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Chi è la spia russa pizzicata dagli 007 di Angela Merkel

Un dipendente dell’ambasciata inglese a Berlino è stato arrestato con l’accusa di spionaggio per Mosca, passava informazioni riservate agli 007 di Putin “in cambio di cash”, anche Londra ha partecipato alle indagini. È solo l’ultimo episodio di una lunga serie, fra depistaggi e assassinii. E adesso è alta tensione fra Russia e Germania

Un’altra spy story russa per Angela Merkel. Un diplomatico dell’ambasciata inglese a Berlino è stato arrestato dalla polizia tedesca con l’accusa di spionaggio per conto di Mosca.

L’uomo, 54 anni, indicato come David S. dalle autorità, è finito in manette a Postdam, vicino alla capitale, dopo un raid delle forze dell’ordine nella sua abitazione. Il diplomatico è sospettato di aver inoltrato documenti riservati all’intelligence russa a partire dal novembre del 2020 ed è stato portato di fronte alla Corte federale di Giustizia che deciderà su un’eventuale custodia cautelare.

Nel mandato di arresto si legge che l’uomo “almeno in un’occasione ha inoltrato documenti ottenuti nel corso della sua attività professionale a un rappresentante dei Servizi di intelligence russa”. In cambio, prosegue, avrebbe ricevuto denaro in “cash, in una quantità ancora non conosciuta, per il suo servizio di informazione”.

Alle indagini che hanno portato all’arresto ha lavorato anche il Comando anti-terrorismo inglese. In un comunicato Scotland Yard fa sapere però che la “precedenza sulle indagini rimane alle autorità tedesche”. Nessun commento invece dall’ambasciata russa a Berlino, che sostiene di non aver ricevuto ancora “alcuna informazione dalla parte tedesca”.

Il blitz a Postdam sventa l’ultimo di una lunga serie di casi di spionaggio estero sul suolo tedesco. L’ultimo con l’arresto del politologo Klaus Lange e di sua moglie, due accademici al servizio degli 007 cinesi che operavano fra Monaco e il Sud Tirolo, in Italia.

Le indagini in corso stanno cercando di scoprire da quanto tempo la spia era stata reclutata dai Servizi russi. Non deve essere molto se è vero, come riporta la stampa tedesca, che David S. era stato “assunto come un componente dello staff locale all’ambasciata”. Berlino conferma la nomea, conquistata durante la Guerra Fredda, di “città delle spie”.

Negli ultimi anni c’è stata una vera escalation di casi che hanno visto coinvolti gli 007 di Vladimir Putin. Una scia che ha lasciato il segno sulle relazioni bilaterali fra Mosca e Berlino, ai minimi storici dai tempi della riunificazione.

In un editoriale di giugno pubblicato sul Welt am Sonntag Thomas Haldenwang, direttore dell’agenzia di intelligence BfV, ha scritto che l’attività delle spie russe in Germania è tornata ai livelli “della Guerra Fredda”. Il Cremlino “ha un interesse di intelligence molto complesso in Germania” e i metodi dei suoi agenti “sono diventati più spregiudicati, gli strumenti più brutali”. La preoccupazione è condivisa dal numero uno dell’agenzia di intelligence per l’estero Bnd, Bruno Kahl: “C’è stato un cambiamento nella morale, l’approccio è più sconsiderato, e gli interessi vengono difesi in modo più sfacciato che in passato”.

Lo scorso 21 giugno un altro arresto aveva suonato un campanello d’allarme. Ilnur Nagaev, riercatore all’Università di Augsburg, vicino Monaco, passava informazioni segrete a un esponente dei servizi russi incontrato “almeno tre volte” da ottobre 2020 in cambio di cash. Non sono mancate negli ultimi anni operazioni alla luce del sole.

Come l’uccisione a Berlino, nell’estate del 2019, di un ribelle ceceno, Zelimkhan “Tornike” Khangoshvili, da parte di un assassino di nazionalità russa che secondo le indagini (in corso) della procura tedesca avrebbe avuto rapporti con l’intelligence di Mosca.

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