Skip to main content

La Tav è affare Lega 5 Stelle, il Pd non troverà una sponda. Parla Barbara Saltamartini

La Tav può essere la buccia di banana del governo? Forse sì, forse no dipende dalla prontezza di riflessi. Capire cioè per tempo quando è meglio cercare un compromesso piuttosto che andare allo scontro. La Torino-Lione, e non è un mistero, vede profondamente divisi Lega e Movimento Cinque Stelle. La prima spinge affinché l’opera venga realizzata, per giunta nei tempi previsti. I secondi non ne vogliono sapere convinti del fatto che dopo la retromarcia sul Tap l’elettorato grillino non capirebbe un secondo dietrofront. E chiederebbe con ogni probabilità un prezzo alto in termini di voti. In casa Lega la questione Tav è da maneggiare con cura. Da una parte c’è un bacino elettorale, quello del Nord industriale, che sabato scorso a Torino ha ribadito la Tav si deve fare (qui l’articolo con tutti i dettagli). Dall’altra ci sono i patti di governo con l’alleato Movimento Cinque Stelle.

Barbara Saltamartini, presidente in quota Lega della commissione Attività Produttive della Camera, non nasconde la diversità di vedute con il M5S al capitolo Tav. E così per Formiche.net, prova a leggere in controluce l’attuale momento. Partendo da un assunto. Il Carroccio ha fatto bene a scendere in piazza con le imprese e, almeno virtualmente, contro il M5S alleato di governo. “La Lega è da sempre favorevole alle grandi opere necessarie per lo sviluppo del Paese”, premette la deputata. “Pensiamo che per garantire il futuro all’Italia sia fondamentale proseguire sulla strada dei sì relativamente alle opere infrastrutturali. Quindi ha fatto bene la Lega ad essere in piazza con la sua delegazione guidata dal nostro capogruppo (alla Camera, ndrRiccardo Molinari“.

Va bene, ma come la mettiamo con l’altra compagine di governo con cui la Lega, volente o nolente, convive? “Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, due partiti che si sono presentati alle elezioni in schieramenti differenti, hanno posizioni anche opposte ma non per questo è impossibile trovare la sintesi con il dialogo, il confronto e il buonsenso”, spiega Saltamartini. “La Tav è per noi un’opera necessaria, siamo ovviamente disponibili a riflettere sui costi, sulla gestione degli appalti o su come rendere il progetto più efficiente, e speriamo di trovare, come già accaduto su altri temi, la sintesi con i nostri alleati di governo. Se così non fosse, trovo giusto che sia il popolo a potersi esprimere attraverso il referendum”. Insomma, accordo sì, ma non a tutti i costi. Se la distanza dovesse diventare incolmabile, molto meglio chiedere direttamente ai cittadini se vogliono la Tav oppure no.

C’è spazio poi anche per qualche giochino di politica. Quell’asse Lega-Pd di cui si fatica a parlare alla luce del sole. Eppure qualche corteggiamento c’è, visto che lo stesso Pd, per bocca dell’ex premier Paolo Gentiloni, ha invitato Salvini a votare in favore di una mozione con cui sbloccare i lavori della Torino-Lione. Ma Saltamartini non la beve, senza cadere nel tranello. “Guardi, il Pd non pensi di fare la campagna elettorale per le Europee o peggio per la segreteria del partito pensando di dividerci. Per noi fa fede il contratto di governo e il rispetto degli impegni presi con gli italiani. Su questo i giochetti della sinistra non troveranno alcuna sponda”.

La questione Tav è dunque affare di Lega e M5S, senza interferenze di alcun genere, stop. Però vale la pena di scommettere sulla realizzazione finale della Tav. “Una cosa è certa”, spiega Saltamartini. “La Lega lavora per far crescere il Paese, per aiutare il sistema produttivo ed industriale italiano anche al fine di renderlo più competitivo sullo scenario internazionale. E quindi così come sul Tap, la Pedemontana, il terzo valico, l’ampliamento del Brennero, anche sulla Tav questo governo saprà essere all’altezza della sfida che abbiamo di fronte”. Messaggio chiaro, la Tav s’ha da fare.

Exit mobile version