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Più supporto per l’export della Difesa. Il punto del gen. De Leverano

Accelerare le procedure e semplificare le commesse. Il generale Luigi De Leverano, consigliere militare del presidente del Consiglio, rilancia di fronte alla commissione Difesa della Camera l’idea di rivedere le regole sull’export militare. Gli altri Paesi europei sostengono meglio i rispettivi comparti. L’Italia invece…

Urge un potenziamento del supporto istituzionale all’export della Difesa. Parola del generale Luigi Francesco De Leverano, consigliere militare del presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenuto oggi alla Camera, di fronte alla commissione Difesa presieduta da Gianluca Rizzo, nell’ambito dell’esame della “Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo di esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, riferita all’anno 2020, presentata al Parlamento a inizio maggio dal sottosegretario Roberto Garofoli.

I NUMERI

La relazione redatta dall’Uama (l’ufficio della Farnesina responsabile per le autorizzazioni all’export militare) registra per lo scorso anno vendite per 4,6 miliardi di euro. Conferma il trend negativo degli ultimi anni, facendo segnare un -10% sul 2019. Il trend è negativo dal 2016, quando i dati erano schizzati in su (+85% sul 2015) grazie alla commessa da 7,3 miliardi per 28 Eurofighter al Kuwait. Nel 2017 aveva pesato il maxi contratto da 4,2 miliardi di euro per le sette navi vendute da Fincantieri al Qatar, corredate dai sistemi di Leonardo a MBDA. Per l’anno scorso sono mancati i grandissimi contratti: nessuna autorizzazione supera il miliardo di euro. Il contratto più rilevante vale 990 milioni di euro e riguarda le due Fremm vendute all’Egitto, pari al 25% del valore totale delle esportazioni.

URGE SUPPORTO ALL’EXPORT

“È urgente un rafforzamento normativo sul piano della governance, non ancora sufficientemente definita”, ha spiegato oggi alla Camera il generale De Leverano. Il riferimento è alla legge 808 del 1985 che regola l’export militare, su cui tra l’altro è già partito (ospitato da Formiche.net e dalla rivista Airpress), il dibattito su ipotesi di riforma. In sintesi, ha spiegato De Leverano, “l’Italia ha bisogno di misure di sostegno, con un’accelerazione delle procedure e una semplificazione delle commesse, come stanno facendo altri Paesi per conquistare spazi di mercato internazionali”.

IL GRADO DI COMPETIZIONE

E non bisogna guardare neanche troppo lontano. “Nonostante la crisi sanitaria, procede l’espansione dei nostri concorrenti europei, Francia, Germania e Spagna in primis, che incrementano l’esportazione di materiali militari anche grazie al sostegno dei rispettivi governi”, ha notato il generale. Ciò “rappresenta un fatto cruciale in una competizione dove i tradizionali schemi di cooperazione multilaterali lasciano il passo a valutazioni strategiche ed economiche di carattere nazionale”. Tra l’altro, i Paesi in questione (oltre a Usa e Regno Unito) hanno rodati strumenti di g2g, gli accordi governo-governo che permettono di supportare l’export nazionale superando complesse gare. Chi ha fatto una “scelta chiara nel dotarsi del g2g”, ha detto De Leverano, oggi gode “di un vantaggio competitivo di portata strategica nei confronti di quei Paesi, come l’Italia, che dispongono per il momento di una normativa che costituisce una buona base di partenza da dover implementare”. Il nostro Paese si è dotato di un meccanismo g2g dalla fine del 2019 con la legge di bilancio. La prima applicazione (con l’Austria) è in fase di definizione.

LA SITUAZIONE ITALIANA

“L’Italia – ha notato il generale – dispone di un settore industriale dinamico, con punte di indiscussa eccellenza”. Proprio per questo si registra “un diffuso sentimento di apprensione, avvertito non solo dalle aziende del settore e dal mondo della difesa nel suo complesso, ma anche da ambienti del mondo politico e di quello economico in generale”. Nel 2020, ha aggiunto, “i due campioni dell’industria nazionale, Leonardo e Fincantieri, hanno risentito negativamente, per un verso, dell’impatto dell’emergenza sanitaria, in cui riverberi si stanno peraltro protraendo nel tempo, e, per l’altro, delle limitazioni alle esportazioni”. Il recente contratto acquisto da Fincantieri in Indonesia è “certamente una buona notizia, non lo dobbiamo nascondere, tuttavia le prospettive per l’anno in corso restano incerte”. Per di più, “le possibili ricadute produttive e finanziarie dei programmi europei si potranno apprezzare solo nei prossimi anni”, ha spiegato con riferimento al fondo Edf approvato da Bruxelles (meno di 8 miliardi di euro per i prossimi sette anni).

LE OPPORTUNITÀ

Sul fronte interno, “il rilancio dell’economia generale italiana, grazie anche all’impegno del governo nel fronteggiare l’emergenza sanitaria e nell’intercettare i fondi del Recovery potrebbe determinare dei benefici indotti anche sullo stato di salute dell’industria della Difesa, che a sua volta ha una riconosciuta capacità d’impulso economico sull’intero sistema Paese in termini tecnologici, produttivi e occupazionali”. In altre parole, l’aerospazio e la difesa possono contribuire al rilancio dell’economia nazionale, grazie a un circuito positivo che amplifica gli investimenti su tutto l’ecosistema produttivo.

LE AREE DI INTERESSE

Sul fronte esterno, occhio ai rapporti internazionali. L’export militare fa parte della politica di Difesa, a sua volta componente centrale della postura del Paese sugli scenari globali. “Siamo consapevoli – ha detto il generale – che le nostre scelte nella fornitura dei materiali di armamento hanno importanti e sostanziali ripercussioni anche sui nostri interessi di politica estera e strategica nella cosiddetta area del Mediterraneo allargato, che è una priorità d’azione del Governo, discussa recentemente dal presidente del Consiglio anche in occasione del vertice del G7”. Priorità ribadita anche nella delibera sulle missioni militari, approvata di recente dal Consiglio dei ministri.

DALL’INDIA…

Ed è proprio dal G7 che sarebbe arrivata un’indicazione sui mercati in cui l’export italiano può trovare nuovi e preziosi sbocchi. “Visto che c’era la partecipazione anche dell’India come osservatore speciale insieme alla Corea del Sud, all’Australia e al Sudafrica, c’è stato anche un certo interessamento verso un’area dell’Oceano indiano in cui ovviamente l’India è collocata”, ha notato De Leverano. Di più: “la soluzione della vicenda dei marò può aprire una finestra di opportunità per imprimere un nuovo slancio alla proiezione italiana in questo quadrante strategico di così vitale importanza e che presenta potenzialità non ancora pienamente sfruttate sul piano della cooperazione industriale ed economica”.

… AL MEDIO ORIENTE

Focus poi su Medio Oriente e Golfo. I Paesi dell’area “costituiscono dei partner strategici per la stabilità regionale, per l’economia e per la stessa industria della difesa italiana”, ha spiegato il consigliere militare del presidente del Consiglio. “Il loro ruolo rileva ancor più in questo momento anche per il ritiro dall’Afghanistan e più in generale per le operazioni che noi svolgiamo in Iraq, Golfo Persico e Libia”, ha rimarcato. In tale quadro vanno inseriti i ragionamenti sull’export militare. “Le decisioni di fornire, sospendere o revocare contratti di fornitura di materiali militari con Paesi terzi – ha concluso De Leverano – sono scelte con riflessi diretti e sostanziali sul complesso delle nostre relazioni con i Paesi interessati”. Proprio su questo c’è oggi su Formiche.net la riflessione del generale Leonardo Tricarico.

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