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Il leader dell’Isis in Libia? L’allarme (lanciato da Haftar)

Oggi The Adress, un quotidiano libico pubblicato da Bengasi, centro di potere del signore della guerra della Cirenaica, Khalifa Haftar, pubblica un articolo in cui scrive che il Califfo Abu Bakr al Baghdadi sarebbe nascosto in Libia. È un’informazione verosimile di certo, che ha fatto scattare allarmi tra le intelligence – soprattutto in Tunisia – perché Baghdadi potrebbe essere ovunque, ma non ha nessun genere di conferma.

Anzi, serve probabilmente a spingere la narrazioni attorno alle gesta del generalissimo dell’Est, sfruttando l’occasione offerta dai baghdadisti tornati all’offensiva, anche mediatica, in queste ultime settimane. Haftar da sempre ha costruito le sue operazioni militari contro la Tripolitania – anche l’assalto lanciato a inizio aprile per prendere Tripoli – con uno storytelling chiaro: combattere il terrorismo, come ha fatto per liberare Bengasi (dove erano annidate fazioni jihadiste minori collegate all’Is). Ma non solo quello dell’Is, perché per l’autoproclamato Feldmaresciallo i terroristi sono tutti coloro che gli si oppongono, comprese le milizie che difendono Tripoli, dove è insediato il governo di accordo nazionale onusiano.

Alcune di coloro che combattono Haftar sono stati mossi da Misurata, che è una città-stato alleata a Fayez Serraj, leader scelto dalle Nazioni Unite per rappacificare il paese. Queste milizie in realtà hanno un ottimo pedigree in ambito di anti-terrorismo. Sono stati infatti quei gruppi che hanno combattuto lo Stato islamico a Sirte aiutati dall’appoggio aereo statunitense. A Sirte i baghdadisti avevano piazzato quella che nel 2015 un reportage molto informato del New York Times aveva definito la loro “fiorente capitale”.

Sconfitti nella dimensione statuale, gli uomini di Baghdadi si sono dispersi nel territorio libico meridionale, aree desertiche senza legge. Aspettano, strisciano, cercano di preservare i propri interessi chiedendo tributi e riscatti per rapimenti. Mandano un messaggio minaccioso: una presenza costante. Come detto, le informazioni di The Adress non hanno conferme e hanno probabilmente un doppio fine, ma si abbinano bene al contesto. La sconfitta dell’Is nel Siraq potrebbe aver prodotto la fuga dei leader, il ritorno in forza in Libia, sono utili presupposti di contesto.

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