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Ecco il piano B di Macron per la Commissione europea. Parla Darnis (Iai)

Non c’è nessun terremoto all’orizzonte. Emmanuel Macron incasserà il colpo, chinerà la testa di fronte al voto parlamentare e proporrà una candidata che sia il più ineccepibile possibile, probabilmente una tra le ministre Florence Parly e Élisabeth Borne. Parola di Jean Pierre Darnis, professore associato presso l’Università della Costa Azzurra e consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali (Iai), che con Formiche.net ha così commentato la bocciatura dell’Europarlamento sulla candidata francese per la casella del Mercato unico, Sylvie Goulard.

Professore, Emmanuel Macron si è visto rifiutare la sua candidata per la Commissione. Come si muoverà adesso?

Penso che opterà per rimpiazzare la candidatura con un’altra donna. Cercherà una con le carte in regola, con cui potrà recuperare il Mercato unico con tutte le deleghe più interessanti ad esso connesse. Potrebbe tornare sui nomi che giravano prima della scelta in favore della Goulard. Riguardano le sue ministre di Difesa, Florence Parly, ed Ecologia, Élisabeth Borne, che appaiono profili piuttosto solidi. Una volta accertato che non abbiano problemi antichi e irrisolti, e che ci siano le condizioni politiche, Macron potrà procedere in maniera abbastanza veloce. Se optasse per un uomo, i nomi sarebbero molti di più, ma non credo che comunque voglia andare a ripescare qualche vecchio volto della politica socialista, per quanto ci potrebbero essere figure solide.

Ma l’obiettivo della bocciatura nei confronti di Sylvie Goulard è davvero da rintracciare in Macron?

Solo in parte. La Goulard è stata attaccata per cose vere. Il mancato sostegno del Partito popolare è, da questo punto di vista, molto chiaro. Il Ppe non ha obbedito alla logica politica, ma ha fatto riferimento ai problemi di consulenza della candidata e alla sua audizione giudicata pietosissima. D’altra parte, il Partito polare ce l’ha comunque ancora con Macron per la manovra che ha portato alla candidatura di Ursula von der Leyen, da loro non auspicata per la presidenza della Commissione. Ora, avendogliela fatta pagare una volta, non credo che manterranno il blocco con un’altra candidata.

Nella nota con cui l’Eliseo ha commentato la bocciatura, chiede che si mantenga un “portafoglio di peso”. L’interesse riguarda la nuova Direzione generale dedicata a Difesa e Spazio, e dunque alle risorse in arrivo dal 2021?

Certo. È tipico della visione di Macron. Dopo la scelta della von der Leyen per la presidenza, si voleva una casella importante che rispondesse alla visione strategica francese, anche e soprattutto per Difesa e Spazio. Inoltre, per altre posizioni i giochi sono ormai fatti e non rimangono tante alternative. Per questo, dopo aver chinato il capo di fronte al Parlamento europeo e aver accettato la vittoria simbolica della dialettica politica, Macron dovrà solo proporre un’alternativa valida che rispetti le condizioni. Nessuno ha infatti interesse a mantenere un blocco nel processo di insediamento della Commissione.

Eppure c’è chi invoca il “terremoto sulla commissione Ursula”.

Credo che la crisi sia uno scenario da escludere. Se Macron saprà scegliere bene e non si impunterà (e la Goulard ha già detto che tornerà alla Banca di Francia) la cosa dovrebbe rientrare in maniera abbastanza rapida. Ripeto: al presidente toccherà solo scegliere una delle donne che ha come ministro, con un buon curriculum e non esposte a critiche fondamentali, del tipo del conflitto d’interesse.

Quindi il profilo della Goulard ha comunque avuto un peso nella bocciatura.

Penso di sì. La Goulard era criticata anche in Francia, dove molti europeisti sostenevano che non fosse il candidato ideale per la commissione. Io la conosco e penso che sarebbe stata ottimale per il ruolo al Mercato unico, ma è anche vero che si è presentata con consulenze assurde, strapagate, assolutamente legali ma che non reggono più al giorno d’oggi. Tra l’altro, anche in Francia ha registrato delle dimissioni piuttosto veloci e mal spiegate da ministro della Difesa. Potrebbero essere cose marginali, ma nei giorni dei gillet gialli e del taglio dei parlamentari, c’è voglia di profili ineccepibili.

Secondo lei, nel voto dell’Europarlamento c’è stata anche l’intenzione di colpire Ursula von der Leyen?

Non so se sia stato un attacco diretto contro di lei, ma sicuramente lo è stato contro il modo in cui è stata proposta alla guida della Commissione, cioè al di fuori dell’accordo iniziale tra i partiti. Macron è passato sopra un’architettura consolidata, e i partiti hanno colto al volo la “pistola fumante” del voto sulla Goulard per fargliela pagare. Nella bocciatura confluiscono insomma tanti elementi e molteplici logiche, comprese quelle più demagogiche. A livello europeo, anche per una difesa contro gli attacchi dei populisti, si vende piuttosto bene la storia di una buona politica che, tramite voto parlamentare, scarta un candidato commissario il cui curriculum potrebbe nascondere qualcosa.

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