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Trump attacca (di nuovo) la Fed. L’indipendenza di Powell è in bilico?

Il presidente americano Donald Trump “raddoppia” (copyright Axios) le sue critiche nei confronti della Federal Reserve, che intende rialzare i tassi di interesse: sarebbe meglio per la Fed “sentire il mercato e non andare avanti con numeri senza senso”, di farlo prima che “commettano un altro errore”, e dovrebbero leggere la pagina degli editoriali del Wall Street Journal, dice oggi Trump – incredibile anche solo pensare al rialzo dei tassi, diceva ieri.

Il presidente si riferisce a un fondo pubblicato dall’Editorial Board del WSJ – giornale amico dell’amministrazione – in cui viene accolta indirettamente la posizione scettica sul rialzo, con un consiglio al governatore della Fed, Jerome Powell, di “seguire i segnali che suggeriscono una prudente pausa nell’innalzare i tassi” – “Prendi la politica monetaria che meglio serve l’economia, e la politica funzionerà da sola: fai in modo che la politica sia sbagliata, e Trump sarà l’ultimo dei problemi politici di Mr. Powell”, scrive il giornale della borsa americana.

Tra un giorno la banca statale statunitense rialzerà i tassi, e sebbene sia improbabile che i commenti negativi cambino la sostanza della decisione, sono rilevatori di un diffuso scetticismo sui piani della Fed per una politica più aggressiva nel prossimo anno. Ieri, per esempio, sempre sul WSJ è stato pubblicato un op-ed di peso (di cui si sta parlando molto negli Stati Uniti), firmato da Stanley Druckenmiller, che un tempo gestiva l’hedge fund di George Soros, e dell’ex governatore della Fed Kevin Warsh: i due dicono che “la Fed dovrebbe cessare, per ora, il suo blitz double-barreled (ossia un’azione che tocca più di un problema ma pone una sola risposta, ndr) di tassi di interesse più elevati e liquidità più stretta”, visti gli attuali sviluppi del mercato.

Da notare che quello attuale è stato il peggior dicembre dal 1931, dunque quegli sviluppi al momento sono negativi e sembrano sgonfiare parte della bolla economica-finanziaria che finora ha spinto Trump (anche se sostanzialmente l’economia americana continua a correre).

Peter Navarro, consigliere per il Commercio della Casa Bianca, ha detto alla NBC che il rialzo dei tassi della Fed è il principale tra i fattori responsabili di questa volatilità di mercato. Ma Powell è in una situazione delicata: mercoledì sarà quasi impossibile per lui accettare di cambiare decisione, perché rischierebbe di essere accusato di non avere indipendenza politica.

Però, dall’altro lato della medaglia, potrebbe andare incontro a un errore decisionale che lo farebbe finire sotto il fuoco di amministrazione e presidenza. Intanto le televisioni americane preparano il terreno e hanno avviato il dibattito sul se e sul come Trump possa agire contro Powell, fino a ragionare sui termini legali con cui potrebbe licenziarlo dal ruolo di presidente della Fed.

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