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Iva, Ue e regionali. Così smontiamo l'”annuncite” di Conte. Parla Formentini (Lega)

Qualcuno vede un castello di carta in questo centrodestra che si dichiara unito sui nomi alle regionali ma ancora parla a più voci su tanti temi sensibili, dal Mes al piano per la ripresa annunciato dal governo Conte bis. Non è così per Paolo Formentini, deputato del Carroccio in Commissione Esteri, bresciano e leghista doc, che a Formiche.net spiega perché, per Matteo Salvini, la scelta di Stefano Caldoro e Raffaele Fitto per le elezioni in Campania e Puglia “non è una sconfitta, anzi”. Dall’Iva alle trattative in Ue, ecco il piano del centrodestra (unito) per rispondere all’“annuncite” di Palazzo Chigi.

Formentini, Caldoro e Fitto suonano come una resa per Salvini.

No, anzi. Salvini ha dimostrato di essere pronto a fare anche dei sacrifici, contenere il numero di governatori della Lega, pur di tenere il centrodestra unito. Ha agito da leader.

Del centrodestra?

Direi proprio di sì. Nonostante chiacchiere e spifferi di corridoio, è evidente che la Lega resta il primo partito italiano.

Zaia confermato o confinato in Veneto?

Nessun confino. Trovo assurda la contrapposizione Zaia-Salvini, così come quella fra Zaia, Fontana e Toti. Peraltro lui stesso ha ribadito in questi giorni fino allo sfinimento che non ambisce a candidarsi a leader della Lega, e ha sempre smentito voci contrarie. Ha un ottimo profilo da amministratore, che sono sicuro confermerà ancora una volta.

In Toscana puntate tutto sulla Ceccardi. Dopo la battuta d’arresto in Emilia-Romagna l’assalto a una nuova roccaforte rossa fa un po’ più paura?

In Emilia-Romagna abbiamo fatto di tutto per vincere. Abbiamo mobilitato tutti i deputati della Lega sul territorio, a girare l’Appennino emiliano di città in paese. È andata male? Non ne sarei sicuro, viste le percentuali storiche ottenute. Certo non abbiamo vinto, questo è un fatto.

Ecco, che lezione si può trarre per la Toscana? Forse evitare di personalizzare la partita?

Non penso che la sconfitta in Emilia fosse dovuta a questo. La Lega ha proposto un modello di governo, forse il centrodestra non ci ha creduto abbastanza. A questo si deve aggiungere un sistema strutturato di cooperative che ha ostacolato il cambiamento, e la mobilitazione della sinistra estrema insieme alle Sardine.

A Fratelli d’Italia il candidato nelle Marche. Scelta obbligata, visto il successo nei sondaggi. Un po’ vi spaventa?

Come per Zaia, anche qui certa stampa soffia su contrapposizioni inesistenti, non ci caschiamo. L’elettorato del centrodestra oggi è enorme, lo ha sempre raccolto la Lega, lo raccoglie in parte anche Fdi. Il nostro obiettivo è lo stesso.

Ovvero?

Confermare un sondaggio mostrato di recente in trasmissione da Vespa, che dà il centrodestra al 51%. Ecco, quella è la meta.

Non è proprio dietro l’angolo, se è vero che la Lega ha perso parecchi punti questi mesi.

Il caso, ammesso che sia reale, è dovuto alla situazione emergenziale. Lo ha detto Salvini e lo sottoscrivo: per mesi la politica, quella vera, non si è potuta fare. Oggi stiamo ripartendo, pronti a incontrare imprenditori, agricoltori, pescatori, commercianti, industriali e portare in Parlamento le proposte di tutte le categorie produttive. In due parole, del Paese reale.

C’era il Paese reale agli Stati generali di Conte?

Neanche l’ombra. A Villa Pamphili è emersa tutta la differenza fra noi e loro. Conte si è chiuso nel palazzo, noi, per quanto possibile, ci apriamo nelle piazze. La kermesse si è ridotta a uno show del governo che avrà risultati pratici scarsi se non nulli. Il tema è un altro.

Prego.

In Italia è a rischio la democrazia parlamentare.

Addirittura?

Guardiamo ai fatti. A colpi di Dpcm, conferenze chiuse, taskforce e altre invenzioni non previste dalla Costituzione questo governo sta limitando il legittimo potere legislativo del Parlamento.

Però il premier ha detto che vi vuole incontrare.

Ci ha invitato, e contemporaneamente ha provato a dividerci, chiedendo di incontrare i partiti separatamente. Peccato che gli è andata male, perché ci presenteremo uniti. Se davvero Conte avesse voluto, invece che chiamarci agli Stati Generali, ci avrebbe ascoltato in Parlamento. Mentre in tv sbandierava l’apertura alle opposizioni, lì bocciava uno ad uno i nostri emendamenti di buon senso.

Che rispondete alla sua proposta sul taglio dell’Iva?

Per noi qualsiasi taglio dell’Iva va bene. Quello che denunciamo da mesi è una campagna mediatica sugli aiuti sulla pelle di imprenditori e cassa-integrati che non hanno visto un euro. Questo governo è malato di “annuncite”. Al posto di tante chiacchiere, noi siamo per il modello svizzero: uno, due fogli da compilare e le imprese ricevono subito i contributi.

A proposito di annunci, sulla revoca della concessione ad Autostrade se ne sono fatti tanti. La vostra linea?

Una cosa è certa, decidere di non decidere è il peggio che si possa fare. Autostrade, Ilva, Gronda, ormai la lista dei cantieri bloccati è lunga una quaresima. Bisogna far ripartire il Paese, prima che lo faccia qualcun altro. Non è un mistero che l’Italia sia nel mirino di attori esteri, sia vicini che lontani. Anche per questo la Lega si sta battendo per il golden power. Che c’è, ma va anche usato.

Intanto proseguono le trattative per i fondi Ue, non proprio in discesa. Sul Mes il centrodestra non canta all’unisono.

Ecco, qui sì che abbiamo qualche problema. Lo abbiamo detto agli amici di Forza Italia, sul Mes non si può tenere una linea diversa se non opposta al resto della coalizione. Non è vero che sono soldi immediati, perché arriveranno, se va bene, nella primavera del 2021. Non è vero che non ci sono condizionalità, e questo ce l’ha ribadito in coro l’Europa.

Formentini, ha senso in questo momento, con la crisi e un autunno di fuoco in arrivo, parlare di elezioni?

Ridare la parola al popolo ha sempre senso. Il centrodestra c’è. Ed è pronto a sfidare un premier ormai schiavo della sua maggioranza e delle sue stesse ambizioni.

 

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