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Missili, ipersonica e difesa. Così Mariani spiega i piani di MBDA

In conferenza stampa presso la sede romana dal gruppo, l’amministratore delegato di MBDA Italia, Lorenzo Mariani, ha fatto il punto sul 2020 (anno della “resilienza”) e sulle prospettive future. Sul Tempest si attende l’avvio dello studio di fattibilità, e i tempi sono già “stretti”. La Turchia? “Non abbiamo molte relazioni”

Il 2021 sarà l’anno in cui si deciderà il futuro del Tempest, il programma per il velivolo di sesta generazione, ma anche l’anno di un “ulteriore rilancio dei programmi domestici e di campagne export importanti”. Parola di Lorenzo Mariani, managing director di MBDA Italia, nonché executive director per “Sales & business development” del Gruppo europeo della missilistica, a cui Leonardo partecipa per il 25%. Il manager ha tenuto oggi una conferenza stampa presso la sede romana dell’azienda, occasione utile per un bilancio sul 2020 (l’anno della “resilienza”) e per illustrare le attività futuro.

UN 2020 DI “RESILIENZA”

A farla da padrona nel 2020 è stata la pandemia. “L’anno – ha ricordato Mariani – era partito con grande difficoltà, ma poi ha palesato la grande capacità di resilienza della società, del Paese e del gruppo”. E così, l’anno è stato “positivo su tutti i parametri” per il Gruppo, nonché per MBDA Italia, che ha “conseguito un risultato economico molto importante, di gran lunga superiore al budget che ci eravamo dati prima della pandemia”. Ciò, ha spiegato Mariani, ha permesso “di contribuire per la prima volta al risultato complessivo del Gruppo in termini di ritorno per gli azionisti”.

I PROGRAMMI DI PUNTA

A trainare i numeri sono stati soprattutto tre programmi: sistema antinave Teseo Mk2-E, con l’accordo firmato a novembre per la fornitura alla Marina militare italiana; il missile Storm Shadow, con la prima tranche firmata nel 2020 ed entrata in operatività negli ultimi mesi; il programma per le due Fremm all’Egitto, per cui MBDA “ha una componente importante dei sistemi basati Aster e Teseo”. Programma che tra l’altro potrebbe espandersi, visto che Il Cairo ha dichiarato un requisito che copre ulteriori fregate. “Credo che ci sarà un seguito – ha detto Mariani – ma non nell’immediato”.

LO SVILUPPO

Il consolidamento del mercato domestico (che conta sei Paesi europei per MBDA), ha permesso di compensare “il ritardo della componente export”, accumulato a causa delle limitazioni imposte in tutto il mondo per il Covid-19. Eppure, gli ordini slittati lo scorso anno sono “già stati recuperati per il 90% nel primo quarto del 2021”, a dimostrazione che si trattava “di ritardi e non di cancellazioni”. Anche per questo, ha spiegato Mariani, il 2021 è un “anno partito bene”. Sul fronte dello sviluppo, l’azienda procede soprattutto su due programmi: il missile anti-nave Marte ER, e il Camm ER per il sistema di difesa terra-aria a medio raggio di nuova generazione. Entrambi hanno registrato nel 2020 risultati “importanti”, con il lancio rispettivamente a inizio e fine anno. Se il primo ha la produzione già contrattualizzata per il Qatar (sia per le batterie costiere, sia per gli NH90 venduti da Leonardo), il secondo ha per ora il contratto per lo sviluppo, con la fase di produzione iniziale “in discussione”.

LA DIFESA AEREA

Che il 2021 sia “partito bene” lo dimostra soprattutto il contratto congiunto Italia-Francia per procedere con la nuova generazione del sistema di difesa aerea da minacce a corto e medio raggio Samp/T. “Rappresenta il nuovo capitolo di una collaborazione che dura dalla fine degli anni Ottanta, che fu uno dei pilastri su cui è stata creata MBDA”. Come confermato di recente dal capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli, il sistema verrà utilizzato anche dall’Aeronautica militare, oltre che da Esercito e Marina.

OCCUPAZIONE E STABILIMENTI

Tutto questo alimenta le prospettive di crescita per l’anno, compreso un aumento di circa 110 unità per MBDA Italia previsto per il 2021, dopo la crescita di 80 unità registrata lo scorso anno (“al netto di un numero importante di uscite per pensionamento”). D’altra parte, ha notato Mariani, prosegue “il piano di ammodernamento degli stabilimenti: le attività sono attualmente in corso nello stabilimento di Fusaro, dopo un rallentamento dovuto alla pandemia e alle relative misure di sicurezza”. Nel corso dell’anno dovrebbero prendere il via “altre attività di standardizzazione qualitativa e quantitativa per le sedi di Roma e La Spezia, spinte dalla normativa anti-Covid e dall’aumento dei carichi di lavoro che sono aumentati”.

LA DIFESA IPERSONICA

Nell’ambito della Difesa comune europea, nel medio-lungo periodo l’attenzione è tutta per il programma Twister, progetto Pesco guidato dalla Francia (è a bordo anche l’Italia) per un sistema di sorveglianza dallo Spazio per allerta e intercettazione delle minacce dal cielo, in particolare di quelle più sofisticate, cioè le minacce ipersoniche. Un progetto del genere, ha detto Mariani, “non può essere fatta senza il Regno Unito”, esigenza che impone di rivedere la possibilità di Londra di accedere alle varie iniziative della Difesa Ue, in particolare il fondo Edf.

L’ANNO DEL TEMPEST

Ma il 2021 sarà anche l’anno “in cui si decide cosa sarà il Tempest”, il programma avviato dal Regno Unito per un velivolo di sesta generazione, a cui hanno aderito Italia e Svezia. Per ora resta alternativo al Fcas franco-tedesco (con la Spagna), ma si intravedono margini per una convergenza. Con le sue entità nazionali, MBDA è coinvolta in entrambi i programmi. Per ora, ha spiegato Mariani, i vari studi sui requisiti procedono tutti secondo la logica del “Chinese wall”, cioè una rigida separazione dei contributi ai due programmi. “Sul Tempest – ha detto il manager – ci aspettiamo che si parta con uno studio di fattibilità, come preventivamente comunicato dal Regno Unito; ritengo si debba partire quest’anno, perché se puntiamo a far entrare in servizio il velivolo nel 2035, 2038 o 2040, i tempi sono stretti”, ha detto. Poi, “per vedere una convergenza tra Fcas e Tempest, bisognerà aspettare”.

IL CASO TURCO

Infine, Mariani è intervenuto sul “caso Turchia”, dopo la definizione di “dittatore” offerta da Mario Draghi per Recep Erdogan e le notizie di stop da parte di Ankara agli acquisti di prodotti italiani. Ieri, il presidente dell’Aiad Guido Crosetto ha spiegato a LaPresse che non è arrivata “nessuna comunicazione formale” circa lo stop a Leonardo per la commessa da dieci elicotteri d’addestramento. Per quanto riguarda MBDA, ha detto Mariani, “non abbiamo moltissime relazioni con la Turchia”. C’è qualche “collaborazione con industrie locali; più che altro sono loro a vendere a noi; l’interesse è reciproco, molto economico, e poco strategico”.

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