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Così Putin (con Xi e Iran) tifava per Trump. Parola degli 007 Usa

Un rapporto dell’intelligence americana accusa la Russia di aver interferito nelle elezioni presidenziali per danneggiare Joe Biden, le operazioni sono state “autorizzate da Putin”. Sotto accusa anche l’Iran di Khamenei. Ma sulla Cina gli 007 si dividono

Il governo russo ha interferito nelle elezioni presidenziali americane cercando di favorire la rielezione di Donald Trump.

Il verdetto arriva da un rapporto del National Intelligence Council americano sul voto del novembre 2020. La Russia – recita il documento pubblicato martedì sera – ha tentato di “denigrare la candidature del presidente Biden e del Partito Drmocratico, di supportare l’ex presidente Trump, di minare la fiducia pubblica nel processo elettorale e di esacerbare le divisioni socio-politiche negli Stati Uniti”.

Insieme alla Russia, anche l’Iran ha cercato di alterare dall’esterno il risultato elettorale, ma con una campagna nella direzione opposta, concludono gli 007 di Washington DC. La Repubblica islamica “voleva diminuire le possibilità di rielezione dell’ex presidente Trump – pur senza promuovere direttamente i suoi rivali – indebolire la fiducia dei cittadini nel processo elettorale e nelle istituzioni americane, seminare divisioni e fomentare le tensioni sociali”.

Nel documento dell’intelligence viene invece “assolta” la Cina, che “non ha cercato di mettere in campo operazioni per alterare il risultato dell’elezione di Trump e Biden”. Una smentita delle previsioni iniziali del comparto intelligence: l’8 agosto del 2020 il direttore del Contro-spionaggio William Evanina aveva infatti preavvisato un’interferenza del governo cinese per scongiurare la rielezione di Trump, “ritenuto imprevedibile”.

La campagna russa, svela il rapporto redatto dal Dipartimento della Giustizia e dell’Interno insieme all’Fbi e alla Cisa (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency), ha avuto la regia direttamente al Cremlino. “Affermiamo che il presidente russo Vladimir Putin ha autorizzato operazioni di influenza, condotte da una serie di organizzazioni governative russe, con l’obiettivo di minare la candidatura di Biden”.

Nello specifico, i Servizi segreti americani accusano Putin di aver manovrato un politico ucraino, Andrii Derkach, per fornire all’avvocato di Trump Rudy Giuliani informazioni per discreditare Joe Biden e suo figlio Hunter all’interno del caso “Ucraina-gate”. “La Russia ha condotto con successo un’operazione di intelligence che ha penetrato il cerchio di fiducia dell’ex president – accusa in una nota il presidente democratico della Commissione intelligence della Camera Adam Schiff.

A differenza della campagna presidenziale del 2016, quando le agenzie dell’intelligence russa avevano penetrato i sistemi del comitato elettorale di Hillary Clinton, in occasione delle scorse elezioni non si è assistito “a un persistente attacco cyber russo per ottenere accesso all’infrastruttura elettorale”, quanto piuttosto a “una campagna di influenza” per alterare la percezione pubblica del candidato Biden.

Quanto all’Iran, gli 007 americani giungono a conclusioni non dissimili. Anche la campagna denigratoria riconducibile ai servizi iraniani è partita su indicazione dei vertici politico-religiosi del Paese: “Il Leader Supremo Khamenei ha autorizzato la campagna e l’esercito e i Servizi iraniani l’hanno attuata usando messaggi aperti e coperti e operazioni cyber”, conclude il report.

Il bilancio sulle interferenze cinesi non è del tutto unanime all’interno della comunità di intelligence. Se il documento del National Intelligence Council ritiene infatti che Pechino “abbia meditato” di interferire ma “non lo ha fatto”, una nota in dissenso del “National intelligence officer for cyber”, circostanza piuttosto inusuale, giunge ad altre conclusioni: “La Cina ha preso alcune decisioni per provare a minare la rielezione dell’ex presidente Trump”.

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