno scalzando i socialdemocratici, con i liberali di Fdp e i nazionalisti di Afd che inseguono nelle retrovie. In cima ai pensieri di aziende, cittadini e lavoratori ci sono sicurezza, migranti e welfare.

QUI GROKO

Un passaggio, quello su questi tre temi, che è stato affrontato dal governo nelle ultime ore con l’approvazione di un provvedimento sulla manodopera qualificata. Nelle intenzioni il governo federale vuole così combattere la carenza di lavoratori qualificati e ha deciso di ridurre le barriere poste all’immigrazione di tali lavoratori provenienti da paesi extra Ue. Per cui proprio ieri il Consiglio dei ministri ha adottato due disegni di legge, non senza difficoltà.

Infatti secondo Mathias Middelberg, speaker del ministro degli interni, le critiche hanno riguardato principalmente le regole per cambiare lo status dei richiedenti asilo respinti e quindi indirizzarli verso la cosiddetta “immigrazione nel mercato del lavoro”.

Il secondo provvedimento riguarda il commercio estero: il governo tedesco vuole essere in grado di esaminare maggiormente l’acquisto di azioni da parte di un investitore proveniente da paesi non Ue, con una soglia che quindi dovrebbe scendere al dieci percento.

Il riferimento è soprattutto al mercato cinese, ormai prossimo a penetrare completamente in Europa (quindi in primis in Germania) dopo la strutturazione della Via della Seta.

twitter@FDepalo

 

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